II

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Se la primavera avesse un nome sarebbe sicuramente Sanji.

Sanji, cinque lettere e un solo significato.

Ma cosa significava precisamente sanji?
Sanji poteva riferirsi al numero tre in giapponese, san, per la sua posizione di terzo figlio.
Ma Sanji significava anche elogio e complimento, il biondo era solito riempiere di elogi le persone che per lui lo meritavano davvero, ma non faceva mai complimenti a lui, cosa pensava di Zoro?

Ma forse era proprio questo che lo rendeva diverso e speciale.

E ancora una volta tornammo al punto iniziale, Sanji che significava?

Non aveva solo un significato positivo ma anche uno negativo; Sanji significava disastro, tragedia e incidente.
Quindi tutto questo cosa significava? Chi era Sanji?

Chi era Sanji per Zoro?

Poteva restare lì a pensarci per ore ma non ci sarebbe mai arrivato. Poteva osservarlo o cercare di tirargli via qualche riposta, ma nulla.

E allora poteva darglielo solo Zoro un significato, il significato della primavera.

La primavera iniziava a marzo, guarda caso proprio il mese in cui era nato lui.

La primavera era la prima di quattro stagioni e ovviamente per Zoro, lui era sempre al primo posto.

La primavera conservava molti significati, era considerata romantica ma allo stesso tempo non era innocua e delicata.
Eppure la pelle di Sanji era davvero morbida e delicata, quando Zoro la toccava non riusciva a credere che potesse appartenere a un ragazzo.

A quel punto ci trovammo in un significato ancora più interiore, più psicologico, la primavera era considerata uno dei periodi più potenti dell'anno con i termini della speranza e della vitalità. La primavera era fiori, un albero di ciliegio, completamente rivestito di petali rosa.

Per un momento Zoro immaginò il suo compagno seduto su di un prato fiorito. I colori, ogni tipo, stavano benissimo indossati da Sanji, ogni colore gli calzava perfettamente.

Allora finalmente arrivò alla sua risposta, come la primavera significava gioia e felicità anche Sanji la esprimeva con i dolci sorrisi, dentro di lui c'era qualcosa di molto più forte che prima o poi sarebbe uscito allo scoperto.

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Le lunghe e morbide dita del biondo avvolgevano la sigaretta, trascinandola alle labbra per inalarne il tabacco. Quelle rosee e morbide labbra che il suo compagno aveva assaggiato qualche ora prima.

Lo fissava da dietro il bancone del bar in cui lavorava, i suoi occhi erano talmente incollati al suo corpo da potergli succhiare via l'anima.
Un leggero fumo scuro abbandonò le sue labbra, si voltò verso di lui e sorrise prima di alzare la mano e chiamarlo, il gesto fu talmente inaspettato che Zoro arrossì e si abbassò in fretta dietro al bancone per non farsi vedere, "quel bastardo, chi gli ha dato il permesso di sorridere in quel modo?"

Si schiarì la voce prima di andare verso di lui, ovviamente il biondo si era reso conto della situazione in cui si trovava Zoro e adorava guardare il suo viso imbarazzato.
Gli fece segno di avvicinarsi a lui e gli sorrise di nuovo, "signor cameriere sexy mi può gentilmente portare un tè, grazie?"

Fece scivolare le mani lungo la camicia bianca, era leggermente sbottonata e lasciava intravedere il petto. Sanji non esitò a passarci sopra la mano, se ci fossero stati più clienti avrebbero sicuramente visto tutto.
Ingoiò la saliva e afferrò la mano, a quel punto avvicinò le labbra al suo orecchio, "se vuoi provocarmi devi metterla qui la mano."
Sorrise spostando la mano del biondo sui suoi pantaloni. Rosso in volto la tolse subito e gli diede un colpo sulla spalla, "coglione, che cavolo fai? Siamo in pubblico!"

Quando il cielo non sarà più azzurro...Donde viven las historias. Descúbrelo ahora