Quando è arrivato Cesare sugli spalti del campo di calcio per distribuire gli inviti è stato come se fosse arrivata una rock star. Dapprima le ragazze , seguite poi dagli altri che erano lì intorno. Nessuno ma proprio nessuno era disposto a perdersi il compleanno del secolo. Se è per questo nemmeno io . Tutti gli altri maschi volevano solo partecipare alla solota festa figa dove scorre birra a fiumi e l'alcool ti fa ballare perché c'è anche buona musica . Le ragazze, idem...ma il motivo in più è quello che conta per quelle quattro sgallettate: entrare nelle sue mutande e nelle sue grazie. Stare con Cesare Fusco significava per loro avere tutto e fama assicurata più di quanto ne avessi già io con Mery per quanto riguarda la squadra di calcio. 

Stronze

Penso io , cazzo ne sanno di Cesare ? E poi cosa ha lui che io non ho ? Un cazzo grosso e potente che ti può far venire in due secondi netti ? Un culo che mamma mia ci potessi affondare la testa adesso mi ci fionderei se non fosse che ha quei jeans che non fanno altro che sottolineare proprio quel fondo schiena di marmo e il suo pacco sempre troppo evidente . Il fatto è che non sono geloso del perché loro preferiscano lui a me , io sono geloso che quei sorrisi sono rivolti a quelle quattro zoccole e non a me . Ma almeno io in quelle mutande ci entro quanto voglio e quel cazzo me lo prendo e di santa ragione ogni volta.  Mi passo la mano sulla faccia , sono proprio fottuto già da prima di quelle la . Mi sorprendo ad essere interessato più allo scollo della sua camicia che alla partita che ho venerdì,  tra due settimane esatte e io sono qua a non fare un cazzo se non a procurarmi una dolorosa erezione dentro i miei boxer.
Sapevo già tutto del compleanno , come si sarebbe vestito e cosa sarà presente e quanto casino già ci sarà con tutti quegli invitati.

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Mentre Cesare si stava rivestendo dopo l'ennesima scopata , domandava a Marco che se ne stava ancora nel letto a godersi lo spettacolo .
-Mi stai fissando un po troppo Rizzo per i miei gusti , cos'è ne vuoi ancora ?-
-Fusco piantala , non sei il centro del mondo , sto solo guardando quanto ti sai vestire male e quant'è storta la camicia che ti stai abbottonando -
Era diventato bravo a mentire , in realtà l'unica risposta che voleva dargli era di nuovo "si" secco per farsi spaccare il culo in due di nuovo come solo Cesare sapeva fare . Ma nessuno dei due si sbilanciava più di tanto quando non era necessario . Loro due erano fatti così,  e gli andava bene . Avevano imparato a capirsi , con un cenno della testa , con un gesto , anche con un silenzio non c'era bisogno di dirlo , avrebbero parlato si , ma solo quando era strettamente necessario . L'avrebbero fatto quando il momento lo richiedeva , quella sera non lo era .
-Quindi alla fine cosa metto ? Quella nera o quella bianca?-
-Mi stai davvero chiedendo cosa mettere al tuo compleanno quando già so che io non sarò invitato?-
-Perché mi vuoi dire che questo ti fermerà dall'imbucarti alla mia festa Rizzo?-
-Ovviamente no-
Fece un sorriso, quasi un ghigno verso Marco . Lo sapeva che non sarebbe mancato alla sua festa e nemmeno si era dimenticato che come tutti gli anni la sua squadra e lui non avrebbero rinunciato a rovinarla . Quello che lo aveva fatto sorridere era il sentirselo dire . Come se saperlo era un conto , ma averne la certezza da lui era decisamente un altro .

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Sono qui per allenarmi cazzo e invece l'unico pensiero fisso è : cosa poter regalare a uno che ha già praticamente tutto . La partita è tra una settimana e il suo compleanno il sabato seguente.
-Daje raga!- Davide incita gli altri nel campo mentre gia stiamo facendo 5 giri di campo per allenarci alla partita che incombe .
-Belli carichi! Vinciamo la partita e il giorno dopo faremo uno scherzo memorabile a quel fallito di Fusco ! Sarà unico!-
Io nemmeno lo sto a sentire anzi devo anche avvisare Cesare che per una settimana non ci possiamo vedere per via degli allenamenti.  Ma anche stavolta non c'è niente da fare perché finito l'ultimo giro di campo io già mi ritrovo contro la porta di casa sua con le mie gambe attorno alla sua vita il suo fiato sul collo e il suo cazzo tra le natiche Pronto a spaccarmi in due .
-Scopami Cesare-
Non se lo fa ripetere due volte . Ci sussurriamo le peggio cose nelle orecchie e i suoi morsi sul collo mi fanno capire quanto è infoiato e quanto voglia divorarmi se questo fosse possibile.  Ci metteva foga e tanta come se gia lo sapeva che avremmo passato una lunga settimana senza vederci . Mi stringe i fianchi e il culo quasi da farmi male e mi sorprendo che ancora la porta regge tutti quei colpi. Siamo entrambi sudati e più mi impala e mi da cazzo più ne voglio .
-Scopami più forte bastardo-
-Quanto ti piace il mio cazzo troia-
-Tanto- gli sussurro all'orecchio prima di leccargli e mordergli il lobo in maniera oscena.
Non finisco nemmeno di dirlo che sento i grugniti strozzati dentro le mie orecchie e subito dopo vengo sul suo petto e lui mi sborra dentro fino in fondo.
Mi tiene abbracciato lì ancora per un poco sulla porta il tempo necessario per riprenderci dal forte orgasmo appena avuto . Dopo l'ultima litigata scopare non era solo svuotarsi le palle ma era diventata passione pura , voglia di apparenersi per poche ore e sentirsi pieni e completi....l'uno dell'altro. Non ce lo siamo detto , non ce n'era il bisogno . Tutti e due avevamo imparato ad aspettarci e ad attendere . Noi non parliamo , quando scopiamo quello che facciamo già urla quello che vogliamo dire a parole . Qualcosa era cambiato di sicuro , e questo mi spaventava. 
-Non finirla mai di fottermi così Cesare- gli ho detto quando mi ha portato sul divano e coperto con un telo .
Stavo bevendo il caffè che aveva fatto lui perché sapeva che sarei passato. Oramai vederci a casa sua era il posto più sicuro per scopare senza arrischiarci troppo che al campus. Con la partita imminente ci sarebbero stati troppi casini .
-Non possiamo vederci per una settimana ho la partita-
-Ma tanto ci sei sabato no?-
-Su quello puoi contarci io e tutta la squadra a farti passare un brutto quarto d'ora-
-Quando hai la partita?-
-Questo venerdi- ho risposto - E mi sto cagando sotto-
Tanto ero nervoso che mi accendo una sigaretta e inizio a fumare . Cesare se ne accorge e mi spegne la sigaretta nella tazzina vuota.
-Coglione sto fumando !-
-L'ho visto- e con uno sguardo ancora più duro mi prende l'altra sigaretta dalle mani e me la spezza. 
-Fusco cazzo stai facendo?-
-Da quando hai bisogno così tanto di fumare Rizzo? Hai una partita tra una settimana e di certo non hai bisogno di fumare-
Ha ragione . Quando ha torto ha torto ma stavolta non posso dirgli nulla . Si vede già che sono nervoso per la partita ma.come faccio a spiegargli che sono nervoso e non riesco a concentrarmi abbastanza tralaltro per colpa sua ? Non potevo dirglielo ma ci tenevo a fare bella figura al suo compleanno col regalo.
Mi fissa dritto negli occhi e cerca di capire cosa non va . Cerca di sapere ma ancora non siamo capaci di leggerci nella testa .
-Senti Rizzo-......

-Sei il capitano della squadra e c'è un motivo . Sei il più bravo a tirare calci ad una palla come minimo e hai ancora giorni per allenarti a farlo anche meglio, la.partita andrà bene.....-
E adesso che cazzo gli dico ? Non sono il massimo a fare sti discorsi ne tanto meno con lui....Forse faccio meglio se la butto sul sesso . Quello almeno lo sappiamo fare bene .
-Ascoltami- gli giro la faccia con un dito sotto al mento perché era girato dall'altra parte e non ci voleva un genio a capire che non voleva farsi vedere in quello stato soprattutto da me .
-Venerdi sera io sarò qui ad aspettarti, se vinci passiamo la notte a festeggiare come piace a noi-
-E se perdiamo?- mi risponde lui
-E se perdi io ti aspetto lo stesso qua a consolarti come nessun altro potrebbe fare....nemmeno Mery- glielo dico sussurrato all'orecchio per farglielo entrare bene in testa. L'avevo chiamato ancora per cognome per mantenere una certa distanza e speravo davvero che fosse così tonto da non capire che la verità è che non sopporto a vederlo così. Continuo ad avere una voce nella testa che mi dice di prendermi cura di quel coglione e proteggerlo da tutto quello che c'è al di fuori di qui e dalle mie braccia .
Marco mi fa un sorriso che mi sgretola le mie difese.So come scoparlo ma non so come coccolarlo ma non mi allontanò da lui . Sta così bene qui sulla mia spalla che davvero sarei coglione io ad andarmene . È così.....così tenero che mi viene solo da accarezzargli i capelli .
Qualcosa era cambiato e lo sappiamo tutti e due. E i cambiamenti mi fanno paura , a volte ti salvano, a volte ti distruggono .

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