♥︎ 𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒖𝒆

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𝑮𝒊𝒂𝒓𝒅𝒊𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝑬𝒅𝒆𝒏 4004 𝒂.𝑪.

Non era facile la vita di un angelo, sempre ad eseguire ordini su ordini che il Grande Capo affidava in continuazione. Ma dico io, non aveva qualche partita, che so, di ruba mazzetto da fare?
E se la vita di un angelo era difficile, figuriamoci quella di un demone. Si, un demone, un caduto.

Che poi, vita per modo di dire, quella di creature sovrannaturali bibliche, era più un'esistenza forzata eterna, dirottata in un'unica e sola direzione: seguire la strada per il Grande Piano.
Il Grande Piano era un qualcosa di sconosciuto, di Ineffabile, ma che tutti seguivano senza obbiettare, sia angeli che demoni.
E tutto, partiva dal Giardino.

Se ne stava la, seduto sul cancello orientale del Giardino, con le gambe a penzoloni da quell'immenso muro grigio.
"Perché creare un paradiso terrestre?"
"E perché farlo, ma circondato da un muro?"
"Perché hanno sbagliato? Hanno solo mangiato una mela.."

La creatura dalle bellissime ali bianche, si faceva le stesse domande da più o meno quattro ore, senza però riuscire a formulare delle risposte.
"Fa tutto parte del Grande Piano, è Ineffabile, è ovviamente il piano di Dio, perciò è giusto così."
E per quattro ore non si era mosso.
Era sempre in quella posizione, mentre osservava Adamo ed Eva combattere con le peggio creature che c'erano all'esterno delle mura.

<<AH! Questa proprio non me la voglio perdere!>>

L'angelo volse il suo sguardo dietro di lui, dove su un albero poco lontano, se ne stava un demone.
Un bellissimo demone.
Si, quel demone era mozzafiato: i capelli lunghi scuri gli ricadevano sulle spalle in modo scomposto, la lunga veste nera metteva in risalto la sua carnagione chiarissima, e le sue ali nere, erano dannatamente magnifiche.
Ma era un demone.

<<Ehi biondino! Vieni qui, ci stiamo in due!>> disse il ragazzo facendo un cenno con la testa.

L'angelo aveva paura, insomma, era un demone! I demoni erano cattivi, e fanno tutto a loro scopo.
Ma quel demone...
Cosa aveva di cattivo quel demone?

L'angelo non parlò, si limitò solamente a muoversi fino a sedersi sul ramo insieme a lui.
Nessuno parlava.

L'angelo guardava in basso, ma non poté non lanciare qualche occhiata fugace all'altra creatura.
"Perché guarda sempre in alto?" pensò. Già, infatti, perché?

<<Non sei stanco di stare sotto gli ordini di paparino?>> disse ad un tratto il demone

<<Cosa?>> rispose la figura eterea.

<<Dico, non sei stanco di seguire un qualcosa che non sai nemmeno dove porta?>> rispose il demone tirando fuori una mela da dietro la schiena

<<Per Dio no! Io sono un angelo, non mi stancherò mai di seguire gli ordini del grande capo, mio caro..?>>

Il demone sospirò
<<..George! Mi chiamo George.>>

L'angelo rimase stupito da quel nome
<<George? Non lo vedo molto demoniaco>>

<<Lo so, infatti, ma mi piace. È.. originale.>>
E tornarono in silenzio.

Solo dopo l'angelo si accorse su quale albero stava poggiano i piedi.
<<Oh santo cielo! Sarò dannato! Mi hai fatto sedere sull'albero più importante del giardino! Oh mamma mia!>>
Iniziò a farsi i peggio scenari di lui che veniva spedito all'inferno a calci direttamente sul fondo della schiena, senza ali, con magari qualche animale strano che gli girava addosso e con gli occhi tutti neri.

𝙸𝚗𝚎𝚏𝚏𝚊𝚋𝚕𝚎 [𝙳𝚛𝚎𝚊𝚖𝙽𝚘𝚝𝙵𝚘𝚞𝚗𝚍]Where stories live. Discover now