Prologo

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𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
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Benvenutx in questa fanfiction! Sarà forse strana, non lo so, nel dubbio spero ti piaccia e che tu la voglia continuare. Gli aggiornamenti saranno più o meno recenti, i capitoli di media lunghezza, narrato in terza persona e che altro dire? W Kokonoi.
E se è anche il tuo personaggio preferito, diventiamo amici.
In ogni caso, buona lettura ✧.

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Dicembre 2018

Solita routine, solita tortura, sembrava non esserci via di fuga da quella monotonia, quella vita assidua e lineare, troppo dentro gli schemi. A Himari non ci vollero anni per sentirsi a suo agio, di più: prendeva il treno per giungere a Shibuya dalla periferia più lontana ogni mattina alle 8:15 senza mai ritardi, contrattempi, qualsiasi occasione sfuggita per strada, giungendo alla propria azienda videoludica entro le 9:00. Solito caffè nero, senza zucchero o al massimo una zolletta - quella era la svolta nella sua vita - per poi sedersi nella propria postazione e preparare bozze su bozze di differenti progetti. Che il lavoro le alleviasse la giornata valeva in parte, era piacevole disegnare, definire, modellare, ma lo svago stava meno quando stringevano i tempi di consegna e nessuno aveva tempo di apprezzare neanche l'illustrazione più semplice o quando davano incarichi tanto fuori dai suoi gusti personali che sentiva di avere il prurito alle mani tutto il giorno. 

«Shimizu Himari, giusto? Prego, ne prenda pure», un suo collega, da poco in azienda, le porse una fetta di torta durante la pausa e l'espressione di Himari poté eguagliare quella di una bambina al proprio compleanno, divorandola all'istante. Tra i colleghi artisti si distingueva per dei modi al quanto ''inusuali'', si mostrava spesso avventata o infantile ma era descritta da tutti come unica nel suo genere
«Ha visto il tailleur della direttrice? Ci vuole coraggio per uscire così», commentò il frivolo collega, facendole quasi sputare la torta. 
Quelli erano i momenti che la tenevano in piedi, piccoli e casuali, tra lavoro e casa, quando non veniva inghiottita da una folla o dai pensieri. In tali occasioni le balenavano in mente ricordi preziosi, indimenticabili, lasciandola sognante e con un sorriso sbarazzino senza aver il tempo di accorgersene.

Ma l'aria di festa nella saletta venne smorzata dall'arrivo di un collega con un giornale in mano e il volto stanco, sciupato, che balbettava frasi sconnesse senza considerare nessun altro. Himari colse dei dettagli evidenziati sul giornale, riguardanti l'ennesima truffa, l'ennesimo attentato, stavolta quasi alla luce del sole; le piccole organizzazioni criminali non parevano temere più nulla, sembravano godere nel vedere i cittadini crollare nella paura.

Lo sguardo spento di Himari si alzò lentamente verso la figura stante del collega, respirando con affanno e circondato dagli altri. Quegli eventi la rimandavano coi piedi per terra, motivo per il quale era ancora lì dopo anni e non avrebbe dovuto lamentarsi di una posizione più che stabile, di tale noia, visti gli stimoli esterni quanto potessero divenire fatali.

Ricordò bene com'era ai tempi, da ragazzini non si rifletteva poi tanto delle conseguenze; scivolavano via come gocce d'acqua in una tempesta, fin quando non subentravano i tuoni. Per quanto ci fosse entrata in piccole criminalità, ai tempi davvero quasi indifferenti, sentiva in lontananza quel boato ma non temeva mai i fulmini. Avrebbe dovuto limitarsi a guardare la pioggia da dietro un vetro opaco come ora ma lei si sentiva protagonista e ballava sotto la pioggia, sentendone l'immancabile nostalgia.

Le mancavano quei tempi di gioia e di pianti, ma dove sentiva vere emozioni e soprattutto dove c'era lei. Sembrava passata un'eternità. 

With You | 𝐓𝐎𝐊𝐘𝐎 𝐑𝐄𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒 {𝑾𝒉𝒂𝒕 𝑰𝒇?}Where stories live. Discover now