fire on (part. 1)

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Nigel

Fa caldo, eccessivamente caldo. I condizionatori non funzionano e non è chissà quale novità.

"Cazzo, mi sto sciogliendo" si lamenta Jered, mentre ci dirigiamo in mensa per fare colazione.

"Cammina e non rompere le palle Jer" urla Finn, una delle guarde che ci sta scortando e forse l'unico con cui abbiamo in rapportò definibile pressoché normale.

"Amico, sei per caso immune al caldo?" chiede il mio amico fintamente sorpreso, provocandomi una risata che riesco a trattenere.

Stanotte non ho chiuso occhio, solitamente mi consegnano una dose si sonnifero ogni sera assieme alla cena, ma dato che ieri ho preferito non andarci, non l'ho avuta. 

Il sole batte caldo sulle finestre della mensa, illuminando il metallo dei tavoli e delle sedie grigiastre.
La stanza è composta da diverse isole da sei posti, alcune anche da dieci per permettere a tutti di trovare posto.
Trascino le gambe verso il tavolo in fondo, un po' meno illuminato dai raggi solari cocenti, seguito da Jered.

"Questo dovrebbe essere meno caldo"
Appoggio la mia colazione, composta da pane e caffè.

"Sento caldo lo stesso" si lamenta sonoramente emettendo uno sbuffo.

"Cazzo Jer, non ti va bene niente" ridacchio, mentre scolo la tazza di caffè, mi servirà per affrontare la giornata con zero ore di sonno.

"Non vedi che sto grondando di sudore?"

"Non sei l'unico" gli dico con tono ovvio.

"Passami l'acqua"
Improvvisamente sembra illuminarsi.
Gliela passo guardandolo con sospetto.

"Che vuoi fare?"

"Guarda e impara"

E in un baleno si versa addosso due bicchieri d'acqua, bagnando la maglia che comincia a schiarirsi mostrando il petto allenato.

"Sono un fottuto genio cazzo!" urla rivolgendosi a tutti che sembrano aver visto Einstein, poiché anche loro prendono i loro bicchieri e se li versano a vicenda.

"Poi quando si riaccenderanno i condizionatori non lamentarti se avrai la broncopolmonite" lo avverto.

"Ah mi era sfuggito avvertirti di una cosa" sussurra guardandosi intorno guardingo, ignorando la mia avvertenza.
Corruccio lo sguardo.

"Se devi scambiarti bigliettini romantici con quella, impegnati almeno a non lasciare tracce"

Che cazzo?

Prima che io gli chieda spiegazioni, sfila un pezzo di carta dalla tasca con un'espressione che urla 'ti ho colto con le mani nel sacco' da tutte le parti. Faccio scorrere la mano sul volto, mantenendo una calma innaturale.

Me ne ero dimenticato.

"Dai qua"
Con un gesto fulmineo glielo strappo dalle mani, accartocciandolo tra le mie dita per poi riporlo nella mia tasca.

"E non fare quella faccia da coglione, è lei che ci tiene a mandarmi queste stronz-"

"Ho capito amico, non ti incazzare" mi blocca prontamente, mentre un'espressione furba si fa spazio sul suo volto.

"Piantala, non abbiamo cinque anni"
Lo incenerisco con lo sguardo, costringendolo a reprimere la sua risata in una smorfia.

Cosa gli fa ridere, esattamente?

"Scusa, ma dovresti vedere la tua faccia"
Scoppia in una sonora risata addossando su di noi gli sguardi dei presenti.

"Io, invece, sono sicuro che tu non voglia vedere la tua tra cinque minuti"

ᴘʀɪꜱᴏɴᴇʀ ʜᴇᴀʀᴛꜱWhere stories live. Discover now