SCIMMIA (circo)

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Ecco che arrivava di nuovo, per l'ennesima volta, quel maledetto furgone colorato.

La scimmia aveva il terrore di salirci nuovamente, preferiva rimanere nella sua gabbia che venire di nuovo, per l'ennesima volta, sfruttata per scopi ludici.

Si sentiva un inutile oggetto, un qualcosa di insignificante, un giochino usa e getta.

Lei doveva stare in natura, viversi la sua vita in pace all'ordine di banane, alberi e amicizie.

-Prendila.-

La voce autorevole del suo padrone la fece rabbrivide. Due mani la raggiunsero afferrandola ai fianchi.

Lei tentò di divincolarsi, quello era l'unico momento in cui poteva finalmente scappare, ma una strana sensazione la invase  per tutto il corpo, facendole perdere di colpo la voglia di muoversi, di vivere.

Davanti ai suoi occhi cominciarono a ballare puntini neri, e l'ultima cosa che vide fu il sorriso sadico dell'uomo che aveva davanti, e una siringa vuota. Un sedativo.

Quegli umani l'avevano drogata! Adesso le sarebbe toccata di nuova la solita routine: essere adagiata sul camion variopinto, portata al circo e venire usata come un giocattolo.

La scimmia non capiva perché fossero così cattivi, gli umani.

Perché non si mettevano nei suoi panni? Perché non volevano capire come si sentisse? 

Tutta questa ignoranza portò la scimmia a vivere per sempre nella sua solitudine sfruttata.

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