FORMICA

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-Ehi! Larry, attento!-

La formica lavoratrice fece fremere le antenne per chiamare il suo amico che stava trasportando un sasso grigiastro.

-Che c'è, Harry?- l'altro gli rispose da sotto il peso di quell'oggetto. Larry non si era accorto della figura imponente che incombeva su di lui. Era più piccola rispetto alle altre che passavano giornalmente ma questo non riduceva il suo parametro di pericolosità.

-LARRY, SANTA REGINA FORMICA, LEVATI DA LÀ SOTTO!-

Un qualcosa di gigante si stava abbassando sopra la piccola formica minacciando di schiacciarla. Accorgendosene, Larry spostò le sue antenne sopra di sè e percepì diversi spostamenti.

Una scimmia evoluta stava per ucciderlo, e la formica dovette lasciare il suo sasso per correre, seguito da Harry, nel formicaio.

In qualche modo anomalo una foglia si posò davanti a Larry, che si fermò, tastandola con le sue zampette. Capendo che fosse una trappola tentò di fare il giro dell'oggetto che in qualche modo si muoveva veloce bloccandogli la strada, e l'unica cosa che potè fare nella speranza di salvarsi fu aggrapparsi alla foglia e salirci sopra.

Successe tutto in poco tempo. Troppo poco, per capirci qualcosa. La formica era a pochi centimetri da un grande viso. Due occhi curiosi, giovani, pieni di vita la fissavano, le iridi castane illuminate dal sole.

Larry tentò di trovare un modo per scendere, si mise a fare il giro della foglia svariate volte, su e giù, destra e sinistra, ma niente. Non poteva scendere.

-Pf... formiche...- il cucciolo di umano guardò per l'ultima volta la formica, stavolta con occhi malvagi, quindi soffiò su di lei, e Larry volò giù dalla foglia, dando l'allarme con un urlo, probabilmente il suo ultimo. Poi vide tutto nero.

***

-Oh no...- Harry, accorgendosi della scomparsa dell'amico, si affacciò dal formicaio per vedere se stesse arrivando o meno.

Tante formiche gli passavano accanto, evitandolo e portando pesi che erano il triplo dei loro esili corpi, ma in quel momento, quando vide il suo amico per terra, immobile, per lui ci fu solo l'altra formica.

Nessuno gli stava più passando vicino. Nessuno lo sfiorava, nessuno gli diceva più di levarsi di mezzo. Lui doveva andare da Larry. Adesso.

Si mosse verso di lui senza neanche accorgersene, la paura di averlo perso per sempre lo stava torturando.

La formica fece zig zag tra sassolini, brecciolini, foglie, petali e qualche ciuffo d'erba portato lì per caso dal vento. Appena arrivò da Larry capì che gli rimaneva davvero poco tempo.

Aveva il respiro corto e non riusciva a parlare, ma comunque le formiche erano ancora in grado di salvarlo.

Harry afferrò il suo amico e lo trascinò di peso verso il formicaio, dove le altre formiche si scansarono guardando la scena. Ormai era all'ordine del giorno perdere compagni, amici, parenti, ma questo non voleva dire che dovevano vivere nella paura e nella tristezza.

La vita va avanti, che noi lo vogliamo o meno, e ci può portare dispiaceri e piaceri.

In questo caso, malgrado Harry, il suo amico d'infanzia non ce la fece. La caduta fu davvero troppo grande per un esserino come lui.

Se solo gli umani ogni tanto si mettessero nei panni degli animali, probabilmente capirebbero cosa si prova.

We're animalsWhere stories live. Discover now