4 - La madre degli stupidi è sempre incinta

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Lauren era seduta da un'ora nell'ufficio del capo dell'FBI. Un agente era dietro di lei, in piedi, le mani incrociate dietro la schiena. Maggie non l'aveva ancora vista e nessuno le aveva ancora parlato. Quando era arrivata le avevano solo detto dove accomodarsi e di aspettare.
Stava cominciando a stancarsi quando la porta si aprì ed entrò l'uomo che l'aveva comvocata, Edward Callen, facente funzioni di capo dell'FBI da 5 anni al
meno. Lei era tranquilla. Aveva sistemato i suoi affari e quindi lo fissò negli occhi serena.

Lui le sorrise brevemente, ma era un sorriso che non arrivava agli occhi. Poi si accomodò di fronte a lei e si fece serio. Maggie entrò subito dopo e si mise di fianco al collega, dietro di lei. Lauren non la guardò perchè sapeva che non sarebbe stata vista bene qualsiasi confidenza fra loro. Callen si schiarì la voce e cominciò a parlare.

"Bene, signora Jauregui. Non penso ci sia bisogno di dire molto. Ho apprezzato che sia venuta qui senza i suoi avvocati.

Lei rimase calma e rispose. "Ho già conferito con i miei avvocati prima di venire qui e concordano con me con quanto ho deciso."

"E sarebbe? Perchè vede noi siamo in possesso di prove di quanto lei ha fatto in Messico."

"E cosa avrei fatto?" Chiese lei per nulla agitata.

"Si è avvalsa delle sue guardie personali e di un commando di ribelli in loco per annientare un gruppo di uomini in Messico e ha ucciso l'agente Austin Parker." Disse piuttosto infervorato l'uomo. Le sue vene del collo si erano ingrossate.

"Ha le prove di quanto afferma?"  Chiese Lauren senza variare il tono della sua voce.

"Abbiamo ricevuto da fonte anonima una dichiarazione registrata della signorina Alexa Tanner su quello che ha fatto in Messico ed è stato confermato che lo stesso giorno del massacro il suo aereo ha registrato un volo dagli Stati Uniti al Messico."

Lauren accavallò le gambe e pose le mani incrociate sulle ginocchia. Era arrabbiata, ma doveva il suo autocontrollo ad anni nei meeting d'affari con uomini misogini e incapaci di accettare una donna al potere. Avevano la registrazione dello stupro e della tortura di Alexa, ma si preoccupavano di lei invece che dei veri colpevoli.
"Le mie guardie, Cara Allen e Khallan McFaren mi hanno chiesto il jet della Compagnia per una vacanza di pochi giorni."

"Mi faccia il piacere... Lei concede il suo Jet personale al suo staff?" Fece l'uomo ridendo.

"Signor Callen loro mi proteggono ogni giorno e rischiano la vita per me. Sono multi bilionaria e non ho alcun problema a far loro favori quando me lo chiedono. Sono mie proprietà di cui posso disporre come meglio credo."
'O almeno lo erano... ' pensò Lauren. "INOLTRE" continuò alzando il tono della voce per un momento, facendo capire tutta la sua irritazione all'uomo che le stava di fronte. "... Non credo che la dichiarazione di una persona che per averla è stata stuprata e torturata per ore e alla fine uccisa come lei ben sa sia considerata valida in un tribunale. Dovreste preoccuparvi di chi ve l'ha mandata invece che di me."

Callen divenne bordeaux. "Lei non deve dirmi come fare il mio lavoro.... È una criminale. Ha ucciso un'agente dell'FBI." Urlò lui.

"Io NON ero là e NON ho ucciso nessuno. Ho testimoni pronti a giurarlo. Mi pare che abbiate fatto le vostre indagini e tutte le prove del caso senza trovare evidenze che io abbia sparato." Che lo avessero fatto poi sua moglie, Maggie o altri non era importante. No, affatto... "Quindi se le sue 'accuse' si basano solo su questa 'confessione' estorta nel modo che conosciamo, mi spiace dirle che non hanno alcun valore legale." Concluse Lauren con un mezzo sorriso che fece imbestialire ancora di più Callen.

"Troverò il modo di sbatterla in carcere a vita, Jauregui. Lei è proprio come suo padre." Affermò lui.

Lauren si alzò bruscamente. "Signor Callen... È stato accertato da uomini ben migliori di lei molto tempo fa che mio padre non era coinvolto nella mafia. Aveva solo conoscenze dall'infanzia dovute al fatto di essere cresciuti tutti nello stesso paese d'origine. I nostri affari sono puliti. Le consiglio di fare molta attenzione alle sue affermazioni." Disse serafica lei.
"Altrimenti?!! Voi riciclate di certo il loro denaro sporco."

"Signore!" Si intromise Maggie che non ne poteva più. "Non ha prove di quanto afferma."

Lui la fissò con rabbia. "STIA ZITTA, Bell! Lei è già abbastanza nei guai." Disse Callen con voce alterata.

In quel momento Lauren fu contenta di aver fatto ripulire da esperti la zona del massacro fino a rimuovere eventuale dna, pallottole e bossoli. Maggie avvanzò fino alla scrivania, posò sulla superficie levigata la sua pistola, il distintivo e una lettera.
"Le rassegno seduta stante le mie dimissioni, Callen." Fece lei sicura.
"Lei non può..." cominciò lui, ma fu interrotto dalla donna.
"Oh... si che posso e lo voglio anche. Ho già fatto registrare tutto." Disse, infine, senza degnarlo di uno sguardo. Poi si rivolse a Lauren. "Credo che qui abbiamo finito, Lauren."
L'altra annuì e si alzò seguendola fuori dell'ufficio, mentre il capo dell'FBI gridò loro che non era finita lì.
"Parliamo fuori di qui" le sussurrò Maggie a un'orecchio. Quindi presero l'ascensore per il parcheggio sotterraneo dove le attendeva l'auto di Lauren con le sue guardie del corpo.

Quando furono scese e lontane da orecchie indiscrete Lauren le parlò. "Cosa  farai ora? Non eri costretta a farlo." La corvina era dispiaciuta per lei.
"Inbece, si. L'FBI è corrotta ormai. Non avevo prospettive di carriera e non sono la sola a pensarlo fra i miei colleghi."
Lauren sembrò riflettere alcuni istanti poi la guardò sorridendo.
" Che ne dici di entrare nel mio staff di sicurezza? La paga è buona e puoi tranquillamente far venire tutti i colleghi che vuoi."
"Davvero?" Fece la mora stupita.
"Certo, ne avrò bisogno!"
"Allora parlo.con alcuni amici fidati e poi ti chiamo."
"Avrò bisogno di te presto. Domani ho un incontro con il Consiglio della Compagnia, ma invierò un gruppo dove pensiamo sia tenuta Taylor. Voglio evitare che la portino fuori del paese, dopo sarebbe difficile rintracciarla."
Maggie annuì. "Dammi qualche ora. Ti richiamo in serata."
La mora annuì e l'abbracciò.
Il suo autista le aprì lo sportello anteriore dell'auto e intravvide Cara che l'aspettava già all'interno. La salutò, entrò e partirono. Lauren, intanto, pensava a come l'avrebbe presa Camila. Sapeva che si sarebbe infuriata per ciò che aveva fatto. Ma era il solo modo per salvare tutti.


Vi proteggeró perché vi amo... Sequel di Vi proteggeró Where stories live. Discover now