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"Altri sette ragazzi scomparsi nel nulla sette giorni fa e ancora non si hanno tracce o indizi sui precedenti 42 rapimenti. La poliza e l'FBI stanno facendo il possibile, ma i ragazzi e le ragazze rapiti sembrano come essersi dissolti nel nulla data la mancanza di prove o colpevoli. Come sempre, per oggi, è tutto e mi raccomando, restate sintonizzati sulla nostra stazione ra-"

"Mamma, hai sentito che hanno detto al notiziario?" il ragazzo dai capelli blu spense la TV e, sedendo sul divano, si voltò verso la madre in cucina che era intenta a lavare i piatti della cena, mentre la pioggia che cadeva per le strade faceva da sottofondo e li accompagnava da più di due ore consecutive.
"Si che ho sentito, poveri ragazzi..." mormorò la donna con voce sconsolata.
"Dici che li troveranno? Che... Che lo troveranno?..." il ragazzo si alzò dal divano solo per poi andarsi a sedere sul bancone della cucina, dondolando le gambe come un ragazzino.
"Già mi sorprende che abbiano iniziato le ricerche, quindi... no. Non penso che lo troveranno, è inutile persino sperarci." la voce era fredda ma il figlio non ci fece molto caso data che quella era la normalità.
"Mh..." fu l'unico suono che emise il ragazzo, con il cuore stretto in una dolorosa morsa per le ultime parole dette dalla madre.

"Comunque, chiudi a chiave la finestra della tua camera, sta sera. I ragazzi che hanno rapito recentemente sono tutti di questa città..." quest'informazione fece raggelare il sangue al ragazzo che, preso dall'ansia, annuì velocemente prima di correre per il corridoio e serrare la finestra.
Dopo aver sospirato, ed aver tirato giù le tende, si sedette sul letto a controllare le notifiche arrivate dalle varie app ma, passato qualche minuto, un piccolo e inaspettato 'ding' di notifica lo fece sobbalzare.

"Ma che...?" mormorò confuso e con le sopracciglia ciglia corrucciate.
Un numero sconosciuto, senza prefisso, gli aveva appena mandato un video che si presentava con la facciata iniziale tutta nera.
Si fermò un attimo con il telefono in mano, pensando se dirlo a sua madre o no, ma poi arrivò ad una conclusione.

Ho diciassette anni, non ho bisogno del permesso di mamma per rispondere ad un numero sconosciuto...
E poi che sarà mai... Il peggio che potrebbe apparirmi è un video di nudi

Ridacchiò tra se e se prima di aprire il video, ma di tutto poteva aspettarsi meno che il vero contenuto...

Si sentivano respiri di fatica e passi veloci ma stanchi. Il video non era per niente chiaro dato che la persona che lo filmava stava chuaramente correndo. Il blu aveva una smorfia confusa in viso e stava iniziando a pensare che fosse tutto un qualche stupido scherzo da uno dei suoi compagni di classe, ma in un attimo si ricredette. Il viso del 'regista' fu inquadrato e il sangue del ragazzo si raggelò nelle sue vene.

"B-Beom...?" gli occhi del ragazzo erano spalancati e piano si stavano riempiendo di lacrime e il respiro era veloce e instabile. Sentiva il cuore battergli nelle orecchie e più guardava il video, più la confusione e il terrore prendevano il sopravvento della sua povera mente.
"N-Non... Non capisco..." la voce si ruppe quando una lacrima solitaria scese dal suo occhio, mentre i brividi gli percorrevano la schiena, sudando freddo.

Il video era confuso, sfocato e pieno di interferenze che storpiavano i suoni e l'ambiente della registrazione e il ragazzo all'interno stava correndo con tutte le sue forze, quasi stesse scappando da qualcuno, da qualcosa e di sottofondo, passi pesanti e ruggiti grotteschi di quello che pareva essere un animale, ma che chiaramente non era.

Aiuto, aiuto chiamava il ragazzo nel video con strazianti urli di terrore, ma in un attimo il silenzio e il blu dovette coprirsi la bocca per impedirsi di urlare.

Beomgyu era stato preso.

Il dispositivo della registrazione cadde a terra, così come il corpo del suo proprietario il cui cranio venne schiacciato brutalmente al suolo, producendo un rumore disgustoso e raccapricciante d'ossa frantumate mentre il pavimento veniva invaso dal sangue e dalle cervella.

Il blu non ce la fece a finire il video.
Dovette correre in bagno a causa dei conati di vomito che stavano risalendo lungo la gola. Si inginocchiò di fronte al wc nel cui rigettò tutta la cena contenuta nel suo stomaco, con le mani a sorreggerlo, il viso rosso per lo sforzo e gli occhi lucidi per il dolore alla gola.

Sputò fino all'ultimo residuo di cibo e tossì per l'incessante bruciore alla faringe. Appena ebbe finito si lasciò sedere a peso morto sulle fredde mattonelle, con la schiena pioggiata al muro e si pulì le labbra con la carta igienica prima di prendere un respiro profondo. Poggiò il capo al muro e i suoi occhi si fermarono a fissare la luce accecante a LED che era posta al soffitto e non importava quanto le sue cornee bruciassero per la forte luce, stava cercando di elaborare la scena a cui aveva appena assistito. Sembrava surreale, era surreale, ma alla fine arrivò ad una sola conclusione: Beomgyu, il suo ragazzo scomparso da più di due settimane, era appena stato ucciso in un posto sconosciuto, da una creatura sconosciuta.

Il diciassettenne si rifiutava di crederci, ma quella era l'orribile verità che lo aveva appena colpito come un macigno. Una cosa era certa, questa volta non lo avrebbero ritrovato...

proprio come diceva mamma...

Lentamente si alzò dal pavimento, si lavò i denti, sciacquò il viso (inutilmente aggiungerei visto che le lacrime continuarono a scorrere sulle sue guance) e tornò in camera dove, sul letto, il telefono con il video in pausa lo aspettava.

"ti prego... ti prego... ti prego..." ripeteva come un mantra, sottovoce e senza respiro mentre si sedeva sul letto con le gambe tremanti che quasi non lo reggevano più e pregava, a una qualsiasi entità, di far si che tutto quello fosse solo uno scherzo di cattivo gusto.
Strizzò gli occhi e si morse le labbra, prima di prendere il telefono in mano e spegnerlo dato che era arrivato alla sua fine.
Il suo primo pensiero fu di mostrarlo alla madre, ma sapeva che l'adulta, anche di fronte a chiare prove, non gli avrebbe creduto e avrebbe pensato fosse un montaggio, quindi restò semplicemente lì a fissare il vuoto mentre cercava di metabolizzare il fatto che non avrebbe mai più visto il suo amato Beomgyu.

Dopo una buona mezz'ora, passata nel silenzio a fissare la parete mentre le lacrime scendevano, anche se il ragazzo aveva uno sguardo vuoto e privo di emozione, posò il cellulare sul comodino e lo mise in carica prima di cambiarsi in un pantalone nero di tuta ed una felpa del medesimo colore.

Decise di andare a fare una passeggiata per schiarirsi le idee, come aveva sempre fatto la sera da ormai due anni e mezzo, quindi si prese una delle tante paia di Converse che teneva nell'armadio. Si sedette sul letto e infilò le scarpe, piegandosi poi per allacciare prima una e poi l'altra, ma le mani tremavano quindi dovette rifare il fiocco più e più volte, ignorando l'aria che si era improvvisamente fatta glaciale.

Un piccolo, ma inaspettato, giramento di testa colpì il ragazzo che dovette aggrapparsi alle lenzuola per non finire a terra. Ma subito un improvviso senso di vuoto sotto di se e la sensazione di star cadendo, gli fecero perdere un battito per la paura, costringendolo a strizzare gli occhi.

































"Jisung, c'è tuo padre al telefono, dagli la buonan-..." la madre irruppe nella camera, ma rimase paralizzata non appena trovò la camera vuota.
"Jisung...?" mormorò, con ancora il telefono all'orecchio, ma del ragazzo non vi era nessuna ombra.

SPAZIO SCRITTORE PAZZO SGRAVATO :D

Zalve gays :3

Well...

Si

Insomma

Primo capitolo tadaaaà 🤡

Povero Beomgyu comunque 😭
Btw ho letteralmente preso un Idol a caso perché mi serviva qualcuno da sacrificare per il primo capitolo e non sapevo chi cazzo prendere quindi è toccato a lui 🧍

Btw pt 2

Spero vi piaccia come inizio storia 😭🫶

Enniente

Ci vediamo al prossimo capitolo...(⁠◍⁠•⁠ᴗ⁠•⁠◍⁠)♡

🌸🌸Ace•Micky🌸🌸

The Backrooms  /a Minsung story/Where stories live. Discover now