Capitolo 7: 𝑁𝑜𝑡𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑒' 𝑠𝑖𝑛𝑜𝑛𝑖𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑏𝑢𝑖𝑜

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Mi ritrovai di fronte a cinque persone. Su per giù sembravano avere tutte la mia età, ma riconobbi subito dal colore dei loro occhi, dalla stazza e dai loro capelli che erano Magus. Rimasi per un lungo istante ad osservarli, studiarli. Mi concentrai per primo su un ragazzo e poi sulla ragazza affianco, avevano catturato la mia attenzione le sfumature rossastre dei loro capelli e gli occhi accesi un vivace arancione.

Di fronte a loro, a fare da scherno al mio arrivo, c'era un uomo alto e con spalle possenti. Aveva occhi verdi e capelli biondi, perciò doveva appartenere all'elemento acqua. Rivolgeva sorrisi scintillanti e affascinanti alle serve che si dirigevano verso l'interno del castello con i cesti di vestiti pieni.

Tutti quei secoli vissuti nell'ombra e nelle poche uscite da Tolv Maner, mi avevano permesso di studiare i Magus. Gli elementi a cui erano legati, i loro poteri in qualche modo influenzavano anche il loro carattere. Ed era così anche per noi Ingannatrici.
I Figli del Fuoco avevano decisamente un temperamento acceso e difficile da contrastare. Erano dotati di grande intraprendenza e coraggio ineguagliabile. Tuttavia, si arrabbiavano con estrema facilità, tanto che stare vicino ad uno di loro in un momento d'ira era come segnare il momento della propria morte. Al contrario, gli appartenenti alla stirpe Acqua, erano dominati da una calma placida e una buona dose di empatia a comprendere e percepire lo stato d'animo altrui. Forse quest'ultimo aspetto li rendeva particolarmente bravi nella manipolazione. Anche chi aveva il dono dell'elemento aria, era un prodigio nella manipolazione verbale, ma solo grazie prodigioso intelletto che possedevano. Nemmeno uno di loro non aveva una propensione alle arti o alle scienze. C'era chi adorava l'astronomia, chi la scultura, chi la medicina. Gli inventori più famosi erano tutti Figli dell'Aria. I Magus di Terra invece erano più basici, dotati di grande pazienza, ma di una forza ineguagliabile, erano sempre impiegati nei mestieri più duri e fondamentali. I fabbri, ad esempio, erano tutti Magus di Terra. Erano anime gentili e particolarmente facili da ingannare. Li preferivo agli altri proprio per questo.

Uno di loro ad un tratto ricambiò il mio sguardo circospetto. Aveva le iridi azzurre e corti capelli color argento, se ne stava a braccia incrociate con un broncio che la diceva lunga sulla sua voglia di fare la mia conoscenza. Erano caratteristiche inconsuete, ma non meno riconducibili all'elemento aria.

Infine, non poteva mancare un'altra ragazza dell'elemento terra, con lentiggini ramate e gli occhi color sabbia, simili a quelli di Nisha. A dirla tutta, le somigliava.

Dovevano essere amici, perché si stuzzicavano con colpetti e prese in giro, come se io non ci fossi. E in un primo momento preferii fosse così. Studiarli era una parte fondamentale del piano, mi serviva sapere quali fossero i loro punti di forza per poter insegnare loro a muoversi nelle ombre e anche i loro punti deboli, per potermi difendere nel caso in cui il Principe decidesse di punto in bianco di farmi fuori. Indossavano tutti una divisa da guerra, con polsiere e parastinchi in cuoio, pesanti stivali neri da cavallo e tuniche altrettanto scure tanto rigide da mettere in risalto i fisici allentati. Questo era decisamente il punto a loro svantaggio. Avrebbero fatto fatica a passare inosservati. Soprattutto il ragazzo dagli occhi verdi, che aveva una stazza più grande persino della media dei Magus.

Roysyn mi diede un colpetto delicato.
«Milady, preferite che vi presenti io?»
«Shh, taci Roysyn.» lo fermai prima che ci sentissero. Troppo tardi.

Erano Magus e avevano l'udito sviluppato.
Già, quello che io non possedevo più.
Se solo avessi avuto i miei poteri...

Sentii una fitta al petto di dolore. Iniziavo davvero ad averne nostalgia e ad essere preoccupata. Spostavo di continuo la lancetta dell'attenzione su altri problemi da risolvere in quelle circostanze, perché concentrami sulla perdita di poteri, mi avrebbe fatto soffrire più del resto. Mi proteggevo dal dolore in quel modo. Il problema era che quando ci pensavo, le fitte erano più devastanti.

Figlia del Caos - Darkness & DeceptionNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ