Capitolo 6: 𝑈𝑛𝑎 𝑙𝑢𝑠𝑖𝑛𝑔𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑠𝑎𝑝𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜𝑠𝑜

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Roysyn mi aveva scortata, con mia grande sorpresa, fino alla camera in cui mi ero cambiata prima della cena con il Principe.
A quanto pareva, accettare quell'accordo mi aveva fatto acquisire il ruolo di vera ospite e non di prigioniera. Mi ritrovai per un lungo momento da sola, avrei dovuto liberarmi dei vestiti e dei gioielli con cui mi aveva addobbata Nisha. Invece, feci avanti e indietro per la camera, gli stivali emettevano un costante rumore a scandire il tempo che passava mentre riflettevo.
Perché il Principe salvasse Cali, io dovevo insegnare ai suoi uomini a muoversi nelle ombre di Gealyqui.
Si, ma come?
Non avevo i miei poteri e non sapevo se senza di essi ne sarei comunque stata capace. Non era una capacità che si poteva sviluppare in pochi mesi, io ci avevo messo anni a risultare invisibile anche quando la luce del giorno era nel pieno del suo vigore. Orientarsi nel buio era una cosa, muoversi e nascondersi fra le ombre era un'altra.
Non era così facile sfruttare la distrazione delle persone. Soprattutto non di soldati Magus addestrati ad essere sempre sull'attenti. La sensibilità di chi ha dei doni é nettamente superiore a quella di un qualsiasi umano. E quando mi ero imbattuta in una situazione del genere avevo sempre usato i miei doni dell'Inganno e del Caos per creare distrazione. Insegnare a qualcun altro farlo, ad utilizzare la velocità giusta, la scaltrezza e il flusso di un qualsiasi vento per spostarsi in ombra, era un'impresa già abbastanza difficile. Senza poteri mi sembrava impossibile.
Ma non potevo sottrarmi e non potevo assolutamente permettere che il Principe scoprisse che non avevo i poteri. Da pedina indispensabile quale ero nel suo piano, sarei diventata inutile e forse, a quel punto, mi avrebbe fatto fuori. Ci avrebbe fatto fuori.
O ci avrebbe usato per attirare l'attenzione dei reali, dandoci in pasto come agnelli sacrificali.
Questa volta, più di tutta la mia vita, avrei dovuto fingere. Ingannare senza poteri.

Qualcuno bussò alla porta e interruppe il turbinio insistente dei miei pensieri.

«Milady, posso entrare?» la voce soffice e tranquilla di Nisha arrivò dallo spiraglio di porta che doveva aver aperto.
«Sì, Nisha.» dissi.
Si posizionò di fronte a me, dopo un teatrale inchino, con le mani giunte dietro la schiena.
Odiavo quei convenevoli.
«Sono venuta ad aiutarvi a togliere il vestito e i gioielli.»
La scrutai attentamente di nuovo.

«Posso farlo anche da sola. Andate pure a dormire Nisha, è tardi e domani vi ritroverete stanca.»

«Oh no, Milady, non vi preoccupate, sono abituata a certi ritmi e vi assicuro che da sola non riuscirete a slegare quel corsetto.» fece cenno verso di me.

Aveva ragione. E poi ero stanca. Molto stanca.

Tra le tante cose che a quanto pareva, non possedevo più, dopo aver perso i poteri, c'era proprio la veloce ripresa. Sentivo ancora male ai polsi e in vari punti del corpo, ero sicura che stavano spuntando dei lividi. Le gambe pesavano ancora come due macigni e Nisha, per la seconda volta, mi sembrava davvero l'unica in quel posto che mi avrebbe reso il soggiorno più vivibile.

«D'accordo, a patto che smettiate di chiamarmi Milady, mi sembrate Roysyn con la sua petulanza.» affermai.

Lei sghignazzò e si avvicinò.

«Va bene, la smetto.» allungò le mani e mi tolse gli orecchini.

«Sapete da quanti secoli vive il Principe?» domandai fissandola mentre cercava di sganciare il collier.

«No, in realtà il Principe...» si interruppe.

«Non vuole che condividiate informazioni con me. Lo so. Nemmeno io al suo posto lo vorrei, più informazioni un nemico ottiene e più si diventa facili bersagli.» alzai gli occhi al cielo.

«È vero, ma la vera ragione per cui non condivido con voi delle informazioni sul suo conto, è che di lui sappiamo davvero poco.» affermò. «Certo, sappiamo molto sulla sua quotidianità, le sue preferenze e le sue apparenti ossessioni. Ma non ha mai condiviso apertamente con nessuno la sua età e le sue origini, le sue vere origini, non quelle che circolano di voce in voce.»

Figlia del Caos - Darkness & DeceptionOn viuen les histories. Descobreix ara