CAPITOLO 2: La punizione ineffabile

41 0 0
                                    

Quella mattina, quando Crowley apre gli occhi, il letto è già vuoto.

Sbuffa, ma ridacchia al contempo: è piuttosto certo che il suo angioletto sia intento a preparare una delle sue magnifiche colazioni.

Se continua a viziarlo così, finirà col mettere anche lui un po' di pancia!

Si alza fischiettando e raggiunge il bagno, grattandosi in modo poco elegante una chiappa.

Dopodiché, si avvia in cucina.

Ci sono delle uova nella padella, ma il fuoco è spento.

Al contrario del televisore che, a volume basso, continua a riprodurre le ultime news del telegiornale.

Il demone si guarda intorno, smarrito.

-Azi?

Ci vuole un bel po' prima che capisca che, a tutti gli effetti, senza ombra di dubbio, l'angelo non è in casa.

Dopo aver ciondolato nudo per casa senza meta, accigliato, si veste.

Finisce di cuocere le uova ed alza il volume della televisione.

Ancora con la bocca piena, compone il numero di Aziraphale.

-Sei uscito presto, stamattina.-esordisce, senza nemmeno un saluto, con la cornetta incastrata tra guancia e collo.

-Io... Sì.-mormora incerto l'angelo, stringendo nervoso il telefono tra le mani. Non avrebbe dovuto rispondere...

-Potevi almeno salutare!-borbotta, infastidito, ingurgitando un altro boccone.

Dall'altra parte non gli risponde che il silenzio.

-Hai sentito alla televisione? Sembra che dovremo stare a casa per un po'.-riprende la parola il demone, con tranquillità e una nota di malizia.-Preferisci che venga io, o stiamo da me?

-No.-risponde l'angelo, dopo qualche tentennamento.

-No cosa?

-Non dovremmo vederci.-chiarisce, sforzandosi con tutto se stesso per mantenere un tono quanto più deciso possibile.-Mai più.

Il demone abbandona la forchetta e prende in mano la cornetta. Ha tutta la sua completa attenzione, ora.

-Aziraphale, cosa diavolo stai dicendo?

-È stato solo un grande errore. Addio, Crowley.

L'avviso sonoro della chiamata chiusa penetra nella mente del demone come un martello che lo percuote e gli sconquassa le membra.

Abbandona la cornetta senza nemmeno preoccuparsi di riattaccare.

Si alza dal tavolo e con una glaciale determinazione recupera le chiavi dell'auto.

Quando passa davanti ad uno specchio e scopre i suoi occhi umidi, provvede a celarli con i suoi non più così immancabili occhiali.

Dopodiché esce di casa. Sbatte la porta che rimbalza e la lascia spalancata dietro di sé.

E con la medesima irruenza apre la porta della libreria di Aziraphale, come una furia.

Dietro di lui, in strada, la Bentley ha la portiera aperta e la radio al massimo che riproduce le note di "Don't stop me now".

-Che significa?-sbotta, fuori di sé.

Sul volto di Aziraphale è palese lo smarrimento e la difficoltà della situazione.

Avrebbe dovuto chiudersi a chiave dentro.

Non è arrivato in tempo alla porta che lui...

Sospira. Deve essere forte e determinato.

Si alliscia il panciotto e sistema il cravattino, per darsi un contegno.

Deglutisce.

-Esattamente quello che ho detto.-afferma, senza trovare però il coraggio di guardarlo negli occhi.-E tu non dovresti essere qui. Siamo in quarantena!

-Non c'è nulla nella mia bocca che non sia già stato nella tua!

L'angelo arrossisce, e fugge dal suo sguardo avviandosi alla porta, che gli apre con cortesia.

-Dovresti andartene, Crowley.-decreta, a fatica.

Il demone si volta a guardarlo.

Sebbene gli occhiali coprano parte delle sue espressioni, Aziraphale riesce a riconoscerle una ad una.

La furia cieca sparisce in fretta, e lascia spazio allo smarrimento prima, e uno strano misto tra delusione, sconforto e arresa subito dopo.

Crowley è sempre andato a mille all'ora. È la prima volta che lo vede frenare così bruscamente.

-Ho... Ho sbagliato qualcosa...?-farfuglia appena.

Gli occhi dell'angelo si fanno lucidi, ma Crowley non ha abbastanza raziocinio per ravvedersene.

Deglutisce, abbassando lo sguardo. Non lo ha mai visto così. Mai.

In un altro contesto, una simile rarità risveglierebbe in lui un qualche sintomo di compiacimento.

Non lo ammetterebbe mai, certo, ma Crowley lo noterebbe e se ne compiacerebbe a sua volta.

Resterebbe qualcosa di non detto, ma molto apprezzato da entrambi.

Ora, però, fa solo più male.

-Abbiamo sbagliato entrambi.-assicura, sforzandosi con tutto se stesso per mantenere il contegno e la rigidità che sa essere necessari.-Come ho già detto... Addio, Crowley.

Dell'energia combattiva con cui il demone aveva varcato quella soglia non è rimasto nulla, quando l'attraversa nuovamente.

Sembra completamente svuotato.

Fa per risalire in auto, quando parte a tradimento "Love of my life".

Sbatte violentemente la portiera e lascia la sua adorata Bentley lì, in mezzo alla strada, ancora in moto, mentre si allontana a piedi.


Good Omens | Buona pandemia a tutti!Where stories live. Discover now