"Ha paura per caso, signorina Miller?"

280 19 8
                                    

Nel percorso che separava casa mia al bar (parliamo di circa 10 minuti) i pensieri oscillavano da destra a sinistra, cambiando aspetto ogni secondo.

Cosa ha spinto il sig. Connor a propormi di lavorare con lui? Cosa avrei dovuto fare?
Forse lo fa solo perché vuole scoparmi?

Nel mentre la sigaretta che stavo continuando ad aspirare era quasi finita, e io ero quasi arrivata a destinazione.

Lo vidi, seduto ad un tavolo, con un calice di prosecco per lui e per me, mentre giocava con l'accendino facendolo girare sul tavolo.
Aveva degli occhiali con le lenti arancioni, che richiamavano il colore dei capelli.
Un maglione rosso, era rimasto su una sola palette di colori.

Si rese conto che ero li.

iniziai a percepire un senso di caldo dietro la nuca, sotto le ascelle, e soprattutto sulle guance. Mi tolsi il giacchettino che avevo.

Seguì con lo sguardo il modo in cui mi sfilai quest'ultimo, gli sarei saltata addosso.

Kit:"Salve signorina Miller."

Mi chiese la mano, la allungai verso di lui, e con un gesto delicato poggiò le sue labbra soffici sul dorso della mia mano.

Era elegante.

Kit:"prego si sieda."

Spostai la sedia e mi sedetti lentamente.
Lui mi guardò per qualche secondo.

Io:"allora? di cosa si tratta."

Risposi ferma.

Kit:"Hey, perché è così rigida, stia tranquilla. Si deve rilassare. Beva qualche sorso."

Io:"sto bene così, grazie."

Ci fù qualche secondo di silenzio.

Kit:"Ha paura per caso, signorina Miller?."

Io:"Io non ho paura di niente."

Dopo la mia risposta, un ghigno compiaciuto apparve sul suo volto.
Prese poi una sigaretta dal suo pacchetto di marlboro rosse, la accese.

Nel mentre io non mi smuovevo, tenevo le gambe accavallate e mantenevo il giacchettino tra le braccia.

Forse ero davvero troppo irrigidita, ma era lui che mi faceva sentire così. Dopo tutto ciò che era successo tra l'altro.

Guardarlo mi riportava in mente il modo in cui ho flirtato con lui quella sera. Accecata dagli alcolici.
Il ricordo mi disturbava, ma in parte avrei voluto che la serata si fosse conclusa con noi a letto...a fare ciò che desideravamo entrambi.

Kit:"posso darle del tu?"

annuisco.

kit:"sei una persona interessante. L'ho pensato dal primo momento che ti ho vista. Solo che ti manca una cosa..."

Kit:"La sfacciataggine. Fingi di averla. Hai sensualità, sicuro. Ma devi essere più sfacciata."

Non riuscivo a capire questo cosa c'entrasse con la sua proposta.

Kit:"Ma questo lo imparerai lavorando con me."

Io:"vorrei capire di cosa si tratta."

Kit:"tu disegni e crei modelli giusto?"

Io:"tutto ciò che indosso è disegnato e cucito da me."
Rispondo con superiorità.

Kit:"Ti piace Burberry vero?"

O cazzo.

Annuisco incredula.

Kit:"Se vuoi, hai la possibilità di lavorare per me come modella e come designer dei tuoi stessi modelli. Dovrai proporre tre abiti entro la fine di questa settimana, e se saranno accettati potrai iniziare a lavorare."

Ero scioccata. Ma subito dalla mia bocca uscii...

Io:"O CAZZO SI, SI ACCETTO."

Ok avevo esagerato.
Me ne resi conto qualche secondo dopo.

Io:"scusi."

Kit:"haha tranquilla. E comunque mi dia del tu."

Prese il bicchiere di prosecco in mano e lo allungò verso di me.

Kit:"brindiamo."
disse con tono serio, con un pizzico di autorità.

Il che mi portò a prendere subito il mio calice e brindare con lui.

Bevemmo il contenuto.

Kit:"Posso riaccompagnarti a casa?"

Non sapevo cosa rispondere, lo vidi solo poggiare sul tavolo dei soldi, per pagare probabilmente ad entrambi.

Io:"o non c'è bisogno."

Kit:"sono 150€ di prosecco, credo che non hai abbastanza soldi."

Mi zittii con questa frase.Dio santo lo odiavo quando faceva il presuntuoso del cazzo.

Kit:"Ti riaccompagno."

Io:"davvero stia tranquillo."

Kit:"ho detto che ti riaccompagno."

Disse fermo nella sua posizione.
A quel punto non potevo controbattere in nessun modo.

Kit:"e dammi del tu."

Dopo di che si sistemò il ciuffo rosso cadutogli sugli occhi, nel modo in cui solo lui sapeva farlo.

Prese la mia mano e ci incamminammo. E sorprendentemente si ricordava dove abitavo. Il che mi lasciò interdetta.

Ma poi mi ricordai la sera dove passò sotto il mio palazzo.

Quest'uomo mi sorprende di giorno in giorno.

Arriviamo sotto casa.

Io:"sono arrivata."

Kit:"lo so. Ricordati. Entro venerdì mi devi inviare i tre modelli via e-mail."

Lo guardavo dal basso verso l'alto, data la sua altezza rispetto alla mia.

Mi faceva sentire così piccola, e vulnerabile.

Kit:"ci vediamo a lezione."

Io:"a domani."

Girò lo sguardo e se ne andò. Sparii piano piano tra la folla, e il mio cuore a quel punto non riusciva più a pompare sangue nel corpo.


Kit aveva un potere. Un potere che su di me, funzionava al meglio.

𝙨𝙖𝙥𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤Where stories live. Discover now