"Impari ad osare."

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La sveglia suonava insistentemente, erano le 9:00 del mattino, il che significa che oggi ci sarebbe stata una nuova lezione.

Stamattina stranamente Kyla non si era presentata alla mia porta come tutte le mattine. Sarà successo qualcosa di grave.

Prendo il telefono, disattivo la sveglia e apro whatsapp.
Saluto mia madre per darle il buongiorno e subito dopo chiamo Kyla.

.....

.....

Kyla:"pronto.." aveva una voce parecchio rauca, si era appena svegliata.

Io:"allora? perché non sei qui ad essere il mio supporto morale mattutino?"

Kyla:"amore lasciamo stare. Ieri pomeriggio i drink sono durati fino alla sera. Ci siamo uccisi."

io:"o cazzo hahahahaha"

Kyla:"cazzo ridi stronza, io sto male."

io:"nono scusami non rido più. Ma cosa è successo."

Kyla:"Tyler ha pomiciato con un tizio 30enne, e la cosa bella ero io che come una cheerleader gridavo il nome di Tyler per dargli manforte."

Io:"HAHAHAHA DAII MA SEI SCEMA. Lo dovevi lasciar stare."

Kyla:"secondo te non lo so Diana?"

Continuai a ridere, fino a quando poi...

Kyla:"ah e ho visto il nostro professore."

La mia risata si fermò improvvisamente. Come cavolo è possibile.

Io:"EH?!"

Kyla:"si, era con una donna. Probabilmente una delle sue conquiste, lo vedevi parlare con una diversa ogni secondo."

Figurati, anche donnaiolo.

Non proferivo parola, era come se ci fossi rimasta male. Dopo tutto quello che era successo, e dopo che mi aveva mangiata con lo sguardo in quel negozio, mentre con malizia guardava la spallina del reggiseno scesa.

Kyla:" Diana?"

Io:"mh?"

Kyla:"ok ho capito. Ti piace il nostro professore."

E come dargli torto d'altronde, ma dalla mia bocca uscii tutt'altro.

Io:"MA QUANDO MAI. PFF IO? PIACERMI UNO COME LUI? MADDAI. Non farmi ridere."

Kyla:"Sento un pizzico di gelosiaa."

Io:"Ok sai cosa? Ci vediamo dopo stronza."

Chiusi la chiamata. Forse ero così arrabbiata perché sapevo che aveva ragione. Si, ero gelosa. Ma questo non può essere possibile. Io sono una delle sue molteplici allieve, e lui il mio professore.

non può piacermi.

Eppure dentro di me sapevo che era così. E che in qualche modo, ne avrei dovuto fare i conti prima o poi.

Accesi la doccia, avevo bisogno di rilassarmi e svuotare la mente.

Nel mentre che mi lavavo, la mia mente viaggiava, e la mia immaginazione iniziava a fare il suo lavoro.
Quelle cazzo di braccia. Quello sguardo proibito.

Sentii pulsare li sotto. Stavo iniziando ad eccitarmi.
Iniziai a non controllare più il mio corpo.

Cominciai a toccarmi.

.....
.....
.....

Avevo l'immagine di lui sopra di me. Con la sua mano teneva ferme le mie mani sopra la mia testa. Con l'altra afferrava la mia coscia tenendola stretta. Continuava ad ansimare mentre mi penetrava con movimenti così forti e veloci tanto da farmi sobbalzare ogni volta.

𝙨𝙖𝙥𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤Donde viven las historias. Descúbrelo ahora