il narratore onnisciente

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-Sherlock!- sento urlare da dietro la porta in ferro -Guarda! Qua sopra c'è il cadavere, deve essere il ring!-

-Si John, ma non ti avvicinare potrebbe essere una...-  Afferma l'altro a bassa voce, a quel punto apro la porta e spatola tre colpi in aria con la pistola e i due uomini si girano di scatto verso la porta, la quale si trova nell'ombra, in una delle tanti parti senza illuminazione della struttura. Il rumore dei miei passi risuona in tutta la grande sala centrale per colpa dei tacchi a spillo, nelle mie spalle è posata la giacca nera visibilmente non mia perchè è almeno di tre taglie troppo grande, in più si poteva notare dal fatto che era da uomo dato che alla vita non era avvitata come spesso sono quelle del sesso opposto. In mano ho una pistola che punto verso di loro, nel mio volto è quasi scomparita la scia di lacrime che era stata tracciata poco prima.

-Salve Mr Holmes, Dottor Watson, non vi aspettavo così presto- Dico con un ghigno che si stampa nel mio volto -Siete almeno mezz'ora in anticipo sapete?-

-Alice cosa...cosa fai?- Mi chiede John con gli occhi aperti, nel suo viso vedo bene lo stupore, ma anche una nota di delusione e di terrore, non faccio in tempo a continuare che mi ritrovo Sherlock a pochi centimetri da me con la sua pistola che punta alla mia fronte, la mia che punta al suo petto.

-È inutile che sprechi lacrime, non saranno certo quelle a far si che non ti spari- Ringhia Sherlock, evidentemente da quella distanza deve aver visto i miei occhi rossi gonfi di lacrime.

-John, cosa fai lì? Non vuoi che Sherlock uccida la tua nipotina?- Dico sorridendo, sembro psicopatica a ridere così in una situazione del genere

-Tu non sei lei...Non sei la mia Alice- Dice in preda ad una crisi di nervi -Non sei la ragazza che quattro mesi fa è venuta a vivere da noi-

-E te Sherlock? Non sei curioso di sapere dove è la povera vittima? Se mi uccidi morirà tra... dieci minuti se non la libero- Dico osservano l'orologio al polso di Sherlock

-Prima rispondi alla mia domanda, chi sei te?! Poi rivelami dove è la ragazza!- Urla furioso mettendomi la mano sinistra intorno al collo, poi mi spinge a terra -mi fai ribrezzo...- con la pistola spara un colpo vicino alla mia testa ferendominla spalla sinistra

-Sherlock... non fare niente di affrettato...- Riflette John schiodandosi dalla posizione che per lo shock aveva tenuto per i precedenti venti minuti.

-Sherlock ti prego, io non... io non voglio...- Dico con la voce che mi si spezza ogni sillaba che pronuncio. Una decina di pallini rossi led mi compaiono nel petto e altrettanti nella testa. Sospiro e provo a parlare senza far tremare la mia voce -Per rispondere alla tua prima domanda, io non sono lei- Dico indicandomi con le braccia, poi dalla porta in ferro dietro di me esce Jim con una pistola in mano e un sorriso che gli va da un orecchio all'altro, forse non è il momento più giusto per pensarlo, ma ogni volta che sorride è così carino... Mi porge la mano per alzarmi e io l'accetto.

-Io sono lei- Dice puntando la sua pistola su Sherlock, sento lo stak che la sicura della pistola di John produce, questo mi ricorda che non ho più la mia pistola tra le mani e la cerco velocemente con lo sguardo mentre Jim continua -Per rispondere alla tua seconda domanda invece voglio sapere la soluzione del caso, altrimenti sai le regole- Dice puntando sciattamente la pistola verso di me

-Io non sto capendo- Afferma John alzando le mani -Voi due non state complottando? Alice ci ha fatto benissimo capire che era stata lei a mandare l'email, perchè la vuoi uccidere adesso?-

-Avanti! Non dovreste essere voi i due crime-solver? Se fate dire tutto a me non c'è gusto- ridacchia Moriarty appoggiandosi alla mia spalla

-Lei...è la vittima...la ragazza di cui parlava l'ultima email- Ragiona Sherlock portandosi una mano alle tempie

Solo Un CoinquilinoWhere stories live. Discover now