chapter eleven

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La scorsa notte sono rientrata in camera subito dopo aver finito di parlare con Fred.
Poggiando la testa nel cuscino ho provato a prendere sonno ma sentivo come se nel mio letto mancasse qualcosa, qualcuno magari.

Queste sensazioni mi sono nuove. A Dean, per fare un esempio, non lo pensavo mai prima di dormire. Non era il primo pensiero al mattino, non sentivo l'urgenza di vederlo con costanza, i miei battiti non acceleravano quando i suoi occhi rimanevano incollati ai miei, il mio stomaco non scaturiva alcuna reazione a un suo tocco, e il mio cuore provava a oscurarmi la verità.

Sto imparando solo ora che ciò che provavo per Dean non era amore; era solo ammirazione per la persona che era. Ma io ero troppo ingenua per rendermene conto. Ora sto capendo che se ti innamori di qualcuno per l'intelligenza è solo ammirazione, se ti innamori di qualcuno per l'aspetto si chiama desiderio, ma se ti innamori di qualcuno senza sapere un reale motivo, questo è amore.
...
<<Fred, smuoviti il culo e vestiti. Ho voglia di un gelato ai lamponi e panna extra.>> smuovo il suo corpo, agitandolo con forza a destra e sinistra, finché non percepisco segni di vita da parte sua.
<<Che bel buongiorno Luna! Mi stai facendo venire il mal di mare anche se siamo sulla terra ferma. Dammi cinque minuti e sono pronto, va bene? Tu nel mentre fatti trovare nel vialetto, che andiamo con la mia macchina.>>

Scendo i gradini a due a due, passando per la cucina dove mi viene incontro mia madre.
<< Dove stai andando tesoro?>>
<<Volevo un gelato, e per non andarci da sola ho chiesto a Fred di accompagnarmi.>>
<< Va benissimo. Di' a Frederick che George e Lauren li avviso io appena si svegliano.>>
<<Ok, io vado.Ti voglio bene>> stringo mia madre fra le mie braccia e le do un bacio in entrambe le guance.
<<Ti voglio bene tesoro.>>

Aspetto il ritardatario davanti la sua macchinina da almeno cinque minuti. Per far velocizzare i tempi, esco le cuffie dalla tasca posteriore degli shorts e le collego al telefono. Cerco nella schermata Home il logo di spotify e ,appena lo visualizzo, ci clicco per far partire la mia playlist.

Mentre canticchio a bocca chiusa la canzone che è attiva ora, non sento più nemmeno il sottofondo della musica. Mi giro di scatto e vedo Fred divertito, giocare con le mie cuffiette. Gliele strappo dalle mani e lo incito ad aprire la portiera.

In modo beffardo, mi porge la mano e mi accompagna a sedermi sul sedile accanto al suo. Lui si posiziona alla mia sinistra e mette in moto la macchina. Durante il tragitto, vedo Frederick salutare e scambiare qualche parola con una decina di persone. Io provo a scrutare la gente con cui parla ma non le conosco, quindi mi arrendo e sposto il mio sguardo oltre il finestrino. Ammiro il paesaggio accanto a me e ne resto ammaliata.

Una porta formata interamente da pervinche di varie tonalità emana un profumo floreale piacevole all'olfatto, un campo vicino alla strada sembra essere così pieno di grano da esplodere, e da una macchina vicina sento provenire musica ad alto volume.

Giro la faccia per occhieggiare il guidatore e d'improvviso inizio a imprecare in mente.

<< Ma ciao amica, con chi sei in macchina? Aspetta Luis, mettiti più vicino che ho bisogno di parlare un momento a che c'è traffico.>> la voce di Kiara mi fa saltare in aria e provo a fare la disinteressata sperando funzioni. Se lei venisse a scoprire di me e Fred, lo saprebbero tutti, compresa anche mia madre e Lauren e George e Connor. Non lo farebbe per male, ma Kiara è sempre stata una ragazza con una parlantina impossibile da mutare.
<< C...Ciao! Come stai?>> cerco di sembrare disinvolta ma fallisco alla sola prova.
<<Tutto bene dai. Luis ti ho detto di abbassare la musica, cazzo. Comunque Swami, chi è questo ragazzo? Non me lo presenti?>>
<< Emm, lui è Frederick. È il figlio di amici di famiglia. Fred, lei è Kiara e quello accanto a lei è suo fratello Luis.>>

I tre si salutano amichevolmente e io aspetto che il traffico si sblocchi come per magia.
<< Swa, è da tanto che non usciamo io, te e Juliette. Domani sei libera?>
<<Si, domani ci sono.>>
<<Perfetto, casa mia?>>
<< Andata. A Julie la avviso io nel tardo pomeriggio. A domani!>> saluto con un bacio volante Kiara, e pochi secondi dopo, le macchine iniziano a muoversi.

Siamo arrivati a una gelateria che non conoscevo, ma è molto carina. Ha uno stile italiano per cui sono sempre stata follemente innamorata. Il nome non è molto originale LA GELATERIA, ma quantomeno è ricca di colori. Sopra essa, un balcone piccolino riempito di papaveri blu, petunie e iris illuminata il posto e i passanti lo fotografano come fosse la partita d'oro più grande che abbiano mai visto.

<<Una coppetta media con lampone e panna abbondante. Potrebbe anche aggiungere gli zuccherini? Grazie!>>
<<Certo cara, ecco a te. Per questo bel ragazzotto che gelato prepariamo?>> la gelataia nota la lunga indecisione di Fred e decide di aiutarlo nella scelta.

Ci sediamo in un tavolino all'aperto e gustiamo ciò che abbiamo appena comprato. Proviamo entrambi i gusti di gelato dell'altro e io gli sporco le labbra con un filo di panna. Scoppio a ridere divertita dalla scena e Fred fa altrettanto.
<< Tu hai sporcato e tu pulisci, tesoro..>>

Mi alzo e mi avvicino a lui con passi lenti. Le mie mani gli afferrano la faccia e la mia bocca preme contro la sua con forza.
<<Ecco fatto, ora non c'è più panna!>> esclamo sorridendo e ritorno a sedere dove ero prima.

<<Allora, ricordi il discorso di ieri sera, Luna?>>
<< Certo. La tua detective personale è' pronta all'azione. Da dove hai intenzione di partire?>>
<< Io proporrei di fare una breve visita al Ristor . Parleremo con la segretaria e cercheremo di ricavare informazioni sulla mia vita pre-adozione. Dopo aver fatto ciò, inizieranno le vere ricerche.>>
<<Bel piano,mi piace.Quando pensi di andarci?>>
<<Pensavo fra due giorni.>>
<< Affare fatto. Mercoledì alle 9:00 spaccate devi essere in piedi.>>
<<Ci provo. Grazie di tutto il supporto che mi stai dando.>>
<<Che tenerone che sei, non ti facevo così carino.>>

Entrambi appena finito di svuotare la coppetta, ci alziamo e prima di rientrare in macchina ci stringiamo in un forte e lungo abbraccio, io con le braccia attorno al suo collo e lui con le braccia attorno la mia vita. Con il viso leggermente sollevato verso l'alto, lo guardo, e una luce negli occhi mi si accende come lucciole sull'Alto Appennino.

Lui mi bacia con dolcezza e,dopo aver staccato le sue labbra dalle mie, pronuncia tre sole parole che mi provocano un senso di vertigine piacevole.

<<Ti amo Luna.>>
<< Mi dispiace tradirti cosi; ti amo tanto, ma amo di più quegli occhioni.>>

The recovery of trustWhere stories live. Discover now