Capitolo 18

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Con una delicatezza che deriva da una profonda tristezza, poggio dolcemente il corpo di Matthew sul letto

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Con una delicatezza che deriva da una profonda tristezza, poggio dolcemente il corpo di Matthew sul letto.
I suoi lineamenti sembrano tranquilli, come se finalmente avesse trovato una tregua dalla sofferenza che lo aveva tormentato. Il suo volto, ora sereno, sembra riflettere la luce fioca della torcia che illumina la stanza.

Mi siedo accanto a lui con le mani posate sul suo petto immobile.
Un senso di vuoto e perdita mi avvolge, ma al tempo stesso sento una fiamma interiore che brucia più intensamente. Mi ricordo ogni momento che abbiamo condiviso sia bello che brutto, ogni battaglia combattuta insieme, e giuro di continuare la nostra lotta, di portare avanti la sua memoria.

La stanza sembra risuonare dei ricordi di tutte le risate, le discussioni e le sfide che abbiamo affrontato fianco a fianco. La radio giace ancora sul comodino, un segno tangibile di quanto sia cambiato il mondo in così poco tempo. Mentre la osservo, penso a tutte le voci che ha portato fino a noi, voci che sono ora silenziose, inghiottite dalla devastazione.

Mi alzo lentamente, continuando a guardare Matthew con disperazione e tristezza.
Le lacrime scivolano sul mio viso mentre gli sussurro le mie ultime parole.
«Matthew, non ti dimenticherò mai. Ti ho sempre amato, ma non te l'ho mai detto perché tu parlavi sempre delle tue attrazioni per le altre ragazze e io non ero mai una di quelle che ti interessavano, quindi ho immaginato che i miei sentimenti non fossero ricambiati. Adesso che non ci sei più, mi pento di non avertelo mai confessato. Continuerò a lottare, a sperare e a cercare una via d'uscita da questa oscurità. La tua forza vivrà in me, e porterò avanti il tuo coraggio. Riposa in pace.»

Con il cuore pesante e gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, mi rendo conto che non posso rimanere nella stessa stanza in cui giace Matthew. Ogni angolo della camera è pervaso dai ricordi condivisi, e il suo assenza fisica è una presenza straziante.
Mi avvicino una volta di più al suo corpo, gli do un tenero bacio sulla sua fronte e stringo la sua mano, ormai fredda, per l'ultima volta.

«Doveva finire così, Matthew?» sussurro con la voce strozzata dall'emozione.
«La tua forza, la tua determinazione...Avrei voluto che avessero avuto un impatto diverso su questo mondo distrutto.»

Mi alzo dal letto, la decisione di trovare una via d'uscita dalla stanza si fa sempre più urgente. L'aria si fa sempre più pesante, come se il dolore avesse un proprio peso fisico.

Mi rendo conto che devo agire con cautela e prepararmi adeguatamente prima di lasciare la stanza. Le radiazioni là fuori sono un pericolo costante, e devo fare tutto il possibile per proteggermi mentre cerco di raggiungere la superficie e guidare lo yacht verso la terra ferma.

Con un sospiro profondo, mi concentro sulla pianificazione dei passaggi successivi.

Radioactive ZoneWhere stories live. Discover now