Hai bisogno di me

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G – cosa cazzo ci fa Dream, il Re di Orlando, in questo quartiere sperduto della città?

Dovrei smettere di parlare da solo... no

G – cazzo... ha delle ferite profondissime

Prendo dei panni puliti con cui stringo le ferite per fermare il sangue e gli alzo i capelli per non fargli coprire il viso sporco.

lo faccio stendere sul mio letto, fa un verso di dolore poi dorme profondamente.

Ho tutta la sua puzza addosso, dove cazzo è stato?

Qualche ora dopo. 

Io sono in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare

D – hey...

Salto per lo spavento

G – ti sei svegliato...

Fa un passo in avanti

D – AOH-

Dice toccandosi la ferita, mi precipito da lui

G – non devi sforzarti... hai ancora le ferite aperte

Sento i suoi occhi appiccicati a me mentre lo sorreggo da sotto il braccio, arrossisco per l'imbarazzo. 

Lo faccio sedere su una delle sedie in cucina

G – hai fame?

Non mi risponde, mi giro per guardarlo, i suoi occhi puntano il pavimento

D - ... tu non sai chi sono, vero?

G – tu sei Dream

I suoi occhi tornano su di me, incrociando i miei

D – allora perché mi stai aiutando...

G – me lo hai chiesto!

Dico con molta tranquillità

D – ma...

G – so cosa stai pensando... "perché uno che vive nella povertà aiuta quello che lo rende povero?"

D – già

G – non lo so

La sua espressione diventa confusa

G – forse perché un po' sono come te

Avvicino il mio viso al suo

G – guarda i miei occhi

D – si muovono... i riflessi si muovono e sono... rossi?

Mi allontano

G – esatto... è successo oggi per la prima volta... diventano totalmente rossi quando... quando ho voglia di uccidere, è successo con mia madre...

I suoi occhi si spalancano, poi sorride

D – ouh

G – allora... hai fame?

Annuisce, io sorrido e gli porgo un piatto con un panino all'interno

G – so che non è molto ma non sono molto bravo a cucinare

Inizia a mangiarlo con gusto, mi siedo avanti a lui osservando i suoi lineamenti perfetti sporchi probabilmente dalla terra. 

Ricambia lo sguardo

D – perché mi guardi così? E poi... come ti chiami?

G – è strano avere una persona del tuo livello seduta al tavolo della mia cucina... di solito sei in quello schermo

Dico indicando la televisione, lui sorride

G – il mio nome è George!

Dico sorridendo

D – George...

Stavo odiando quel nome per colpa di mia madre ma... la sua voce lo rende così adatto a me.

D - ... grazie, ho pensato che questa sarebbe stata l'ultima mia giornata... poi ti ho visto

Arrossisco per le sue parole

G – posso chiederti cosa ti è successo?

D – alcuni che lavorano per me si sono resi conto di quanto potere io abbia... volevano uccidermi per prendere il mio posto

G – cristo...

D – fortunatamente il partner di lavoro è riuscito a farmi uscire dal mio palazzo... ma sono giorni che scappo... mi inseguivano e mi hanno colpito alla pancia con un pugnale... fortunatamente ti ho trovato

G – pensi che ti troveranno anche qui?

D – spero di no... posso farti una domanda?

G – certo

D – sapevi chi fossi... perché mi hai aiutato?

G – te l'ho già detto...

Mi alzo e prendo il suo piatto vuoto per poi metterlo nel lavandino

D – che sei come me? George... io sono un assassino... tu non sei così... lo vedo che sei una brava persona

I miei occhi si riempiono di odio e il rosso torna a coprire le iridi, mi giro verso di lui

G – pensi che io non lo sia?

Mi avvicino a lui con area minacciosa, il suo sguardo è impassibile e questo mi fa calmare

G – come fai a essere così... calmo(?)

D – non sei il primo a minacciarmi... cosa vuoi?

Mi allontano

G – voglio diventare forte come te...

Ridacchia

D – vorresti diventare come me?

Annuisco serio

D – oh mio Dio non puoi essere serio... guardati sei così piccolo

Arrossisco

G – è per questo che ti sto chiedendo aiuto

D – e perché dovrei farlo?

Sento la rabbia scorrermi tra le vene, ma è diversa da quella che sentivo con mia madre, questa sembra... la voglia di ottenere quello che voglio. 

Prendo un coltello sulla cucina e glie lo punto in un occhio con una velocità unica

G – perché come ti ho salvato potrei eliminarti... sei debole in questo momento 

Con un calcio mi allontana facendomi cadere sul pavimento

D – sei veloce... e un po' folle... ma penso sia il momento che io vada via

Cerca di alzarsi ma il dolore alla pancia lo fa risedere

G – non sei ancora guarito del tutto... senza le mie cure non andrai molto lontano

Mi guarda pensieroso tenendo una mano sulla ferita

D – quindi non posso allontanarmi da te...

G – esatto... ora mi appartieni

Dico sorridendo

D – ... va bene ti aiuterò

Mi rimetto in piedi

G – finalmente

Mi avvicino a lui, gli accarezzo il viso

G – i miei istinti...

Il rosso nei miei occhi si fa notare

G - ... e la tua intelligenza...

D – cosa hai fatto George? Perché vuoi diventare... così

G – niente di che... mi sono solo... reso... libero.

Non risponde, si limita a guardarmi con area seria

G – saremo un'ottima squadra cucciolo

Without you - DNFWhere stories live. Discover now