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Ancora non era arrivato il suo cibo a tavola, decise di alzarsi dalla sedia, sotto lo sguardo confuso dei suoi amici.

"Esco un attimo fuori. Qui si muore dal caldo."
Li avvisò e quando entrambi annuirono, uscì fuori.
Aveva scoperto che quel ristorante aveva sul retro una piscina, dove c'erano delle panchine in ferro sulla quale si era accomodato. L'aria era tranquilla, tirava solo un piccolo filo di vento che andava a smuovere anche un po' l'acqua della piscina davanti a lui.
Le luci tutte intorno alla piscina illuminavano il suo viso di una leggera  sfumatura bluastra.
Il ragazzo prese il cellulare dalla tasca e lo aprì; trovò un messaggio da parte di suo fratello che gli aveva chiesto come stesse procedendo con la festa.

Mentre stava iniziando a digitare una risposta, non percepì dei passi dietro di lui ma vide solo una figura sedersi al suo fianco, con la coda dell'occhio.
Hakuji era lì.
Sembrava impossibile, ma c'erano solo loro due.

"Con chi parli ?"
Gli chiese l'albino, facendo un sorriso.

Rengoku non risusciva a crederci. Rimase con le dita ferme a mezz'aria, con il messaggio di suo fratello ancora aperto.

"Io..." Aveva la bocca leggermente schiusa. Scosse la testa e si morse leggermente il labbro inferiore. Il suo cuore incassò un altro potente colpo. Quella vicinanza con l'altro gli stava facendo male.

"Beh ?"
Inclinò la testa di lato.

"Con mio fratello. Mi ha chiesto come stesse procedendo la serata."
Sospirò, bloccando il cellulare e rimettendolo nella tasca. Perché si era avvicinato a lui proprio in quel momento ?

"E come sta procedendo la serata ?"

Gli occhi ambrati di Rengoku si fermarono a osservare il bordo della piscina, poi quella leggera erbetta sotto i suoi piedi e infine l'acqua che si stava smuovendo con le sferzate del vento. Stava guardando tutto fuorché il ragazzo al suo fianco.

"Voglio tornare a casa."
Ammise.
Il cuore gli batteva così forte nel petto che aveva paura che l'altro potesse sentire i suoi battiti e poi aveva anche le mani sudate. Dovette passarle sulla stoffa dei pantaloni per asciugarsele.

"Come mai ?"
Rengoku non lo vedeva perché era troppo distratto dall'acqua che si muoveva, ma non si accorse che Hakuji stava guardando fisso il suo profilo.

"Mi sento...mi sento a disagio."
Sussurrò, dopo un attimo di esitazione.

"È per..."

"No."
Rispose, scuotendo la testa. Non sapeva cosa stesse per dire, ma subito lo aveva fermato: non era per Enmu e per gli altri. Non sapeva nemmeno lui a cosa fosse dovuto.

Gli occhi di Rengoku si girarono a guardare quelli dell'altro.
I due rimasero in silenzio, parlavano solo con lo sguardo.

"Hai degli occhi bellissimi, te l'hanno mai detto ?"
Sussurrò Hakuji a quel punto.

Il cuore di Rengoku tremava, si sentiva troppo esposto ma non a disagio. Stava bene con lui, solo senza Enmu che girasse intorno a loro.

"Hakuji..."

L'altro scosse la testa, fermandolo subito:"volevo parlare da solo con te fin dal primo momento. Ma non ho mai avuto l'occasione di farlo. Enmu mi gira intorno peggio di una mosca."
Ammise, un sorriso a rafforzare le sue parole.

"Perché avevi lasciato quel bigliettino l'altra volta ?"
Gli chiese Rengoku da un momento all'altro.
Era una domanda che aveva sempre invaso la sua testa e, in quel momento che si trovava da solo con lui, era il modo migliore per poterglielo chiedere.

L'albino fece un sussulto. Non se lo aspettò ma rispose lo stesso con un sorriso ad accompagnare le sue parole:"perché non mi è sembrato giusto come si è comportato nei tuoi confronti."

"Però sei sempre con lui."
Corrugò lo sguardo il biondo, sentì una notifica arrivare sul cellulare ma la ignorò. Sicuramente era suo fratello che gli stava chiedendo come mai non rispondesse ai messaggi. Si preoccupava sempre, ma in quel momento aveva una questione più urgente da sbrigare.

"Non mi lascia un minuto da solo."
Sospirò, prese più dalla tasca un pacchetto di sigarette e un accendino, poi ne offrí una al biondo che rifiutò gentilmente scuotendo la testa. Lui nemmeno fumava ma non gli davano fastidio le persone che lo facevano.
L'altro si infilò la sigaretta tra le labbra e se la accese.

"E come mai hai deciso di parlarmi dopo tutto questo tempo ?"

L'albino sbuffò fuori il fumo dalle labbra, guardando di fronte a sé mentre gli occhi di Rengoku osservavano invece il fumo che si dissolveva in aria fino a svanire.

"Perché tu mi piaci."

Fu lui a sussultare, a quelle parole.
Vide Hakuji avvcinarsi, anche lui fece lo stesso.
Abbassò lo sguardo verso le sue labbra, sentendo il cuore pompare così forte che i rimbombi gli arrivavano fin dentro le orecchie e non servivano gli apparecchi acustici per udirli.

Non ebbe il tempo di elaborare quella frase e quei gesti che alle loro spalle sentì la voce di Mitsuri chiamarli: era arrivato il cibo.

I speak from the heart (RenKaza)Where stories live. Discover now