8.

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Quando il giorno dopo sarebbe dovuto andare a scuola, si svegliò con il corpo pieno d'ansia. Si andò a fare una doccia, quasi non si muoveva a rallenty perché la voglia che aveva era minima. Era strano per lui, che adorava andare lì e imparare qualcosa di buono. Non sentì Senjiuro, pensò che stesse ancora dormendo. Quella mattina faceva un caldo incredibile, dopo la doccia, dovette mettersi qualcosa di più fresco come un pantalone strappato sulle ginocchia e una maglietta a mezze maniche, monocolore, fin troppo larga che andava a coprire il suo fisico. Non era troppo in carne, ma non era nemmeno abbastanza magro. Il giusto, si poteva dire, nonostante mangiasse tantissimo.
Prese il suo zaino, andò verso la cucina e lo appoggiò sul divano, poi preparò la colazione per due.
Si sentiva troppo stanco per affrontare la giornata, la sera prima era andato a letto tardi per studiare; non si sarebbe nemmeno perso una lezione o una parola che usciva dalle labbra dei suoi professori.
Vide Senjiuro uscire dalla porta della stanza, ancora in pigiama che si stava stropicciando gli occhi con una mano chiusa a pugno. Il piccolo fece uno sbadiglio mentre si avvicinò al suo tavolo.
'buongiorno'
Mimò con i gesti. Aveva ancora gli apparecchi a caricare, non doveva dimenticarli.
Kyoujurou fece un cenno con la testa, in segno di saluto e appoggiò la colazione sul tavolo.
'mangia e preparati, altrimenti farai tardi a scuola.'
Mimò lui di rimando, poi andò nella stanza e prese gli apparecchi, infilandoli direttamente nelle orecchie.
Ritornò in cucina e prese lo zaino. Nel frattempo, suo fratello stava ancora mangiando.
Aspettò che finisse per avviarsi con lui verso la porta di casa.

"Ti vedo strano in questi giorni."
Senjiuro ruppe il loro silenzio mentre scendevano le scale.

"Cosa ?"
Kyoujurou distolse l'attenzione dal vuoto più totale che stava osservando mentre strinse le cinghie dello zaino trae dita.

"Sei triste..."
Aveva sempre avuto un occhio attento per quelle cose, non gli si poteva nascondere niente, anche perché erano soliti a parlare di tutto quanto.

"È solo lo stress tra scuola e lavoro. Non appena finirà la scuola, vedrai che non sarò più così."
Sussurrò il biondo, facendo un piccolo sorriso a sul fratello. Quest'ultimo, storse le labbra, non si fidava molto delle sue parole, ma annuì lo stesso. Gli credette. Poi, non appena furono fuori, presero delle strade diverse.

Una volta entrato in classe, vide Kanjori avvcinarsi a lui.
"Rengoku!" Urlò la ragazza con un sorriso sulle labbra.
"Avevamo pensato di fare una cena di fine anno con i professori anche."
Il biondo ci pensò su, poi il suo sguardo vagò appena sopra la spalla della ragazza, alla ricerca di Hakuji. Lo trovò seduto vicino al solito gruppetto, che parlava e che rideva con loro, ma quando era entrato il suo sguardo si era posato su di lui e i loro occhi si erano incontrati.
Gli occhi ambrati del giovane si spostarono immediatamente su quella della ragazza.
"Chi ci sarà ?"

"Hanno dato conferma tutti quanti, manchi solo tu e i professori."
Rengoku fece un sospiro e annuì.
"Ci sono."

"Perfetto, questo sabato."
Sorrise e si allontanò verso il suo banco, mentre lui prese posto vicino al suo.
Se c'era anche Hakuji allora era buono per lui, per parlare e chiedergli un paio di cose, li non avrebbe potuto dirgli nulla. Non com gli occhi di Enmu e gli altri addosso.
Dovevano essere solo lui e Hakuji da soli. Un'occasione poi l'avrebbe colta senza nessun dubbio.

Quando il professore Muzan entrò in classe, chiunque prese il proprio posto in silenzio. Kyoujurou prese i suoi libri e li appoggiò sul banco, prendendo penna e matita e inziando a seguire la lezione. Nonostante tutto, però, i suoi pensieri erano altrove. Faceva finta di seguire mentre il suo sguardo era rivolto al ragazzo che aveva davanti.

I speak from the heart (RenKaza)Where stories live. Discover now