L'eroe Che Non Sono

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Risvegliandosi da una nottata orribile, sotto a gli occhi di Layla apparvero delle borse, ma poco visibili.

Decidendo di non preoccuparsene si vestì e si fece strada verso la sala da pranzo, ma inaspettatamente lo zio non era lì come ogni mattina.
Insospettita decise di chiedere ad una delle cameriere.
"Avete visto dove è andato mio zio?"
Una delle cameriere Emma, che era impegnata ad apparecchiare avvertì la sua domanda.

"Ha detto che questa settimana sarà molto indaffarato con degli incontri militari quindi sarà assente per la maggior parte del tempo"

"Maglio così"
Disse Layla lasciando un sospiro di sollievo.

"La prego non dica così! Vostro zio tiene a lei perché deve dire certe cose?"

"Perdonami, avrei dovuto dire di peggio"

"Insolente!"
Parlò la cameriera che gli diede un colpetto leggero in testa con un bicchiere di vetro.

"Mi hai fatto male!"

"Impara a rispettarlo, e grazie a lui che hai il cibo a tavola e il resto dei tuoi vestiti di marca"

"Adesso vuoi farmi la ramanzina, non credere che adesso potresti sostituire mia madre, in confronto a lei non sei niente"

Calò il silenzio, il bicchiere che reggeva la cameriera le scivolò per terra.
Layla sobbalzò al rumore del vetro frantumandosi in mille pezzi sul pavimento, realizzò che forse ciò che aveva detto andava al di fuori dell confine professionale di Emma.

"Perdonami Layla, ti porto la colazione, e dopo sistemerò questo pasticcio"

Layla visibilmente annoiata annuì.
Sedendosi sulla sedia, notò che una delle scaglie di vetro le si era conficcata nella nocca, togliendola sprigionò il vapore curativo.

Perché non l'aveva notato prima, si domandò.
Non era capitato altre volte per le sembrava strano perché non aveva sentito il dolore?

*****
Dopo la colazione, uscì di casa di nascosto, non le era consentito di uscire senza il consenso dello zio.
Non era una faccenda nuova, ormai lo sapevano tutti che riusciva anche a sgattaiolare sotto il naso delle cameriere.

Dirigendosi verso il distretto di internamento notò una folla enorme di persone che acclamavano e urlavano a qualcosa ma non capi cosa fosse quindi decise di imbucarsi nella folla.

Strisciando tra le persone riuscì ad arrivare in prima fila.
Giunta li si sporse per dei suoi compagni essere accolti e acclamati dalla folla.
Lei sbarrò gli occhi, perché lei non c'era li perché non le hanno detto niente.
Non era possibile...
"Perché loro vengono acclamati ed io no?"
Penso tra di se.

Quando propio quella carrozza contente i quattro bambini passò davanti a se incrociò lo sguardo di Marcel.
Non era felice quando la vista, sembrava dispiaciuto per qualcosa.

Delusa si girò e cercò di allontanarsi ma accidentalmente sfiorò la gamba di una donna.
Al tocco della pelle gli si congelò il sangue.
La donna infuriata si girò e guardò sotto di lei per vedere una bambina terrorizzata.

Alla vista di una bambina lei si calmò subito facendo uscire un sospiro di sollievo.

"Cerca di fare più attenzione bambina potresti dare brutte impressioni"

"Si mi scusi e che cercavo di andarmene"

La donna annuì facendole un sorriso rassicurante, ma quando vide che la fascia sul suo braccio era assente il sorriso si spente subito.

"Bambina, la tua fascia perché non ne hai una?"
Chiese la donna stringendosi la sua.

"Non ne ho bisogno una signora"

"Sei una Marleyana? Che ci fai nel distretto, faresti meglio a tornare a casa, gli Eldiani non vi hanno molto a cuore"
Parlò la donna visibilmente scossa.

"Signora, io non sono Marleyana, sono una dei componenti dei Tybur"

Udendo la parola 'Tybur' le corse un brivido dietro la schiena, capendo che stava avendo a che fare con una dei componenti della famiglia più prestigiosa e potente di Marley.

Scannerizzando bene il corpo della donna, non poté che notare la fascia rossa riposta sul suo braccio a sinistro doveva essere un parente di uno dei guerrieri.

"Signora lei è una Marleyana onoraria?"

Notando l'ammirazione della bambina verso la sua faccia non poté che sorridere.

"Si sono la madre di una dei guerrieri mi chiamo Karina piacere di conoscerti"

"Mi chiamo Layla..Layla Tybur. Lei è la madre di chi?"

"Io sono la madre di Reiner Braun, non so se ne hai sentito parlare, lui è stato scelto come prossimo corazzato, propio lui"

Parlò con tono di fierezza.

Inizialmente non riuscì a credere alla donna, ma notando la somiglianza tra i due ebbe la conferma che lei fosse realmente la madre di Reiner.

"sa io conosco vostro figlio non so se le ha parlato di me"

"Ha parlato di te, diceva che ti vede come un eroina perché non porti la fascia"

"Sono contenta che abbia parlato di me con lei, vostro figlio è un bravo ragazzo lo posso assicurare"

"Davvero? Per me è un onore sopratutto detto da lei"

"No signora io non sono così importante, sono solo una ragazzina con ispirazioni troppi grandi"

Angolo dell'autore
Ciao a tutti, scusate un po' l'assenza ho avuto da fare purtroppo.
Tralasciando i miei impegni no ragazzi Layla sotto gli occhi non ha borse Gucci se le avesse l'istinto partenopeo avrebbe preso il sopravvento.

Da come state leggendo negli ultimi capitoli Layla e un po' nella sua età ribelle, brevemente una rompi palle senza termini.

Scusate se è questo capitolo e breve e confuso ma sinceramente sto ancora cercando di riordinare le idee quindi cercherò di trovare più informazioni possibili.

Detto questo come ogni volta ci vediamo ciao!

Fallen hammer [Reiner x fem oc]Where stories live. Discover now