******

49 5 2
                                    

Kakucho's pov

«Grazie per avermi accompagnato, Izana.» gli dissi, accompagnando il ringraziamento ad un sorriso.

«Non c'è di che, mi sono anche divertito.» mi rispose, sorridendo a sua volta.

Camminammo per un po', sorpassano vari negozi: quello che vende vestiti, quello che li rivende a un prezzo più basso dell'altro per competizione, quello che vende cazzate che nessuno vuole ma che nonostante ciò tutti ne sentono il bisogno, quello di antiquariato che è ancora aperto per miracolo, il ristorante cinese, la libreria che è "casualmente" illuminata dalla luce che entra dal lucernario, come se Dio ti indicasse che è la scelta migliore e... una manifestazione di vegani contro il KFC?

Lasciando a parte il teatrino del centro commerciale, chiesi a Izana di aspettarmi fuori dal negozio di informatica, con la scusa di dover prendere delle batterie nuove per il roomba, che mi ha regalato mia zia tipo mezzo secolo fa e che non ho mai utilizzato.

In realtà il fatto di dover comprare dei vestiti era una copertura per il mio vero intento: comprare un telefono a Izana.
Dato che lavoro quasi tutto il giorno, come si può intuire, non sono quasi mai a casa, quindi nel caso che a Izana servisse aiuto gli basterebbe chiamarmi o scrivermi, invece di aspettare il mio ritorno.

Entro, lasciando alle mie spalle Izana che si appoggiava al muro affianco alla porta d'ingresso aspettando il mio ritorno.

*

Uscii dal negozio e, con mio stupore, notai che Izana non era più appoggiato al muro, dove lo avevo lasciato.

Confuso mi voltai prima a destra e poi a sinistra, confutando la sua indiscutibile assenza. Cazzo. E mo con chi convivo visto che Izana s'è dissolto come mio padre?
Izana, se mi senti ora, non ho bisogno del latte, grazie.
Effettivamente è proprio per momenti come questi che gli ho preso un telefono, peccato che non ce l'abbia ancora.

Nella mia più totale disperazione mi accorsi di un ciuffo bianco che faceva capolino da dietro l'angolo, dove prima avevo guardato distrattamente, talmente tanto da non accorgermene.

Mi diressi nella sua direzione e me lo ritrovai davanti, di fianco ad un tabellone in sughero, con tanti volantini. Non appena si accorse della mia presenza si girò verso di me palesemente nascondendo qualcosa dietro la schiena, nonostante ciò non domandai nulla.

«Eccoti, finalmente. Ti stavo cercando.» lo avvisai, con un il fiatone, procurato dal leggero panico e dalla corsetta per raggiungerlo.

«Ah, scusami, ero stato attirato dalla bacheca camminando un po' e mi sono distratto...»

«Tranquillo, torniamo a casa?»

Annuì iniziando a camminare alla mia sinistra, sempre tenendo le mani dietro la schiena, iniziando a parlare del più e del meno. Prima di uscire dal centro decisi di mostrargli ciò che gli avevo comprato, così mi fermai e glielo allungai.

«Tieni, questo è per te, almeno se hai bisogno puoi chiamarmi.» lo informai, avvicinandogli ancora un po' l'apparecchio.

«N-non posso accettarlo, stai già facendo troppo per me... E poi penso di non poterti ridare i soldi...» disse scoraggiato, guardando verso il pavimento evitando il mio sguardo.

«Non serve che mi ripaghi, è un regalo. Per te, da parte mia. I regali non si ripagano - lo corressi - e poi è maleducazione rifiutarli!» esclamai, con un sorriso a trentadue denti, facendo in modo che per lui sia impossibile rifiutare.

«Ok...» accettò, rassegnato, con le guance talmente rosse da fare invidia a un peperone.

Allungò la mano e lo prese, sfiorando la mia mano con le sue dita sottili.
Lo squadrò attentamente, sfiorandolo con le sue esili dita e specchiandosi nello schermo nero, da cui potevo ammirare i suoi lineamenti delicati e i suoi occhi illuminarsi.

Ammirai la sua gioia farsi incelabile quando notai formarsi un leggero sorriso sul suo volto. Decisi, alla fine, che era arrivato il momento di andare a casa; così gli diedi una pacca sulla schiena e iniziai a camminare, seguito a ruota da Izana, che si affiancò a me nel ritorno a casa nostra.

𝕣𝕠𝕠𝕞𝕞𝕒𝕥𝕖𝕤 || KakuizaWhere stories live. Discover now