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Kakucho's pov

Mi svegliai tranquillamente 5 minuti prima della sveglia, cosa al quanto rara data la mia predisposizione al ritardo. Izana dormiva ancora accanto a me, quindi mi alzai facendo attenzione a non svegliarlo.
Presi i primi vestiti che mi capitarono sottomano e mi avviai verso il bagno.

Una volta finito mi preparai una colazione semplice, cosa più unica che rara dato che la maggior parte delle mattine la saltavo e facevo colazione con una ciambella malformata al lavoro, rigorosamente a scrocco: già mi davano uno stipendio da fame, se poi non posso neanche prendere del cibo sul lavoro faccio prima a mollare tutto e fare il senzatetto.

Mi gustai una delle poche colazioni decenti della mia vita e mi diressi alla porta d'ingresso, pronto a mettermi le scarpe.

Il mio percorso fu fermato da un improvviso rumore proveniente alle mie spalle. Mi girai e vidi Izana sulla soglia della porta di camera mia che mi guardava stropicciando un occhio con la mano.

«Buongiorno Izana.»

«'Giorno... Stai andando al lavoro?»

Io annuii alla sua domanda e lo informai dell'ora del mio rientro.

«Finisco il turno alle 15:45 quindi sarò a casa per le 16»

«Ok...» disse, con un tono che indicava che non aveva finito la frase.

Lo fissai, con fare interrogativo, in attesa che finisse la frase.

«Posso... stare a casa tua, oggi?»
concluse, facendo diventare rosse le guance per l'imbarazzo.

«Certo, Izana, fermati pure quanto vuoi.»

Annuì e mi guardò varcare la soglia, pronto ad affrontare un altra stremante giornata di lavoro.

Arrivai, con stupore dei miei colleghi e del mio capo, con ben 10 minuti di anticipo e mi diressi nello "spogliatoio", che altro non era se non uno sgabuzzino, a cambiarmi.
Uscii, con indosso la divisa, e lavorai tranquillamente per i primi 10 minuti, fino a che il capo non ha richiamato me e tutti gli altri colleghi nel retro, nel suo ufficio.

Appoggiai sul bancone la scatola di ciambelle che stavo disponendo in vetrina, aspettando i clienti, e mi diressi nel retro.

«Secondo te cosa vuole dirci quel vecchiaccio scorbutico?» mi chiese Mitsuya, che senza che me ne accorgessi si era affiancato a me nella camminata tra il bancone e l'ufficio.

«Sinceramente, non ne ho idea, spero solo che non si tratti di un taglio al personale o di una diminuzione degli stipendi.» gli risposi e, con tutta sincerità, ero anche spaventato di quello che ci sarebbe aspettato dietro quella porta.

«Bro non dirmelo neanche, se mi licenziasse come farei a badare alle mie sorelline? Già ci danno uno stipendio che è a dir poco misero, se in più ci licenziano non so più che cazzo fare.» sbraitò Mitsuya che, effettivamente, non aveva tutti i torti.

Alla fine arrivammo al tanto inatteso, quanto temuto, ufficio. Aprimmo la porta e ci mischiammo con altri colleghi.
Il capo ci girò attorno, controllando che ci fossimo tutti e, una volta constatata la presenza di tutto lo staff, annunciò che ci sarebbero stati dei cambi riguardo ai turni.

«Bene, bene, bene, allora... A partire da domani,-si aggiustò gli occhiali sul naso- Yuzuha e Baji, voi due andrete al turno della sera; mentre, Senju e Souya, vuoi due sarete spostati al turno del mattino-pomeriggio. Bene, è tutto, tornate al lavoro e, i diretti interessati, si ricordino i loro nuovi turni.»

Uscii dalla stanza e ritornai al bancone, notando il negozio ancora vuoto. È davvero un peccato che Yuzuha cambi turno, andavamo molto d'accordo, in quanto a Senju... Beh, speriamo di non litigare.
Una volta finito il turno mi cambiai e me ne andai, salutando i colleghi.

Una volta arrivato a casa aprii la porta e sentii una melodia proveniente dal salotto, non la conoscevo, ma mi piaceva molto.
Feci il mio ingresso in salotto e vidi Izana intento a suonare la sua adorata chitarra, con un espressione rilassata a contornargli il volto. Mi sedetti sul divano davanti a lui, ascoltando la musica, fino a che non smise e si accorse della mia presenza.

«Ben tornato.» mi disse, sorridendo.

«Grazie, com'è andata oggi?»

«Bene, era da molto che non stavo così tranquillo.»

Sorrisi a quell'affermazione.

«Bene, anche, che canzone è quella?» gli chiesi, incuriosito, era proprio bella come canzone.

«L'ho inventata io.»

«Wow! Sei davvero fantastico, Izana!»
Gli sorrisi, come non facevo da tanto tempo e le sue guance diventarono rosse.

Per cena ordinammo una pizza e la mangiammo chiaccherando. Una volta finito andammo a dormire.

«Hey Izana.»

«Si?»

«Ti va di dormire con me anche stasera?»

Rimase un attimo sbigottito alla mia domanda, ma poi accettò. Ci dirigemmo e ci sdraiammo, uno a fianco all'altro.

«Hey, Izana.»

«Si, Kakucho?»

«Ti va di convivere con me? Non so, è bello avere compagnia.»

Izana mi guardò un attimo, indeciso sul da farsi, poi si girò, guardando il soffitto.

«Va bene.»

𝕣𝕠𝕠𝕞𝕞𝕒𝕥𝕖𝕤 || KakuizaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora