Come un fiore che fluttua nel vento | DR. STONE [Ryusui x OC]

11. Il viaggio volge al termine, Città della Gomma

Presto lasciarono l'Australia. Avevano solo un'ultima tappa prima di terminare tutte le città da fondare in tutto il mondo: la città della gomma situata in Indonesia. Quando arrivarono, fondarono nel giro di pochissimo tempo quella nuova città, il cui territorio era molto ricco di alberi di gomma - ancora di più rispetto a quella trovata in America - non trovando nessun intoppo.

-Finalmente dopo dieci anni, la nostra avventura sta per giungere al termine! È quasi ora del nostro trionfante ritorno in Giappone per riunirci con le persone che abbiamo lasciato lì!-. Kohaku si era emozionata parecchio a quell'idea di poter finalmente tornare in Giappone e Hana poteva capire quanto le stava di certo mancando la sorella maggiore.

Le sorrise, ma rimase in silenzio. Non ce n'era bisogno di dire altro.

-Il mondo intero si riunirà per compiere questo sforzo. Ora che ci penso, potrebbe essere la prima volta nella storia dell'umanità-. Ukyo aveva riflettuto, tenendo due dita sul cappello. A ciò Chrome strinse un pugno in avanti, assolutamente determinato.

-Certo! Tutti quanti! Insieme! Riuniti!-.

Hana gli lanciò un'occhiata d'intesa, sapendo cosa stesse pensando il giovane scienziato. Loro due e Suika, infatti, avevano iniziato delle lezioni a parte con Sai - anche se Hana prendeva lezioni divisi da loro. Mentre i due, infatti, le seguivano la mattina, lei utilizzava quelle ore per cercare di carpire da lontano il più possibili nozioni di ciò che Senku stava programmando - mentre aiutava qualcuno con delle scuse - mettendoli poi per iscritto da farli leggere a Chrome, Suika e Sai. La sua memoria, in quel momento, fu una benedizione per lei. Quando si faceva pomeriggio, le sue lezioni con Sai iniziavano, prendendo un'oretta al giorno, mentre la sera riguardavano gli appunti sul razzo e cercavano di capirci qualcosa. Per il momento la loro routine consistette in questo - il tutto mentre Senku costruiva il piano del razzo di sola andata.

-Esatto! Tutti insieme...-. La voce sghignazzante di Senku la distrasse dai suoi pensieri e si voltò verso di lui, insieme a tutti gli altri. -Pare che dovremo risvegliare migliaia di persone per metterle a lavorare alla costruzione del razzo appena torneremo in Giappone!-.

Mentre gli altri commentavano come, almeno una volta ogni tanto, Senku potrebbe mostrare una briciola di compassione, ad Hana venne l'istinto di mettersi a ridere. Quello era così tanto una scena "alla Senku" che per poco non si mise a ridacchiare e ammettere che non sarebbe stato da lui, con l'atteggiamento di chi sapeva benissimo com'era fatto... invece, portò la mano destra a serrare sul braccio sinistro. Spostò lo sguardo a terra, mordendo il labbro inferiore con aria insicura.

Era da quella notte che non parlavano come una volta, ma più giorni passavano e più lei non riusciva ad avere il coraggio di approcciarlo come aveva sempre fatto. E nemmeno lui le parlava, capendo quel suo disagio e provandone altrettanta di conseguenza.

Ma a parte Gen e Ryusui, nessuno notò quel gesto.

-Ah! Non vedo l'ora di dire a Ruri e ai ragazzi del villaggio che questa situazione infernale sta per terminare!-. Fece Kohaku con fare soddisfatto, ma Yoh si mise a tremare, pensando al tremendo carico di lavoro che avrebbero ricevuto una volta risvegliatisi.

-Haha!-. Ryusui schioccò le dita, come al solito. -Suppongo che vorranno dei souvenir dal nostro viaggio intorno al mondo!-.

Senku si mise a sghignazzare. -L'ho sempre tenuto bene in mente-.

Chelsea, innocentemente, pensò che fosse un gesto gentile, ma Gen le ricordò che doveva esserci un secondo fine, visto che parlavano di Senku.

-Pensate a come ci siamo mossi-. Continuò Senku, facendo loro riflettere. Hana comprese cosa volesse dire non immediatamente, ma un po' dopo, insieme agli altri: ogni volta che raggiungevano una tappa, infatti, preparavano subito una pietanza locale, anche per mettere a loro agio coloro che risvegliavano in quel territorio per sollevare loro il morale.