La notte prima

1 0 0
                                    


Alla fine era riuscito nell'ardua impresa, non era nulla di sfarzoso ma nemmeno 'un buco di fogna' come usavano dire nei film d'azione classici che Frank guardava.

Affittò una camera singola che nel suo piccolo aveva tutti i comfort necessari per una notte fuori casa, e anche di più.

C'era il letto appena entrati sulla sinistra con un piccolo mini bar dentro al comodino, il bagno privato e un televisore assieme alla rete wi-fi presente in tutto l'edificio. Ovviamente il colore che predominava era il bianco: lenzuola e federe dei cuscini, gli asciugamani, le pareti e persino le tende. Unica nota "stonante" il quella monocromia era il mobilio tinto di un nocciola tenue.

<<Può andare per stanotte>> affermò solo, nella sua stanza, il giovane imprenditore.

Di certo non aveva intenzione di arrivare in ritardo all'incontro con il misterioso Smith ma nemmeno rimanersene rintanato lì tutta sera. Prese quindi la decisione di collegarsi subito alla wi-fi del piccolo hotel, studiò il percorso che avrebbe dovuto fare l'indomani da dove alloggiava lui al Ritz-Carlton e... non era poca cosa constatò frustrato. 'Che stupido' si disse, se avesse pensato subito al pernottamento e solo dopo si fosse concesso agli svaghi avrebbe potuto trovare qualcosa di economico sì, ma più vicino. Vabbeh, oramai il danno era fatto.

Avrebbe puntato la sveglia prima del dovuto, e del voluto, colazione abbondante e caffè per poi dirigersi diretto al 2121 Mc Kinney Avenue. Ora però la pancia brontolava, in giro tutto il giorno e non aveva ancora mangiato nulla.

Passò velocemente dal bagno, recuperò telefono, portafogli e chiave della stanza e uscì in corridoio quasi di corsa scendendo gli scalini a due a due.

La sua stanza si trovava al primo piano, scendere con le scale era logico per uno in forma e della sua età. Consegnò la chiave alla reception e uscì in strada girando casualmente a destra.

Il caldo estivo non lasciava tregua, per di più in città: 'sempre meglio di quando sono arrivato però' pensò.

Stava camminando da qualche minuto in cerca di un posto accogliente dove cenare anche se l'ora era già relativamente tarda, quando s'imbatté sulla locandina di un cinema presente ad un solo isolato di distanza. Davano la replica di 'Die Hard' e decise, vista anche l'ora, che era un buon modo sereno per terminare la giornata.

Si diresse quindi alla biglietteria del cinema, acquistò un biglietto in ultima fila dove riteneva ci si godesse meglio il film. Poi andò allo store dove vendono il cibo e comprò tre fette di pizza al gusto doppio formaggio e una bibita, quella sarebbe stata la sua cena. Consegnò il biglietto al controllore davanti alla sala, s'infilò in quella che era la numero quattro e sedutosi al suo posto iniziò a divorare la sua cena mentre la gente stava ancora prendendo posto.

Doveva sembrare davvero affamato perché una ragazza sulla ventina nel guardarsi attorno mentre prendeva posto cinque file sotto, gli alzò il pollice sorridendogli in gesto di "ben fatto".

Frank rispose con un sorriso imbarazzato continuando ad ingozzarsi. Quando il film iniziò aveva già terminato la cena, così a stomaco pieno e senza il problema di reggere il vassoio, poté concentrarsi sul film.

Ovviamente l'aveva già visto, ma a lui i vecchi classici d'azione piacevano sempre.

Furono ore serene quelle che trascorse ma appena terminò il film doveva tornare all'hotel o rischiava di non riuscire ad alzarsi l'indomani, secondo la sua tabella di marcia. Per un attimo gli venne l'idea di andare a gustarsi una birra in quel magnifico locale blues, chissà magari quella sera davano pure un concerto, non aveva guardato la bacheca mensile con le date appesa fuori dalla sala live. Ma no era tardi e le occasioni, quelle buone, capitano raramente.

<<Forza Frank, a letto>> si disse e rise al ricordo di quando era sua madre a dirglielo da piccolo.

Non che fosse mai stato uno di quei bambini che amavano stare davanti alla televisione o a giocare fino a tardi, preferiva osservare ore il padre che costruiva modellini di antichi velieri all'interno di bottiglie di vetro.

Era la passione di Robert, per rilassarsi dal caotico mondo dell'edilizia, come svago aveva quello di passare alla sera, dopo cena, un paio d'ore a costruire modellini in legno occupandosi di tutte le fasi di realizzazione. Da prima sagomava e dipingeva ogni singolo pezzetto e quando li aveva tutti pronti, pinze alla mano e molta pazienza diventavano gli ultimi strumenti che avrebbero dato vita a quelle riproduzioni in miniatura.

Come sosteneva il padre di Frank: 'l'equilibrio tra il caos e la calma'. Questa passione non era passata a Frank che crescendo si dedicò a svaghi più comuni come lo sport, la musica e poi crescendo ancora un po', alle ragazze.

Camminando dentro a tutti questi ricordi arrivò al suo hotel senza quasi accorgersene. Entrò, si fece dare la chiave alla reception e si infilò nella sua stanza.

Non aveva fatto in tempo a farsi una doccia quindi quella fu la sua prima azione: si spogliò, aprì l'acqua e rimase quasi mezzora sotto il getto a far scivolare via la stanchezza di quella lunga giornata. Ora che tutte le "incombenze" di quel giorno erano terminate, la spossatezza si faceva sentire tutta d'un tratto, forse perché quel getto aveva il 'potere' di zittire la mente per la prima volta da quando si era alzato quella mattina.

S'asciugò alla ben in meglio, puntò la sveglia per l'indomani e si lasciò cadere sul letto in un sonno profondo.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jul 18, 2023 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Blu CosmicoWhere stories live. Discover now