CAP 1

27 2 1
                                    

14 Ottobre 2017

Quella sera pioveva a dirotto.

Edimburgo era maledettamente fredda in autunno. A Robert Osville non piaceva uscire di casa con la pioggia, né tantomeno con la nebbia. Un'altra cosa che non sopportava erano i turni di notte. Il commissariato era sempre desolante e gli uffici, deserti, avevano un che di sinistro: vi era una malinconia difficile da descrivere. Robert amava leggere e così, ogni volta che gli toccava un turno di notte, portava con sé un libro, preferibilmente di argomento storico oppure fantasy, ma non thriller o crime. Erano generi che non amava molto, forse perché gli ricordavano troppo il suo lavoro. Il poliziesco era invece il genere preferito dalla sua fidanzata: una ragazza più giovane di lui, non tanto alta, dai capelli scuri ed indiscutibilmente graziosa. Lei gli era devota e lui avrebbe fatto qualunque cosa per lei. Un paio di volte avevano parlato di matrimonio, ma lei non si sentiva pronta.

Il destino li aveva fatti incontrare proprio lì, in quel distretto. Lui sergente di polizia, in attesa di promozione e lei una nuova investigatrice, appena laureata e dal grande intuito. Era accaduto tutto velocemente. Robert era inciampato, versando del caffè sul quaderno di lei, rilegato in pelle, che la giovane portava spesso a lavoro e a cui teneva molto. Lo usava per schematizzare le indagini, come le aveva suggerito il suo professore all'università. Era un metodo che alcuni ritenevano antiquato, ma lei non poteva farne a meno e, per quanto amasse la tecnologia, nulla valeva più di un blocco di appunti. Il suo importante quaderno, che si era macchiato per colpa di un sergente sbadato. Da un banale litigio era nato un sentimento profondo. Un'emozione che Robert non provava da tanto tempo, considerando che aveva circa una decina d'anni in più di lei. Il mese prossimo avrebbero festeggiato il loro quarto anniversario. Cosa poteva regalarle? Quel pensiero era una costante, nella mente di Robert: avrebbe voluto fare bella figura.Un anello? Troppo presto?

L'uomo si accomodò nel suo ufficio ed accese la tv. Fuori da lì, una fitta coltre di nebbia invadeva tutte le strade. Da un anno a quella parte, i due innamorati avevano iniziato a passare molto tempo a casa di lui, ragion per cui si potevano definire conviventi. Quella sera, lei se ne stava nel loro letto, davanti alla tv, con un libro tra le mani, mentre a lui toccava quello stupido turno di notte. Negli ultimi tempi, le notti si erano fatte movimentate: mariti violenti, giovani ubriachi, vandali, eccetera.

Era impossibile rilassare i nervi e in tv non c'era nulla di interessante.

Robert tirò fuori il pacchetto di Philip Morris e ne estrasse una.

Quando era a casa, con la sua ragazza, fumava le Marlboro, perché lei (da non fumatrice) ne preferiva l'odore o, come diceva lei, la puzza. Dopo essersi acceso la sigaretta, si rigirò tra le dita l'accendino, che gli aveva regalato il suo migliore amico, un certo Steve McNish. Vi aveva fatto incidere: "Fermati coglione, finché sei in tempo!"

Rise al pensiero che pure il suo amico fosse un fumatore.

Il padre di Robert, Carl, non aveva mai approvato la sua passione per il tabacco, costringendolo a fumare di nascosto, attaccando così il vizio ai suoi amici. Il lato positivo di Robert era che non prendeva vizi facilmente, cosicché fumava solo quando ne aveva voglia, aspettando anche settimane tra una sigaretta e l'altra, qualità molto apprezzata dalla sua fidanzata.

Il cellulare personale squillò. Era sua madre, Pauline. Finita la telefonata si alzò e fece un giro nell'ufficio. Fu improvvisamente nervoso.

Guardò l'orologio alla parete: erano le 22.00. Decise di chiamare la sua ragazza. L'aveva lasciata solo da un'ora e già gli mancava: era lei così perfetta, o era lui semplicemente un coglione romantico?

I casi di Daisy Wilde - La tragedia degli OsvilleWhere stories live. Discover now