Capitolo 13. Tanti auguri

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Credo di non aver mai conosciuto, in tutti i miei ventidue anni di vita, una persona tanto piccosa e permalosa come lui.

Prende la sua giacca dal letto e mi supera avviandosi verso il piano di sotto, cosi lo seguo e vedo Michael bere un bicchiere d'acqua in cucina.

<<oh eccovi, siamo tutti, possiamo andare>> dice lui.

Usciamo di casa ed andiamo verso la macchina di Luca che prima di entrare chiede <<le ragazze?>>

La ragazzina? Vorrei chiedere io, che invece resto zitto in attesa della sua risposta.

<<ci raggiungono li>> gli risponde Michael non facendo nomi, e facendomi restare col dubbio.

Luca annuisce ed entra in macchina seguito da noi, accende la radio, e parte verso l'ennesimo locale da cui vorrò andare via dopo un'ora che sono lì dentro.

Sono passate due ore da quando sono qui, e di Jasmine nemmeno l'ombra.

Ho anche provato a chiedere alle altre ma mi hanno risposto con un'alzata di spalle. Dal canto mio non ho insistito, perché non voglio destare sospetti, e non voglio neanche che il mio stato d'animo dipenda da lei.

Anche se è difficile dato che mi ha fritto il cervello, e la penso costantemente. E vorrei davvero non farlo, ma ogni volta che chiudo gli occhi, vedo i suoi.

È mentre mi avvicino al bancone per prendere il mio quarto drink che la vedo entrare. E fortuna che non l'ho ancora preso, perché probabilmente mi sarebbe andato di traverso, o caduto tutto per terra.

Questa sera sembra un fottuto angelo. Un diavolo travestito da angelo per la precisione. Perché può ingannare tutti vestita così, ma non me.

Indossa un vestito bianco, lungo fino a piedi, a girocollo con delle spalline sottili. Una collanina oro le circonda i fianchi ed i suoi capelli non sono mai stati cosi lucenti.

Riesco a vedere i lacci dei tacchi che le circondano la caviglia, anch'essi oro.

Sulla spalla ha appoggiata una borsetta dello stesso colore della catenina, dalla quale tira fuori il telefono ed inizia a scrivere freneticamente, noncurante di tutti gli sguardi dei ragazzi puntati su di lei.

Sento un senso di fastidio accrescere in me, odio che lei sia cosi bella, che tutti non riescano a non guardarla appena entra da qualche parte.

Solo io dovrei guardarla cosi, dovrei poterlo fare solo ed esclusivamente io.

Vedo Anita e Denise andarle incontro, cosi distolgo lo sguardo, e chiedo al barman il mio drink.

<<fallo bello forte>> gli dico ricevendo da parte sua un cenno di assenso con la mano.

Me lo porge e torno dagli altri, mi siedo sul tavolo, e la cerco con lo sguardo.

La trovo poco lontana da me, mentre balla con le ragazze e sorride per finta. E non si preoccupa nemmeno di nasconderlo. Lo capisco perché quello più che un sorriso sembra una smorfia, mi fa ridacchiare da solo.

E non so dire se sia la sua bellezza o tutto l'alcol che ho in corpo, ma quando vedo un ragazzo starle troppo vicino ed i nostri sguardi finalmente si incrociano, le faccio subito cenno di venire accanto a me.

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