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«veramente non avevi mai visto "l'attimo fuggente"?» lo sguardo del nostro protagonista si spostò sulla figura di Atlas che gli sorrideva morbido, mentre il marrone dei suoi occhi guardava incantato il film riprodotto sullo schermo del computer di Hanry.
Thomas scosse il capo in un cenno negativo, fremendo al calore che la vicinanza dei loro corpi gli regalava, lasciando che la sua attenzione si focalizzasse sul volto arrossato e corrucciato di Atlas che guardava il film ben disteso a pancia in giù sul letto.
Cosa gli succedeva?

«ma dove vivi?!» lo prese ingiro occhi foglia, portando lo sguardo nel verde di Thomas, arricciando il naso lentigginoso. Thomas sentì il cuore schizzargli dal petto al sorrisetto divertito del ragazzo al suo fianco, osservandolo accuratamente mentre giostrava con le gambe infantili ed ancheggiava il bacino nei suoi pantaloncini blu.
Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
Il verde di Thomas scorreva il corpo del ragazzo con ostentazione, cercando di distogliersi dai fianchi morbidi e dalle spalle ampie, ma più lo sguardo si spostava sul piccolo schermo e più veniva risucchiato nuovamente dalle forme candide di Atlas, lasciandolo estasiato.
Non riusciva a controllarsi, chiedendosi cosa gli succedesse, cosa succedesse al suo corpo... Al suo verde che, nitido, giostrava sulla schiena del ragazzino, scivolando sui fianchi infantili e saltando sui glutei tondi, che rimbalzavano sodi fra i battiti veloci del roscio.

«questa è la mia parte preferita!» lo richiamò all'attenzione, Atlas, girandosi a pancia in su, lasciando che la maglietta bianca che gli fasciava il corpo si alzasse leggermente, facendo intravedere l'addome morbido, infantile.
Thomas avvampò, macchiando il corpo del ragazzino di un verde nitido, del suo verde, per poi distogliere lo sguardo sul piccolo schermo davanti a se, cadendo fra le parole recitate da Robin Williams fra le mura di quell'istituto rigido.

«“Cogli l'attimo, cogli la rosa quand'è il momento” ... Perché il poeta usa questi versi? ... Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato. Li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli, pieni di ormoni, come voi, invincibili, come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi, i loro occhi sono pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi, ora, sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito: carpe… carpe diem… cogliete l'attimo, ragazzi… rendete straordinaria la vostra vita.» Thomas si bloccò estasiato da tale affermazione, sentendo le parole recitate, proclamate corrergli lungo tutto il corpo ed il cuore riempirsi di vitalità, voracità nel conquistarsi la propria vita.

«sai, anche io ed i ragazzi abbiamo una cosa simile» affermò Atlas accedendosi una sigaretta, mentre Thomas lo guardava sorpreso, lasciando che il film girasse a vuoto sotto le loro voci.

«come?» chiese confuso occhi verdi, lasciando muovere il suo sguardo sul corpo candido di Atlas e sentendo nel basso ventre un calore insolito, che mai aveva provato.
Atlas buttò fuori il fumo e picchierò la sigaretta dentro un bicchierino in plastica, tirandosi a sedere sul letto a gambe incrociate.

«bhe, non è proprio una caverna e non parliamo di poesia, ma qualche volta ci ritroviamo nella casa abbandonata vicino al fiume e ci capita di parlare molto.» gli spiegò aspirando nuovamente il tabacco dalla sigaretta sbruciacciata ed osservando il verde del nostro protagonista.

«deve essere forte» rispose dolcemente, Thomas, non riuscendo a staccare gli occhi dal marrone del ragazzo che gli cedette l'ultimo tiro della sua sigaretta. Thomas lo ringraziò con lo sguardo e portò la sigaretta alle labbra, sentendo la cenere calda ricadergli sul bacino nudo, martoriato e privo di una maglia per poi buttare fuori il fumo in un ringhiò compiaciuto.
Con Atlas non si vergognava di far vedere le sue cicatrici, sapeva che non lo avrebbe mai giudicato.

FecciaWhere stories live. Discover now