Capitolo II

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Capitolo II

ՑՑՑ


                                     È la quinta volta che, alla radio, danno It's My Life di Bon Jovi e, se solo potesse farlo, Johanna tirerebbe la sua tazza piena di tè contro la radio per spegnerla. Quella canzone aveva un non so cosa di piacevole, le prime volte che la ascoltava, ma ora non può fare a meno di pensare che sia diventata insopportabile.

Sospira, mentre accatasta dei libri sopra alla sua scrivania di legno e, cercando di spegnere il cervello per isolarlo dalla musica, accende la lampada da ufficio e si avvicina alla sua poltrona vintage in mogano, lasciandosi cadere con una certa stanchezza sul cuscino.

La signora Briggs è nell'altra sala. Come sempre sonnecchia, mentre alcuni clienti girovagano per la biblioteca e, ogni volta che qualcuno si dirige da lei per pagare, sussulta facendo finta che fosse sveglia. Le lancia un'occhiata divertita e, scuotendo la testa, abbassa gli occhi su un foglio sul quale sta catalogando tutti i nuovi arrivi che presto dovrà sistemare. Per fortuna non da sola.

Ed è proprio in quel momento, quando si ricorda che non dovrà farsi tutto quel lavoro in solitaria, che Samuel si avvicina. Ha tra le mani una pila di libri che tiene goffamente con la punta del mento. I suoi capelli rossi gli sono finiti davanti agli occhi celesti appena dietro ad un paio di occhiali tartarugati e, quando finalmente si libera da quel peso posando i tomi sulla scrivania, si passa una mano davanti alla frangia per tirarla all'indietro, sorridendo con quel suo fare radioso che, da quando lo conosce, Johanna ha sempre messo a paragone con il sole.

Samuel effettivamente non sembra mai triste, e forse non lo è mai davvero.

«La vecchia dovrebbe installare delle telecamere. Se continua a dormire mentre è in cassa la gente inizierà a rubarle tutti i libri e a scappare via con il bottino», sentenzia, e Johanna ride.

«E che cosa te ne importa?»

Samuel alza le spalle, noncurante, poi però cambia espressione e incrocia le braccia al petto, appoggiandosi alla scrivania. «Penso che se nessuno pagherà i libri, io e te perderemo il lavoro e ci licenzierà. Non è una prospettiva che mi piace particolarmente!»

«Abbiamo pur sempre l'altro lavoro, no?»

«Sì, certo, ma questo del bibliotecario triste, per lo meno, mi fa sentire un po' più... come dire: nella norma, ecco.» Stira un sorriso accattivante e le fa l'occhiolino, poi cambia espressione e sembra ricordarsi improvvisamente di qualcosa. «A proposito di vita normale! Com'è andata con il medico?», chiede e, con una certa malizia negli occhi, la punzecchia con dei pizzichi sul braccio. Johanna è presa alla sprovvista da quella domanda, anche se il suo buonumore, quest'oggi, ha a che fare in qualche modo con il medico , e vorrebbe non essere il libro aperto che è, ma con Samuel è praticamente impossibile nascondere qualcosa.

«Bene.»

«Bene? Solo bene? Non è la risposta che volevo, Jo!»

«Che cosa vuoi che ti dica? È andata bene, è stata una bella serata! Lui è molto carino, e gentile. Mi ha offerto la cena...»

«Ci mancherebbe altro!», la interrompe Samuel, alzando gli occhi al cielo e schioccando la bocca in un suono di disappunto.

«Non è obbligatorio!»

«No, non lo è, ma per te che gli lasci noleggiare i libri praticamente gratis, direi che è un buon modo di ricambiare, non credi?», domanda ancora lui, e non può fare a meno di pensare che Samuel è la persona con meno peli sulla lingua che conosca. Ha quasi paura a presentarlo a James – il medico, il ragazzo con cui sta uscendo, ma non può nemmeno tenergli nascosto il suo migliore amico solo perché non sa tenere a freno quella bocca; Samuel sarebbe capace di farlo scappare via a gambe levate. Questo la diverte, ma non può non ammettere che è una possibilità che la terrorizza leggermente. Dopotutto non ha mai avuto una relazione normale in vita sua, è sempre scappata per colpa della vita che conduce. Non ha mai approfondito nessun rapporto, ha pochi amici e, quelli che ha, non sanno niente del suo segreto – a parte Sam. Non capirebbero e, forse, James nemmeno lo capirà, semmai le cose tra loro dovessero andare bene. Non capirà e scapperà e non per colpa di qualcun altro, sebbene è l'ultima cosa che Johanna vorrebbe nella vita: un altro abbandono.

Non Chiedermi dei Morti - Volume 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora