"Hai rovinato tutto"

La guardo andare via e questa minuscola frase mi rimbomba in testa.
Faccio abbattere il mio pugno su un albero e poi mi butto a peso morto su quella panchina.

È così frustrante vedere qualcuno a cui tieni non crederti ma immagino me lo sia meritato. Il mio aspetto, il mio atteggiamento, oggi ho raccolto ciò che ho seminato in quest'ultimo anno.
Insomma sono sempre stato un tipo sopra le righe, narcisista e sicuro di me ma poi ho lasciato che l'ingiustizia vissuta mi trasformasse in uno stronzo di prima categoria, e ora lei non si fida di me.

Porca puttana so di avere ragione, allora perché mi sento questo nodo in gola e il sangue mi bolle nelle vene.

Afferro il telefono e chiamo Ty.
<<Ho bisogno di te>> dico subito,
<<Dove sei?>> chiede lui e io gli dico di vederci in terrazza, cosi lui butta giù.

Salgo fin lassù e dopo due minuti mi raggiunge il mio amico, già con una canna pronta in mano.
<<Racconta>> dice porgendomela e io annuisco.

<<Derek, ha intenzione di fare quello che pensiamo, con Cassandra>> dico guardandolo serio e lui sospira, <<Che figlio di puttana>> dice, <<Come l'hai scoperto?>> continua Ty, <<L'ho sentito parlare al telefono cosi l'ho attaccato. Non mi sono riuscito a controllare>> dico io finendo in fretta quello spinello, <<E sai qual'è la parte peggiore?>> dico <<Che Cassandra mi ha visto mentre cercavo di mandarlo al campò santo>> finisco io buttando la testa indietro.

<<Amico devi dirle la verità è l'unico modo per tenerla al sicuro>> dice lui serio dandomi una pacca sulla spalla, <<Lo so ma ho bisogno che mi aiuti, lei vorrà delle prove>> dico io e lui annuisce, <<Purtroppo quelle non ci sono più lo sai>> dice Tyler e io annuisco mordendomi il labbro.

Scendiamo da là sopra e io lascio la festa tornandomene a casa e lasciando Dafne in tredici. Sti cazzi.
Salgo sulla mia auto e sfreccio verso casa mia, un attico al centro di Manhattan.

Posteggio nel nostro parcheggio privato e poi salgo in casa andando subito in camera, non curandomi dei miei genitori seduti nel divano.

<<Ciao eh>> dice poi mia madre aprendo la porta e guardandomi steso sul letto.
<<Che vuoi>> dico seccato, sempre rotture di coglioni.

<<Intanto calmati>> dice severa, <<E poi volevo dirti che lunedì sera siamo impegnati perciò non metterti in testa di uscire o cose simili>> conclude lei e io sbuffo pesantemente.

<<Perché devo venire anche io? non mi va>> dico annoiato, sin da quando sono piccolo ho sempre detestato questo tipo di eventi, gli unici casi nella quale ero contento di andare era quando io, Caleb e Tyler venivamo messi in punizione in seguito a qualche bordello che avevamo combinato e allora l'unico modo per vederci erano ste stronzate per ricchi.

<<Lo sai perché devi venire.>> dice secca, <<Devi venire perchè tu Axel Andrew Avery sei l'erede della nostra fortuna, della Avery's Oil Empire e non manca molto al tuo ingresso al college e lo sai bene, dopo il college dovrai subito iniziare a lavorare al fianco di tuo padre, dovrai apprendere più che puoi perché se non sono stata già sufficientemente chiara, tu un giorno sarai al comando della baracca e porterai avanti quello che i tuoi avi hanno iniziato, che tuo nonno ha ampliato e che tuo padre ha perfezionato.>> dice in risposta al mio sguardo contrariato.
Alzo gli occhi al cielo sentendo la rabbia già presente all'altezza della bocca dello stomaco farsi più pesante, è sempre la solita storia.

<<Ti ho detto mille volte che della Avery's Oil Empire non me ne frega niente, non voglio lavorare con tuo marito ne ora ne mai>> dico tirandomi su a sedere, squadrandola da capo a piedi.

𝐂𝐨𝐥𝐥𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 Where stories live. Discover now