Nei suoi occhi lessi un desiderio profondo che mi attirò, le piaceva sapere che mi desse fastidio che un altro uomo potesse averla al posto mio, la eccitava l'idea di essere contesa e lo avevo visto da come sorrideva mentre quel francese e suo marito litigavano avanzando di qualche centinaio di migliaia di dollari all'asta di poco prima, eppure ero stato io a vincere, dimostrandole che io non contendevo nulla con nessuno, io prendevo ciò che volevo come avevo sempre fatto.
I violini incominciarono a suonare, accompagnati dalle soavi note del piano e dell'arpa che si unirono con leggiadria dando inizio alle danze. Addosso avevamo il peso di centinaia e centinaia di occhi puntati, eppure da come mi guardava non sembrava importarle come neanche a me pesava in quel momento, tutta quella attenzione. <<Mi stai dicendo che hai vinto questo ballo solo per gelosia?>> Si muoveva lenta e esperta tra le mie braccia lasciando che la conducessi, ricordando ancora i passi di quel ballo che mi aveva insegnato più di un decennio prima. <<Potrei aver mai speso quarantacinque milioni per dell'effimera gelosia?>> Mi dava fastidio che qualcun'altro l'avesse, ma il mio non era solo impudico possesso, non ero un animale e non reclamavo ciò che mi spettava con del denaro. <<Dunque devo credere che li hai spesi perchè semplicemente volevi ballare con me?>> Era così, se non fosse stata costretta non avrebbe mai accettato di ballare con me e io lo sapevo, così non appena si era presentata l'occasione avevo colto la palla al balzo, anche se l'idea di star facendo rodere quel sudicio di Wilson, stringendo tra le braccia sua moglie, era comunque appagante. <<Non mi importa ciò che credi.>> Non avrebbe mai creduto ad un simile gesto da parte mia e io non mi sarei mai sforzato per far in modo che ci arrivasse, non mi importava, io conoscevo le mie intenzioni e i motivi che mi spingevano a comportarmi in determinati modi e ciò mi bastava. <<Oh Mihai.>> Sospirò lasciandosi volteggiare in una piroetta per poi tornare stretta a me. <<Non capisco più se mi ami o mi odi.>> Lo disse per scherzare eppure io mi soffermai a pensarci per un secondo capendo che neanche io riuscivo più a distinguere le due cose, due sentimenti tanto diversi erano arrivati a diventare la stessa cosa lasciandomi interdetto.

<<A fregarmi probabilmente è che neanche io riesco più a capirlo.>> Cosa mi stava facendo quella donna? Stavo ricadendo nella sua ragnatela per la seconda volta o ero abbastanza lucido da poter controllare ogni cosa? Quelle domande mi rimbombavano in testa senza darsi tregua. <<Con una come me il filo che divide le due cose Kovacs, è talmente sottile che amore e odio si conciliano in un terzo sentimento: il desiderio.>> Odiavo il fatto che avesse ragione e amavo a sua volta come quelle labbra dipinte di rosso, si muovessero lentamente sotto il peso di quelle parole. <<Sei incredibile, ogni cosa con te si racchiude alla sola attrazione carnale.>> Ci allontanammo entrambi lasciando che a legarci ci fossero soltanto le nostre mani intrecciate, poi con uno strattone delicato, le si rigirò finendo con il far scontrare la schiena contro il mio petto. <<Semplicemente perchè so quanto sia deleterio amarmi, così lasciò che tra me e gli uomini ci sia soltanto il sesso.>> Lo disse con una leggerezza che mi irritò, non le importava la gravità di ciò che stesse affermando, ne era talmente sicura da mancare a se stessa di rispetto senza porre alcuna importanza. <<Ma alla fine si innamorano lo stesso.>> Suo marito, tutti gli uomini che le giravano intorno, tutti pendevano dalle sue labbra pronti a fare qualsiasi cosa pur di averla, eppure a lei non importava. <<Alcuni sono masochisti.>> E si dava il caso che io fossi uno di quelli. Il modo superficiale con cui lo esclamò mi innervosì, non le importava nulla degli uomini e di cosa pensassero, a lei bastava avere ciò che voleva, escludendo qualsiasi sentimento. <<Io però voglio solo aiutarti.>> Lo sussurrai al suo orecchio sentendo il suo respiro farsi più profondo. Non volevo altro, non vi erano interessi comuni tra di noi, volevo solo che la situazione in cui si era incastrata si slegasse e che tutti i nodi venissero al pettine così che, una volta per tutte, la verità sarebbe finalmente venuta a galla.
Con un'altra piroetta si rigirò tra le mie braccia, tornando a guardarmi negli occhi, con quella luce nello sguardo calda come un tramonto di fine estate. <<Io non voglio il tuo aiuto.>> La sua testardaggine non accennò a lasciar il posto ad un briciolo di coscienziosità. Era completamente fuori di testa, non aveva un briciolo di attenzione e diligenza. <<Tu sei pazza.>> Strinse le spalle con noncuranza. <<Sarà, ma arriverò fino in fondo a questa storia da sola e senza l'aiuto di nessuno.>> Era così caparbia da farmi salire il nervoso, non vi era modo di farla schiodare dalla sua posizione, non la sopportavo, era talmente testarda da far male.

Painful melody Where stories live. Discover now