I need some air

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Erano ormai passati 10 minuti da quando tutti si erano riuniti nel salotto del loro dormitorio. Dopo che Jeongin aveva raccontato che cosa fosse successo non hanno perso tempo e sono subito tornati a casa, facendo attenzione a non farsi riconoscere da nessuno lungo il tragitto. 

C'era un silenzio quasi assordante dentro la stanza, interrotto solo dal volume basso della televisione, ancora accesa sull'ultimo dei tanti canali di news e gossip che avevano velocemente passato in rassegna. Inutile dire che tutti i servizi che stavano trasmettendo parlavano di loro. Spiccava una parola in particolare che si ripeteva spesso in tutti gli articoli: minsung . Ai ragazzi non era nuova la parola, ormai i loro fan avevano riempito i social media con video e edit su di loro, usando sempre quell'hashtag insieme a tanti altri. Non gli aveva mai dato così fastidio, o almeno non fino a quel momento. Ora leggerla o sentirla era quasi insopportabile.

Hyunjin prese il controllo della situazione e, ormai stufo di sentir parlare a vanvera i giornalisti, prese il telecomando dalle mani di Chan e spense la televisione.

"Allora, andiamo con ordine. La prima cosa da chiarire è siete o non siete voi in quelle foto?"

I due ragazzi presi in causa si guardarono. Non avevano ancora visto le foto, o almeno non bene. Minho, senza dire una parola, estrasse il suo telefono dalla tasca. Questo fu un segnale sufficiente per gli altri di avvicinarsi a guardare dal piccolo schermo nelle mani del ballerino. Si disposero tutti intorno a lui, lasciando giusto uno spazio accanto al ragazzo sul divano, destinato a Jisung. 

Inizialmente quest'ultimo tentennò un po', spaventato da quel che avrebbe potuto vedere, ma poi con dei piccoli passi incerti prese posto anche lui sul divano. 

A Minho bastò semplicemente sbloccare il telefono e aprire il browser di ricerca per vedere subito le foto. Non c'era neanche stato bisogno di cercarle, erano lì, davanti alla sua faccia. Ovunque scorresse, sullo schermo c'erano solo quelle.

Al suo fianco Jisung sospirò profondamente, cercava di stare calmo ma non riusciva. La sua gamba cominciò a tremare. Il castano, sentendolo, portò la sua mano libera sulla gamba del minore, facendo degli impercettibili movimenti su e giù per tranquillizzarlo. Parve funzionare almeno un minimo, visto che i tremiti rallentarono quasi fino a fermarsi. Anche le spalle e il collo erano un po' meno tesi rispetto a prima.

"I-io... si. Si siamo noi." ammise infine, come quasi sconfitto, sentendo subito lo sguardo dei suoi amici bruciare sulla sua schiena. Tutti, eccetto quello di Minho, che si trovava ancora con gli occhi fissi sul piccolo schermo tra le sue mani, mentre continuava ad osservare le immagini con sguardo assente. Non era ovviamente arrabbiato, specie non con Jisung, ma pensava comunque a tutti i casini che avrebbero dovuto affrontare nei prossimi giorni. Erano già abbastanza sotto pressione a causa dell'imminente comeback, un dramma del genere era davvero l'ultima cosa che gli ci voleva.

Il più piccolo invece stava morendo dall'imbarazzo, accompagnato anche da un leggero filo di vergogna. Non erano chissà che foto, c'erano solo lui e Minho che camminavano vicini per le strade di Seoul, che si tenevano per mano, che mangiavano. I loro volti non si vedevano molto. Era buio ed in più avevano entrambi le mascherine sui volti oppure un cappuccio di una felpa in testa. Ma con uno sguardo più attento si poteva facilmente capire che fossero loro.

Se qualche attimo fa sembrava essersi tranquillizzato, ora invece era agitato il doppio di prima, tanto da alzarsi di scatto dal divano per poi prendere a camminare in giro per il salotto, con le mani a coprirgli il volto.

"Dai ragazzi state tranquilli, vedete che riusciremo a risolvere la cosa." Chan parlò con un sorriso rassicurante in volto, ma non ebbe l'effetto desiderato. C'era troppa tensione nell'aria.

The minsung dramaWhere stories live. Discover now