Era passato un giorno dalla proposta del lavoro, e Giulio era tornato alla sua vita normale, o almeno cosi pensava . Come ogni giorno arrivò in ufficio, posò la sua 24h, la sua assistente come al solito gli portò il caffè e si preparò per la lunga giornata.
Erano già le 11 e tutto sembrava andare per il meglio, almeno così pensava il riccio. Dopo aver discusso con il suo cliente, chiuse l'ufficio per mangiarsi il suo solito panino, come fa ogni giorno a pranzo, quando all'improvviso sentì un rumore provenire dalla stanza accanto. Avendo paura prese una mazza da baseball che teneva sempre chiusa, dentro un cassetto vicino alla libreria. Si avvicinò e si mise accanto alla porta aspettando che il "ladro" entrasse. Quando quest'ultima si aprì, Giulio iniziò a picchiare forte il ragaz- RAGAZZO?
"MA CHE DIAMINE PROBLEMI HAI?" disse abbassandosi
"Ah non ti ho preso?" disse il riccio quasi dispiaciuto
"Tu sei malato, comunque sono venuto solo per chiederti che cazzo fai nella vita"
"A parte fare schifo, ci sto pensando, ho una settimana di tempo quindi vedi di non rompere le palle"
"Intanto non ti permettere a chiamarmi come ti pare, ma allo stesso tempo nemmeno con il mio nome" disse spingendolo al muro.
"Ok f.a.t.t.o.r.i.n.o."
"Cosa hai detto?" disse mostrandogli il pugno.
"F.a.t.t.o.r.i.n.o"
Gli tirò un pugno dritto in pancia, e lo lasciò cadere a terra. Quasi immune di forze, l'avvocato si rialzò piano e lo guardò con occhi di fuoco.
"Muoviti a decidere non hai tutta la settimana, io non sono il Boss, non perdo tempo con i nullafacenti che non apprezzano le offerte di lavoro" disse per voltarsi e andarsene.
"Stai giocando con il fuoco, e ti brucerai" disse Giulio con aria di sfida.
"Bene" disse girandosi e guardandolo "Io mi brucerò.. ma tu morirai" disse facendo il suo solito sorriso da psicopatico e uscendo
Il riccio continua a non capire perché questo ragazzo lo odiasse così tanto; eppure quando gli aveva portato la pizza sembrava così gentile. Tutto fumo e niente arrosto a quanto pare. In tutto ciò non era nemmeno riuscito a mangiare, e aveva altri appuntamenti; perché la vita gli stava andando così male ultimamente?
Nel pomeriggio un'ansia tremenda l'assalì tanto che dovette cancellare gli altri appuntamenti. In quel momento voleva solo piangere e spararsi un colpo in fronte. Prese una sigaretta, l'accendino e si andò a sedere sulle scale di fuori. Il vento che gli passava tra i capelli, il sole stava iniziando al riscaldare tutto intorno a lui; i fiori stavano iniziando ad appassire e lui sentiva solo l'odore di quella sigaretta, l'effetto della nicotina che iniziava a farlo calmare. Voleva che quel momento non fosse mai finito, c'era tranquillità da far quasi paura
Girandosi si ritrovò Olivia accanto a lui, con le gambe incrociate e con lo sguardo rivolto alle nuvole. Indicandone una, disse che aveva la forma di un delfino. Al riccio uscì un piccolo sorriso, buttò la sigaretta (ormai finita), e si distese anche lui ad osservare le nuvole. Non era abituato a un momento silenzioso.. un momento a dir tutto rilassante.
Passarono i giorni è arrivo sabato, il quarto giorno dopo la proposta. Finalmente era il suo giorno libero e come faceva di solito, andò in giro per i negozi.
Non voleva sentire parlare di nessun caso, non voleva incontrare nessun cliente, giudice o semplicemente qualche suo vecchio amico.
Voleva rimanere solo con sè stesso a dire la verità voleva lui e suo gelato, che stava leccando con una enorme felicità quasi come un bambino quando apre il suo regalo di compleanno. Si trovava in una gelateria per creature nascoste, appunto per questo non dovette minimamente preoccuparsi di nascondere i suoi indumenti ''magici'' , anzi decise di mettere dei leggeri brillantini alle sue orecchie da beta
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''Cosi uguali ,cosi diversi''
Fantasía''Lui un semplice avvocato di carriera addolorato per la perdita dei suoi genitori, con un amore incredibilmente forte con un fratello nemmeno dallo stesso sangue. Lui un semplice agente segreto, che non mostra nessun tipo di sentimento verso la mor...
