2.The Wolf and the Fox

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Chris Pov

"A volte basta davvero poco persuperare i limiti che ci siamo predisposti

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"A volte basta davvero poco per
superare i limiti che ci siamo predisposti."
-Iman D.


Non sarà una stupida ragazzina viziata a dirmi cosa fare o cosa non fare.

Oggi è stato divertente metterla a disagio, ma non so quanto ancora andrà avanti questo gioco. Sto cercando un posto dove stare finché non troverò una casa nei dintorni e dopodiché: fine dei giochi, piccola volpe.

Non ho intenzione di vivere con mio padre. Per quanto quella casa sia grande, contiene dei ricordi che preferisco non preservare e Josh lo sa bene. Perciò non ha forzato le cose quando gli ho riferito che non sarei andato a vivere con lui nella stessa casa. Ma sarei stato vicino, così da poter rimanere in contatto. Il che, a dire il vero, significava anche stare in contatto con Coraline e Paul, dato che abitano tutti nello stesso quartiere.

Sono tornato nel salotto dopo aver detto che andavo in bagno. Non so perché invece ero finito in camera sua.
Lo volevo e basta. Preferisco non sbattere la testa contro il muro per cercare delle motivazioni valide e utili a giustificarmi.

A interrompere i miei pensieri è stato Paul, con un'affermazione.
«Prendi pure la camera degli ospiti, è infondo al corridoio, due stanze dopo quella di Coraline, la riconosci dai cartelli attaccati alla porta.» A quella frase prendo le valigie e mi avvio verso le scale. «Ah e non badare a lei. Le passerà, odia i cambiamenti improvvisi, ma dovrà adattarsi.» Si schiarisce la voce.

«Non fa nulla, e poi non ho intenzione di stare qui per molto. Troverò un appartamento qui vicino.» Prendo le ultime cose rimaste. «Come preferisci, sei come un figlio. Puoi stare quanto vuoi.» Come un figlio... Divertente, ho già un padre e anche una madre. Che strano questo tipo.

Lo ringrazio frettolosamente e mi dirigo verso le scale, per raggiungere quella che sarebbe stata la mia nuova stanza, per un po'. La ragazzina per fortuna è ancora in camera sua, quando passo davanti la sua porta. Non sta tra i piedi come mi sarei aspettato. Anche se la sua presenza non mi dispiace molto. Non mi dispiace averla attorno, è qualcosa di diverso e io, al contrario di lei, amo i cambiamenti e le cose nuove. Provare nuove esperienze. Nuove persone.

Sento una porta aprirsi, così mi giro di scatto e noto una figura uscire dalla porta della sua camera. Come non detto, ecco la volpe. La guardo appena, con la coda dell'occhio, senza darle troppa importanza, passo davanti ad un'altra porta chiusa con le chiavi ancora inserita nella serratura color oro. Le porte sono tutte di legno e di un bianco sporco ma elegante.

«La volpe è uscita dal nascondiglio.»
Dico a voce bassa, forse non mi ha nemmeno sentito e non me ne curo.
«Come hai detto?» O forse mi ha sentito molto bene e lo capisco dal sorrisino che è stampato sul suo volto, ma che cerca di nascondere. Forse per non darmela vinta.

«Te l'ho detto che non ripeto le cose due volte.» Sono di nuovo di spalle, con una valigia in una mano e il morsone nell'altra. Le rispondo con voce brusca e con un tono forte per farle capire che con me, giocare, è una perdita di tempo. Ma soprattutto una battaglia persa in partenza. Mi piacciono i giochi e faccio di tutto per vincere, anche barare. Soprattutto, barare. Io lo chiamo "cambiare le regole nel bel mezzo della partita" ma va bene anche "giocare sporco".

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