25|Odi et amo - E & A/S

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"Edison, collabora con i tuoi compagni"

"Non disobbedire mai alle leggi, Edison, qui gli errori non sono tollerati"

"Mangia di meno, Edison"

"Sorridi di più, Edison"

"Edison, non affezionarti a nessuno che non sia degno di te"

"Sii spietata, Edison, in guerra nessuno avrà pietà di te"

Forse in quest'ultima cosa avevano ragione.
Nessuno ha avuto pietà di me, nemmeno i miei due migliori amici.
Quel giorno una parte di me morì, quella legata a tutte le speranze e ai progetti che avevo fatto con loro.

Sapevo che la mia vita era breve, ma speravo di sfruttare i miei ultimi attimi per stare insieme a loro.
Ironia della sorte: alla mia fine sarò con loro e forse saranno le ultime persone che vedrò.

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

«Arrenditi, Edison, siamo due contro uno» disse Samirah, riponendo nel fodero la sua spada completamente d'oro.

«Vieni con noi senza opporre resistenza» continuò suo fratello maggiore. Gli artigli che spuntavano dai suoi guanti erano bene in vista, pronti a squarciare la mia pelle alla prima mossa falsa.

«Per chi mi avete presa? Per una stupida?» Indietreggiai, tenendo salda la presa sulle mie spade.

Non vedevo alcuna via di uscita. Ci trovavamo in mezzo alla 7th Ave, schiacciati tra i giganti di vetro. Sugli schermi venivano ancora proiettate pubblicità di telefoni appena usciti e drink dall'aspetto fresco e invitante.

Osservai i miei nemici e mi chiesi se ne valeva davvero la pena di affrontarli.
Non era uno scontro ad armi pari e io non avevo un potere che mi permettesse di sconfiggerli. Ero la curatrice del gruppo, quella che doveva stare nelle retrovie e medicare chiunque ne avesse bisogno, o almeno era questo che pensavano quelli della Città Aurea.

Io ero e sono molto di più. Sono Edison Kara Rafael e sono forte a modo mio. Ho imparato da sola quattro tipi tipi di arti marziali: taekwondo, muay thai, kung fu, jujitsu, e tutt'ora mi sto allenando con l'aikido. Quindi prima di etichettarmi come "debole curatrice piagnucolona" riflettete su come io vi possa mettere K.O. prima che voi possiate avere il tempo di formulare questo pensiero.
Ma torniamo al mio combattimento.

Fissai attentamente i miei avversari, cercando di cogliere anche il minimo movimento. Eravamo in una situazione di stallo: nessuno parlava e nessuno si muoveva, ma prima o poi qualcuno avrebbe iniziato il combattimento.

Buttarmi in mezzo al loro era da sconsiderata. Mi avrebbero circondata subito e Dio solo sa cosa mi avrebbero fatto dopo. No, dovevo mantenere le distanze il più possibile, era il mio unico vantaggio.

Samirah indietreggiò lentamente, portando con cautela la mano sull'impugnatura dorata della sua spada.

Alex invece aprì bene le mani, mostrando gli artigli integrati nei suoi guanti.

"Via al primo round" pensai.

Samirah scattò verso di me. Con un movimento elegante e preciso estrasse la sua spada e disegnò un arco dorato nell'aria, a pochi centimetri dal mio volto.

Mi piegai all'indietro, schivandolo, e la colpii con il manico della spada sotto la sua ascella.

Ora si trovava dietro di me, con la schiena inarcata in avanti per lo slancio.

I Temibili 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora