7. I choose to be happy

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THOMAS

Scontata, presumibile, ovvia, prevedibile. Questa è l'esatta descrizione della risposta, eppure ci ho messo troppo tempo a raggiungerla.

«Che stai dicendo?» Un secondo prima stavo infilando un anello all'anulare di Paige e quello dopo sono nuovamente perso tra i miei pensieri.

«La fenice. La risposta è la fenice.» sussurro puntando lo sguardo sul panorama che mi si scaglia di fronte.

Non le do il tempo di chiedermi cosa centra che già sto elencando la soluzione. «Viene chiamata fenice la malattia che colpisce gli zoccoli dei cavalli. Ma è anche un uomo, come il Fenice compagno di Achille. Ma è anche un albero, come la palma, che produce i suoi frutti. Ma è anche un uccello che giace nel sole. Ma è anche il raccolto della terza soluzione, il frutto commestibile della palma da dattero. » una dopo l'altra quelle esatte parole escono dalla mia bocca come un ricordo sbiadito, come un indovinello nascosto negli angoli più remoti della mia mente e d'un tratto hanno deciso di liberarsi, di ritornare al presente e portare me nel passato.

«È un indovinello bizantino, Lily quando eravamo piccoli ce ne faceva molti, io e Nat non trovavamo mai la soluzione, perciò era sempre lei a rivelarcela.» ora anche lei ha finalmente assunto la serietà giusta per la situazione. Il tempo per le smancerie è finito, dobbiamo risolvere questa situazione.

«Non crederai che...?» non termina la frase, ma io già so cosa vuole dire perché per un solo attimo quel pensiero ha trapassato la mia mente.

«No, è morta. Non può essere.» mi pizzico il raso riflettendo seriamente sull'opzione, ma sarebbe veramente surreale. L'ho vista morire, l'ho vista essere seppellita e coperta per sempre dall'oscurità, proprio come meritava.

«Io non capisco. Chi può essere ora.» chiudo gli occhi e tutto ciò che vorrei è che questa storia finisse, tornare a disperarmi per le sciocchezze di un giovane ragazzo e non risolvere indovinelli e rischiare la vita di continuo.

Come uno stupido in passato mi è capitato di pensare come sarebbe stata la mia vita se il vero Thomas non fosse mai morto, se io fossi stato il figlio della mia vera madre. Mi avrebbe cresciuto con amore, o era veramente una pazza?

Io e il bambino morto saremmo diventati amici costretti a condividere l'amicizia delle nostre madri?

Sarebbe stato meglio se a sopravvivere fosse stato lui e non io?

Ecco, l'ultima domanda è quella che mi ha suscitato più dubbi. Se fosse stato lui a sopravvivere, probabilmente Lily non sarebbe impazzita, Nat ora sarebbe ancora viva.

Poi però il mio sguardo cade sopra la mia luna, così fragile, ma allo stesso tempo così forte.

No, il vero Thomas non avrebbe potuto sostituirmi. Paige ed io siamo fatti per stare insieme, nonostante il destino abbia provato a dimostrare il contrario, io ho usato la mia libertà per tenerla stretta a me. Io sono qui per lei, questo è l'unico motivo per cui quasi diciannove anni fa sono sopravvissuto.

«Conosci qualcuno che se ne intende di telefoni e cose varie? Magari riesce a risalire all'identità della persona.» tenta lei e come un illuminazione il nome di quello stupido ragazzo esce prima ancora che io gli dia il permesso.

«Cody. In uno dei suoi monologhi in cui sparava cazzate, si è lasciato scappare che è un mezzo hacker, non ho capito bene, ma forse potrebbe aiutarci.»

Lei sembra restia dall'accettare, però capisce anche che è l'unica opzione che abbiamo. «Proviamoci, non abbiamo nulla da perdere.» concorda alla fine prima di prendere le scale per tornare all'università.



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