5. Oh, can't you see, you belong to me?

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"La lingua può nascondere la verità, ma gli occhi mai" queste furono le parole di un romanziere russo del XX secolo, Michail Bulgakov.

Concordo con lui, la verità è sempre scritta negli occhi di chi ci sta di fronte, ma capita di venire accecati e fingere di non vederla.

Quel sentimento che affermo di provare ha fatto in modo che io non vedessi lo sguardo da perfetto bugiardo di Thomas e la cosa peggiore è che non si tratta della prima volta.

Da quando lo conosco sono innumerevoli le volte che mi ha mentito, passando dalle cose più futili a quelle di grande importanza.

E ora che sto cercando di spostare quella nube d'amore che cancella ogni suo difetto, riesco a vedere la preoccupazione che gli storce il viso. Chiaramente ciò che mi ha nascosto fa parte della seconda categoria.

I suoi specchi verdi sono ormai spalancati in un moto di realizzazione sulle parole che gli sono appena sfuggite, i miei sono posati su di lui con una nuova consapevolezza ad accompagnarli: la fiducia mi fotte sempre.

È da una vita intera che lo fa, non appena riesco a fare affidamento su qualcuno, ecco che lei mi prende, mi sbatte a terra e mi mostra che sono solo una stupida ingenua.

Il mondo intero ha quel confine così sottile da ciò che sono le bugie, a quella che è la verità.

È facile incappare nella prima parte, è il modo più semplice. Infondo ce lo si deve aspettare, come si può anche solo pensare di avere piena sicurezza negli altri, quando noi stessi siamo i primi traditori della nostra persona.

«Paige...» la sua voce arriva come un mormorio ovattato alle mie orecchie, ha lo stesso suono di quelle vocine nella mia testa che cercano di risvegliarmi costantemente dal sogno in cui lui stesso mi ha rinchiuso, mi stavano avvertendo, ma io, da stupida ingenua, le ho racchiuse al di fuori di quella bolla.

«Ascoltami, ti prego.» si siede di scatto reggendosi la testa con la mano, sono sicura che abbia sentito quella famosa sensazione di vertigini quando si fa un movimento improvviso.

Lo so perché è la stessa che sto sentendo io al momento, ma per un motivo diverso.

«Io... cazzo, non dovevo dirtelo così.» scuote il capo rimasto ormai senza parole.

«Ah si, quindi avevi anche intenzione di parlarmene?» faccio uscire la mia voce dopo infiniti attimi di silenzio.

Sta per replicare, però eccola di nuovo, l'espressione della consapevolezza. Non mi avrebbe detto nulla.

E invece qui per me c'è lei. La fiducia che mi fotte, si è travestita dal ragazzo che ha dato nuovamente senso alla mia vita, ho lasciato che mi prendesse ed eccone il risultato.

«Sai qual è la cosa peggiore?» domando in un sussurro che sembra così stonare con la rabbia che invece dovrei provare. «Io ora dovrei cacciarti dalla mia camera, mandarti via e non crederti più dopo tutte le tue bugie, eppure non ci riesco.» nonostante tutto, in quell'oceano di menzogne che è il mondo, io ancora ricerco la speranza in quell'uomo che rappresenta proprio il Dio delle illusioni.

Gioca con la mia mente e il mio cuore, e io glielo lascio fare perché siamo complementari, essenziali per esistere. Faccio con lui ciò che lui fa con me.

«Lasciami spiegare, per favore.» cerca di racchiudere le mie mani nelle sue, glielo lascio fare ormai vinta da questa consapevolezza.

«Qualche giorno fa ho trovato un astuccio per gioielli sul letto, ma quando l'ho aperto purtroppo il contenuto non era ciò che immaginavo.» prende un profondo respiro prima di citare delle determinate parole. «La vendetta ha un solo colore e ora lo stai tenendo in mano, queste erano le parole impresse sul bigliettino rosso.»

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