<<Keira io non so cosa sceglierai quando atterreremo a Los Angeles domani.>> La sua fronte si scontrò con la mia tempia, percepivo la sua angoscia pendere sul petto e mi affliggeva sapere di tormentarlo con i miei dubbi, erano già abbastanza per me. <<E non farò nulla per obbligarti a scegliere me.>> Mi stava lasciando la mia libertà, lui mi concedeva di essere ciò che volevo, di fare ciò che volevo senza alcuna esitazione o barriera.

<<Sappi solo però che tu sei stata la mia scelta, fin dalla sera in cui ci siamo conosciuti.>> Lentamente smuovendo l'acqua mi voltai contro di lui per prendergli il viso tra le mani, non avrei lasciato che il mio primo bacio fosse impregnato di dubbi, incertezze che mi stavano assillando. Desideravo che accadesse quando tutto sarebbe stato a me più chiaro, ma allontanarmi da lui era fuori discussione.

Posai la fronte contro la sua mentre le gocce d'acqua che cadevano dalle mie mani bagnate gli inumidivano la barba incolta sulle guance. <<Sii la mia prima volta.>> Sussurai poi, una richiesta che non fu spinta dalla mia voglia di scoprire il mondo che lui lentamente si era preso l'incarico di svelarmi, desideravo che fosse lui il primo ad avermi. <<Keira.>> Mi redarguì con il tono severo di chi non voleva essere preso in giro e non volevo che si sentisse così, io non lo stavo prendendo in giro, avevo solo bisogno di trovare uno spiraglio di luce in mezzo a tutta la confusione che mi aleggiava in testa. <<Non lo vuoi?>> Misi in dubbio che forse lo stavo costringendo in una serata che gli avevo promesso essere solo per lui, dove poteva chiedermi tutto ciò che voleva. Poi però mi tirò a sè, strinse le mie gambe intorno ai suoi fianchi e prima che me ne potessi rendere conto l'acqua ci abbandonò entrambi. Si tirò in piedi all'improvviso costringendomi a cingergli il collo con le braccia per non cadere, anche se ero certa che non sarebbe comunque successo. Tra le sue braccia sembravo ancora più piccola e facile da maneggiare. I suoi occhi torreggiarono sui miei, austeri come non li avevo mai visti mentre usciva dalla vasca e prese a marciare per tornare in camera abbandonando la terrazza.

<<Devi ancora capire una cosa Keira Martin.>> Prima che potessi rendermene conto il mio corpo venne poggiato sulle morbide lenzuola del letto della nostra stanza, e lui mi seguì insinuandosi tra le mie gambe. Stavamo impregnando le lenzuola di acqua ma non sembrò importare a nessuno dei due.

<<Non c'è nulla di ciò che ti riguarda che io non voglia.>> Erano i miei dubbi a portarlo ad esitare, temporeggiamento che sembrò perdere quando fui sdraiata sotto di lui. Dunque scese a baciarmi il collo calando sempre più giù lungo la clavicola per raggiungere il seno coperto dal reggiseno in pizzo che era diventato ancora più trasparente a causa dell'acqua, i miei capezzoli turgidi difatti spuntavano da sotto al tessuto sottile senza alcuna fatica e dai suoi occhi sembrò quasi che stesse guardando le stelle.

<<La naiba.>> Sussurrò adorante nella sua lingua madre, prima di schiudere quelle labbra sul mio capezzolo e succhiarlo da sopra al tessuto quasi insignificante. Il fiato mi si mozzò in gola e la schiena si inarcò per avvicinare ancora di più il mio corpo alla sua bocca, avrebbe potuto divorarmi e io glielo avrei lasciato fare, pezzo per pezzo. Cogliendo il mio movimento infilò una mano dietro alla mia schiena e con un gesto esperto e repentino mi slacciò il reggiseno liberandomi della sua umida presenza. Ed esponendo i miei seni ai suoi occhi ammaliati. <<Porca puttana.>> Rimasi a dir poco senza parole nel sentire uscire da quella bocca una volgarità simile, lui che richiamava suo fratello quando si esprimeva in maniera troppo rude con terminologie simili, fu eccitante vederlo perdere il controllo. <<Pensavo che non dicessi mai le parolacce Kovacs.>> Lo provocai riportando il suo viso al mio, in quei pozzi blu bruciavano fiamme di lussuria bollenti come mi sentivo io.

Con i capelli umidi, l'aspetto statuario che luccicava sotto le luci della stanza a causa delle gocce che gli accarezzavano il corpo impressionante, quei tatuaggi che accentuavano quei muscoli marmorei, il viso dai tratti taglienti e quegli occhi magnetici. Rimasi folgorata dal suo charme, era perfetto in ogni suo centimetro.

Painful melody Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora