4. You are such a liar

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Lei rimane in silenzio a subire le cattiverie di quelle due, però allo stesso tempo non si sposta. «Già, spero che almeno tu abbia fatto qualche test per le malattie veneree.» mi alzo di scatto dirigendomi verso di loro.

Dopo me ne pentirò, già lo so. «Avete finito di comportarvi come due bambine senza cervello?» esordisco facendole voltare verso di me. «State infastidendo tutti con i vostri commenti stupidi. Se proprio dovete parlare, almeno dite qualcosa di sensato e che non vi faccia apparire come due ignoranti.» le loro bocche si aprono in una smorfia sorpresa, ma non gli lascio il tempo di replicare che già me ne sono andata. Ritorno all'ombra pronta a rituffarmi nel mio libro, ma a quanto pare per oggi non è finita.

«Paige Moore, non avevo bisogno del tuo aiuto.» si siede al mio fianco senza nemmeno chiedermi il permesso. Mi raddrizzo immediatamente per il suo contatto troppo ravvicinato e improvviso. «Lo so, ma erano diventate insopportabili.» scrollo le spalle con indifferenza chiudendo la storia per l'ennesima volta. Leggerò un altro giorno, ormai è chiaro che non mi è possibile.

«A proposito, io non conosco ancora il tuo nome.» mi volto a guardarla e qui da più vicino non posso che affermare nuovamente la sua bellezza. Se i demoni dell'inferno fossero incarnati sotto forma umana me li immaginerei proprio così, perché in tutto il suo candido splendore emana una sorta di oscurità, ma è anche allo stesso tempo confortante. Non riesco a spiegarmelo... o forse si, dovrei dormire di più.

«Diamond Coventry.» finge un inchino sorridendo verso di me. «E prima che tu lo chieda, si, è il mio vero nome. Per i miei genitori sono sempre stato il piccolo diamante della famiglia.» alza gli occhi al cielo come se tutto ciò la infastidisse, io invece la trovo una cosa carina.

«Come dargli torto.» sorrido alzandomi in piedi. Si sta avvicinando l'ora di pranzo ed è meglio non far aspettare Thomas.

«Prima che tu te ne vada, Paige Moore, ti voglio avvisare.» il suo tono di voce cambia diventando d'improvviso scortese. «Non voglio che provi mai più a difendermi. Ci penso io a me stessa.» mi punta un dito contro dandomi il suo avviso.

«Sai che puoi chiamarmi solamente Paige, vero?» evito la sua avvertenza puntando la concentrazione su altro.

«Si, ma preferisco chiamarti così, Paige Moore.»

«Bene, allora ci vediamo Diamond Coventry.» ghigno prima di voltarmi e andarmene. Che ragazza strana.

Scuoto il capo cercando di pensare ad altro, devo andare da Thomas e sono già in ritardo. Se non mi sbrigo finirà per mangiar senza di me.

Accelero il passo per giungere all'entrata, nemmeno guardo chi mi sta intorno e proprio mentre sto per sorpassare la porta qualcuno mi afferra per il braccio riportandomi indietro. «Dove credi di andare?»

Per un secondo il mio cuore perde un battito, ma mi accorgo immediatamente che si tratta proprio di colui a cui stavo andando incontro. «A pranzare?»

Le sue intenzioni però si mostrano immediatamente perché subito mi afferra per la vita attirandomi a sé. «Anche io ho fame...» le sue labbra si posano sulla mia giugulare lasciando un dolce bacio che vorrebbe tramutarsi in altro. «Però è te che voglio. Come la mettiamo?» le sue mani scendono sul mio sedere facendomi immediatamente arrossire perché ci troviamo davanti l'ingresso e tantissimi studenti che ci vedono.

Inoltre, anche se volessi, non possiamo fare nulla. «Ho le mestruazioni.» lo stacco da me ridacchiando per la sua espressione triste.

Ogni mese è sempre la stessa, ma comunque finisco per fare io qualcosa per lui. «Dai, ora andiamo che sto morendo di fame.» lo tiro verso la porta andando a sbattere contro qualcuno e purtroppo mi accorgo immediatamente che si tratta delle due ragazze che poco prima stavano sputando veleno su Diamond.

MoonlessWhere stories live. Discover now