Capitolo 1

679 65 14
                                    

T/N'S POV

Respirare un'aria diversa da quella di Detroit mi fa sentire libera, adesso posso finalmente fare tutto ciò che voglio...

Ho serie intenzioni di dimenticarmi dell'accaduto negli ultimi anni con... beh, mio padre. E sopratutto ho grandi speranze che in una scuola privata come la Thortonn abbia uno studio buono. Per prendermi la camera già arredata dentro la scuola ho dovuto lavorare senza stop, al massimo mi facevo un'ora di sonno, ma ero sempre e solo a lavoro.

Spero davvero che in questa scuola non ci siano figli di papà con i soldi, ma persone... simpatiche? Non so, sinceramente basta che io abbia una stanza tutta mia e un futuro, e sopratutto lavoro decente non mi farò influenzare dalle amicizie, oppure dalle "cotte adolescenziali".

«Signorina, è arrivata a destinazione»dice il tassista.

Io annuisco e prendo i soldi della corsa che gli devo, e inizio a scendere dal taxi, andando nel retro dell'auto per farmi aiutare con i miei bagagli. In realtà non ne ho molti, ho intenzione di comprare quasi tutto nuovo con i pochi risparmi che mi sono rimasti dopo aver pagato la scuola, sono corsa il più velocemente possibile da quella casa degli orrori...

Quando il tassista mi passa tutti i miei bagagli, lo ringrazio e inizio ad avvicinarmi alla scuola giusto qualche metro lontana da me.

Il quartiere e tra i più chic di tutta l'Atlanta, se non della Georgia stessa, non ci sono molte case qui vicino, poche e piuttosto costose, e la scuola è così... grande, penso che siano mille aggettivi per descriverla, ma mi mancano le parole di bocca per l'emozione. E tutta in mattoni, immensa come non so cosa è con l'aspetto di quei college che si vedo nei film.

Arrivata lì, vedo che c'è una guida per le nuove matricole, però non ho tempo, devo andare prima a ritirare le chiavi della mia nuova camera.

[...]

Entrata all'interno l'immensa scuola, mi perdo tra la tanta confusione, oggi non ci sono lezioni essendo il primo giorno per tutti, ma hanno fatto una specie di giornata festiva per la Thortonn. È una cosa per far "socializzare" i propri compagni di classe e per conoscerci meglio tutti in generale, questa scuola è tipo una "comunità" di ricconi, speriamo di trovare qualcuno che si distingua.

Prendendo posto nella fila per parlare con la segretaria, mi metto diritta ad aspettare il posto, vedo che la maggior parte degli alunni indossano già la divisa, mentre io aspetto di indossarla nella mia camerata, chissà, almeno avrò una compagna di stanza simpatica.

Arrivata al mio turno, quando stavo per informarmi, un ragazzo mi da una spallata facendo per poco cadere, e biondiccio, non indossa la divisa è sembra molto turbato.

«Ho bisogno di parlare con il preside Thortonn»Sbotta il ragazzo alla segretaria.

«scusi, signor Thortonn, ma suo padre è impegnato, e poi sta turbando la mia cliente»Sussurra lei intimorita lanciando uno sguardo proprio a me. Facendo girare non solo la gente in fila, ma anche il biondo apparentemente folle. Lui si avvicina a me e mi osserva... in modo davvero irritante.

«Matricola, sei per caso turbata?»Esclama con tono minaccioso e chiaramente sarcastico, come per intimorirmi, o "peggio" mettermi in imbarazzo.

«oh, beh io non lo sono. Ma stai mettendo in imbarazzo non solo me, ma anche le altre "matricole" in fila. perciò, non m'importa di chi figlio sei, rispetta le regole»Rispondo io con amarezza e fermezza, con un coraggio che non avevo mai avuto in vita mia.

«Uhh, sai una cosa? ti faccio restare in questa scuola perché mi fai molto ridere, matricola. Con permesso adesso...» Esclama con tono irritato e maleducato. Mi da una spintonata così forte con la spalla che rischio di inciampare. Mentre le altre matricole del primo anno abbassano la testa, abbastanza a disagio.

«Scusi signorina, e il figlio del preside. E diciamo che non sa mantenere facilmente la calma... ma allora. Doveva chiedermi qualcosa?»Mi domanda la segretaria, Mentre io scosso la testa dai miei pensieri.

«Uhm, si. Dovevo chiederle le Chiavi del mio dormitorio, sono riuscita a prendere l'ultima stanza. Solo che non c'era scritta ne la stanza ne se fosse L'ala A,B,C oppure D»Dico io con tono come sempre educato.

Lei fa un piccolo cenno, e inizia a digitare dei tasti sul computer, si alza un'attimo, e girandosi va verso la porta che ha alle sue spalle, uscendo con un mazzo di chiavi, che presumo siano le moe.

«Ecco, queste sono le tue chiavi a quanto pare. Sei nell'ala B, purtroppo quell'ala era tutta piena, essendo che è la più vicina alle varie aule, e visto che un ragazzo ha appena finito il suo studio qui, c'era solo una stanza libera, insieme a... mh, Sarà sicuramente o javon o Jaden Walton»Dice lei, mentre io prendo il mazzo di chiavi che mi aveva poggiato sul bancone.

«Un'attimo, quindi sono nel dormitorio maschile?»le chiedo leggermente preoccupata.

«Esattamente. Ma non ci dovrebbero essere problemi, in caso ci fossero, può sempre venire qui o dal preside»Esclama lei, tornando a prestare attenzione al suo computer.

Perfetto, dovrò condividere la stanza con un ragazzo per i prossimi 3 anni, non mi poteva capitare cosa peggiore. Tuttavia non posso abbandonare l'ala B, e tra le più consigliate dopo la A, e ho preso il posto per pura fortuna.

Solo che c'è una netta differenza tra lo spazio maschile e lo spazio femminile, e spero di trovarmici bene.

Inizio a salire le scale in legno massiccio verso L'ala B, so che questa scuola dal 1979 a qui è stata rimodernata tanto, però ha un aspetto così retrò.

Arrivata all'ala giusta, controllo nelle chiavi il numero della stanza e vedo il numero 4. Con la valigia alla mano mi guardo attorno nel lato maschile, e vedo il numero 4 sulla porta. Mi fermo e poso la vaglia iniziando ad aprire la porta. Aprendola, c'è abbastanza silenzio, l'aspetto del "salottino" è magnifico, e so che qui alla Thortonn e come se le camere fossero un vero e proprio appartamentino con delle stanze. Ci dovrebbero essere 2 camere da letto, un bagno e un cucinino molto piccolo.

Mi giro per chiudere la porta, ma sento dei passi di una persona, e girandomi vedo un ragazzo.

«E tu chi cazzo sei?»

Autrice ✍🏼
Il primo capitolo l'ho fatto più lungo possibile, infatti è tra i più lunghi inizi che abbia mai fatto, è probabile che ci siano ancora errori grammaticali. spero che questa storia vi piacciaaaa, ma detto questo ci vediamo al prossimo capitolo byeee 🌝💗

Only mine ❥ | Jaden WaltonWhere stories live. Discover now