Mormorò, poi iniziò a guardare i componenti della stanza.

No, non Tommaso.

Ma Simone e i nonni.

Simone era spaventato a morte, aveva gli occhi rossi ma nemmeno riusciva a singhiozzare, mentre i suoi nonni sembravano così sinceramente dispiaciuti.

Si voltò di nuovo verso Christian, e delicato lo prese per le braccia.

«Andiamocene e basta adesso.»

Sussurrò, cercando di farlo ragionare.

Il moro prese un grosso respiro, non staccando gli occhi da Marco.

Aveva di nuovo una voglia matta di tirargliene altri cento di quei pugni.

«Ringrazialo perché io non ho idea di come faccia.»

«A fare cosa? A inventarsi stronzate?»

Christian lo prese per il colletto della maglia, pronto per non farsi ripetere quella cazzata ancora una volta, ma Mattia lo tirò velocemente indietro e Tommaso si mise in mezzo.

Simone stavolta scoppiò sul serio a piangere, e il nonno subito andò verso di lui prendendolo in braccio.

Mattia tirò lontano Christian da quella serpe di Marco.

«Christian vi prego andatevene.»

Si mise in mezzo la nonna.

Il nominato strinse i pugni.

Marco si mise a ridere, indicandoli.

«Ah, scusami se ho osato toccarlo.»
Sottolineò il verbo, alzando entrambe le sopracciglia per enfatizzare.
«Evidentemente da solo lui non può rispondermi.»

Mattia si voltò verso di lui.

Ma che stava facendo?

Gli stava rinfacciando quella volta?

Tommaso parlò.

«Basta Marco adesso.»

«No, no, lascialo continuare.»
Christian sorrise.
«Voglio vedere quante altre stronzate riesce a cacciare prima che lo prenda a pugni.»

«Io non ho mai raccontato palle, Chri.»
Rispose il cugino, alzando entrambe le sopracciglia.
«Non so cosa ti abbia detto, ma sappi che la cazzata la stai facendo tu adesso.»

Di nuovo.

Lo stava facendo di nuovo.

Stava cercando di mettere chiunque contro Mattia.

Allo stesso modo di come aveva cercato di mettere la famiglia contro Christian il giorno prima.

«E che cazzata mi avrebbe raccontato lui?»

«Io non lo so cosa ti ha detto.»

«E allora i messaggi che mi ha fatto leggere di chi sono?»
Corrugò appena la fronte.
«Le chat, le conversazioni, quella volta per strada se l'é inventata?»
Alzò il mento.
«Alex ti ha visto quel giorno. Ti aveva pure descritto, ma-.»
Fece una smorfia.
«Ma come uno stupido non ho pensato nemmeno per un istante a te.»

Dopo quella frase, tutti si guardarono tra loro.

E a quel punto fu chiaro a tutti che c'era qualcosa che nessuno sapeva.

E anche Tommaso lo capì, quando si voltò verso il fratello cercando di capire.

Ma Marco non rispondeva.

Come le Maschere di Pirandello. Where stories live. Discover now