1 . Insicurezze

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-ˋˏ E ti aggrappi alle mie insicurezze
che si mischiano bene alle tue ˎˊ-

Vanitas aprì lentamente la finestra della camera da letto, cercando in tutti i modi di non svegliare Noé che probabilmente dormiva già da diverse ore

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Vanitas aprì lentamente la finestra della camera da letto, cercando in tutti i modi di non svegliare Noé che probabilmente dormiva già da diverse ore. Analizzò il buio che ornava l'ambiente, e una volta che fu sicuro che anche Murr dormisse tranquillo, entrò con le punte dei piedi nella stanza, per poi richiudere la finestra nello stesso modo in cui l'aveva aperta.

Sospirò, buttandosi di schiena sul letto e sfregandosi gli occhi con il pollice e l'indice. Erano circa le quattro di mattina e doveva svegliarsi alle sette e mezza. In qualche modo, sarebbe riuscito a tenersi in piedi la mattina dopo.

Girò la testa verso il comodino e richiuse gli occhi. Era in bilico tra il mondo reale e il mondo dei sogni, quando qualcuno accese la luce della camera. Scattò in piedi dimenticandosi immediatamente del sonno che gli annebbiava la mente, pentendosene subito perché cominciò a vedere nero a pallini bianchi e sentì le orecchie iniziare a fischiare. Non avrebbe dovuto alzarsi così velocemente.

Si risedette sul materasso, sospirando e aspettando di riprendersi completamente.
<<Sai che non fa bene alzarsi di scatto>> commentò una voce davanti a lui.
Vanitas si stropicciò gli occhi, aprendone poi solo uno.
<<Noé, mi hai fatto prendere uno spavento>> rispose, rivolgendo un'occhiata storta al ragazzo in ginocchio davanti a lui.

L'albino lo guardava a mo' di rimprovero, scuotendo leggermente il capo. Vanitas si permise di analizzarlo con un'occhiata veloce.

Non aveva gli occhi assonnati, quindi comprese che non era sveglio da poco. Comunque il suo pigiama color panna era un po' stropicciato, doveva aver dormito almeno qualche ora.

<<Come pensi di riuscire ad affrontare una giornata con sole tre ore di sonno?>>
<<Non sono affari tuoi>>
<<Vanitas, da quanto tempo non dormi almeno sette ore?>>

L'umano non rispose, continuando comunque a mantenere un'espressione sicura e alzando ancora di più il muro che lo separava dall'Archiviste. Perché era così che il vampiro considerava il loro rapporto: separati da un immenso muro che costruivano e smontavano continuamente, uno da una parte e l'altro in quella opposta. Stava diventando sempre più alto, e Noé poteva solo spostare un mattoncino alla volta. Era riuscito in qualche modo a crearsi un varco, ma il corvino continuava ad essere troppo lontano per essere raggiunto. Il più alto lo vedeva mentre si allontanava lentamente, ma sapeva che in verità Vanitas correva. Gli faceva credere di esserci quasi riuscito, ma in verità scappava. Era una situazione sempre più complicata.

L'albino sospirò, sedendosi accanto a Vanitas e facendo cigolare le molle del materasso. <<Almeno cambiati per andare a dormire>>

Avvicinò la mano ai guanti dell'altro ragazzo e fece per sfilarli, ma il corvino spostò subito le mani.
<<Quante volte ti ho detto che odio restare senza guanti?>> sbottò Vanitas sempre più irritato: voleva solamente andare a dormire, ci mancava soltanto che il vampiro si mettesse a fargli la predica per non aver indossato il pigiama.

Hold on ── Vanoé ✓Where stories live. Discover now