Mi fece scappare un sorriso e, stemperata la situazione, continuai: «Grazie Sebastian, lo apprezzo davvero. Ti ho fatto venire perché hai detto di essere bravo ad intrufolarti nel reparto proibito della biblioteca... ecco, mi servirebbe il tuo aiuto!»

Mi sentivo impacciata nel chiedergli già un favore così grande, e non mancai di balbettare qualche parola, ma la sua risposta mi lasciò totalmente di stucco: «Non dire altro! Incontriamoci di nuovo qui stanotte e mi raccomando: non farti vedere da nessuno.» 
«Davvero?» Lo guardai incredula, ma il suo sguardo era deciso, annuì e sollevando la mano in segno di saluto si allontanò.

Rimasta sola, mi lasciai cadere su una delle poltroncine in pelle presenti nel salottino della sala centrale. Di fronte a me c'era un lungo e basso tavolino da caffè in legno con sopra una teiera e alcune tazzine in porcellana. La teiera si sollevò da sola e versò il tè in una delle tazzine, volteggiando in aria, era come se gli oggetti avessero carpito il mio stato d'animo e mi stessero offrendo il loro supporto. 

Accettai l'offerta e mi portai la tazzina fumante vicino alle labbra, soffiandoci sopra, pensando a quell'enigma di ragazzo e a tutte le emozioni che scaturisce in me. 

Da quel momento, fino alla sera ho avuto le farfalle nello stomaco.
Lo so che non era un appuntamento galante, ma dovevo comunque incontrarmi con Sebastian di notte, in segreto, per entrare in un reparto proibito della biblioteca!

Sala Centrale (sera)

Ci incontrammo sulla balconata della sala centrale. Appena mi vide arrivare, mise l'indice davanti la bocca intimandomi di fare piano e, abbassandosi, mi invitò a fare lo stesso. 

Le luci erano soffuse e il vociare e la musica presenti di giorno avevano lasciato spazio ad un silenzio surreale! Davanti a noi, inginocchiati a sbirciare dalle balaustre delle imponenti scale della Sala centrale, si estendeva l'ampio vano adiacente alle due piccole porticine rosse che conducono alla biblioteca poste ai lati opposti della Sala. La vastità di quell'ambiente era accentuata dalla totale assenza degli studenti che solitamente affollano la Sala Centrale.

«Li vedi quelli laggiù? Sono i prefetti. Non dobbiamo farci vedere o ci denunceranno subito alla Scribner (la bibliotecaria) e al Preside.» Bisbigliò lui al mio orecchio, mentre mi indicava gli unici due studenti di vedetta - uno per ogni porta della biblioteca - che avremmo dovuto evitare.

«Sarò un'ombra, andiamo!» Dissi incamminandomi, ma Sebastian mi bloccò subito: «Ehm, non così! Non conosci l'incantesimo di disillusione?»

Lo guardai imbarazzata, ma prima che potessi replicare, Sebastian aggiunse: «Segui i movimenti della mia bacchetta».

Senza esitare, mi insegnò l'incantesimo per diventare invisibile e poi mi guidò fino alla biblioteca.
Brutta sorpresa: la bibliotecaria, che non sarebbe dovuta esserci, era ancora lì, nonostante l'ora tarda.

«Sebastian, avevi detto che non ci sarebbe stata!» sussurrai preoccupata.
«Ho detto che DI SOLITO non c'è. Comunque, non è un problema. Creerò un diversivo; nel frattempo vai alla sua scrivania e prendi la chiave che ci servirà per accedere all'area proibita.»

Una delle poche cose che sapevo per certo è che esistono delle magie per aprire le porte, così chiesi: «Perché ci serve la chiave? Non possiamo usare Alohomora?[3]»

«Temo che, a causa delle mie continue intrusioni, abbia fatto un incantesimo anti-Alohomora. Quindi ora ci serve la chiave. Fidati di me, ti ho detto che ti avrei fatto entrare e lo farò! Ci vediamo davanti al reparto proibito».

Mi disse di fidarmi e io, istintivamente lo feci, senza batter ciglio. Era come se, inconsciamente, sapessi già che vicino a lui sarebbe andato tutto bene.

HOGWARTS LEGACY | Diario del 5° anno 1890-1891Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora