<<Concordo, fottiamocene dei giornalisti.>> La sostenne Henry, avevano tutti opinioni contrastanti solitamente ma sembrava che in quel momento ci fosse solo Alexei in dubbio sul da farsi. <<La fate facile, ma sinceramente trovarmi le guardie dei Martin ad irrompere nel bel mezzo del concerto per riprendersi la loro principessa dopo tutta la fatica che ho fatto per organizzare il tour, è fuori discussione.>> Lui non mi voleva lì, aveva fatto parte del loro piano della notte prima per rapirmi, ma a quanto pareva non era del tutto contento che io ci fossi, non gli andavo a genio per qualche motivo, eppure all'inizio anche lui sembrava così accomodante e genuino. Era nel carattere dei Kovacs fingersi qualcun altro.

 <<Che vengano, non possono fare niente davanti a migliaia di persone presenti e milioni di gente a guardarci da casa, che figura ci farebbero se no?>> Mio fratello non si sbagliava, non aveva tutti i torti dopo tutto, i Martin agivano silenziosamente, una plateale entrata nel bel mezzo del concerto non sarebbe di certo stata nei loro piani, erano più astuti di quanto pensavano. Tutta quella tensione però iniziò a stancarmi, non fumavo da troppo e avevo bisogno di uscire da quello spazio striminzito.

E a quanto pareva non ero l'unica a necessitare di ciò.

D'un tratto una mano si strinse alla mia con una tenacia poderosa, Mihai si alzò di scatto spazientito e sembrò bastare per mettere a tacere i battibecchi degli altri presenti, il suo sguardo era serio, convinto, aveva qualcosa in mente e quasi quasi la sua sicurezza mi irritò tanto quanto la sua mano intorno alla mia. Tentai di sfilarla ma strinse più forte e abbassò gli occhi nei miei. <<Lasciami.>> Strattonai ancora ma non potevo niente contro di lui, quelle sue gemme blu alternavano lentamente dalle nostre mani ai miei occhi, non capivo cosa avesse in mente ma se c'entrava qualcosa che includeva me al suo fianco allora di certo non era un buon piano. <<Ho detto lasciami cazzo!>> Ma non mi ascoltava. Un sorriso prese ad increspare quelle labbra peccatrici e quella dentatura perfetta e brillante spuntò rivolta ai nostri amici, da serio passò a divertito, per lui era sempre tutto un gioco. <<Facciamo che si fa come dico io allora.>> Sentenziò convinto. <<Tutti lo scopriranno comunque no?>> Domandò retorico. <<Quindi perchè non dargli qualcosa di cui parlare davvero invece che supposizioni.>> Quelle parole mi confusero, i miei occhi cercarono i suoi insistentemente cercando risposte tra i suoi pensieri, ma in quei pozzi blu si celava un labirinto intricato che mi impediva di scoprire cosa stesse intendendo. <<Ho quasi paura di scoprire se stai pensando ciò che ho dedotto fratello.>> Alexei si massaggiò le tempie già arrivato al limite di fronte a quella situazione tesa e complicata, se non ci fossi stata io probabilmente in quel momento sarebbero già stati seduti nei loro van diretti agli Hotel che ci avrebbero ospitati per quel giorno. Invece in quel momento, eravamo ancora immersi, in una situazione di puro stallo. <<Se non diamo ai giornalisti sicurezze, si creerà soltanto ulteriore casino.>> Mihai se ne fregò del nervoso del gemello. <<Invece se ci vedono insieme, affiatati, appariremo sui giornali come la nuova coppia felice del momento.>> Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Non ci potevo credere. Voleva fingere che stessimo insieme, che una come me fosse innamorata di un uomo tanto becero come lui, era a dir poco scandalosa come cosa per me. <<Geniale, i Martin non possono permettersi di apparire come la pressante famiglia che distrugge un amore appena sbocciato, davanti alla novità non potranno che tacere.>> Lo sostenne la mia amica che sembrò più dalla loro parte che dalla mia, tutti mi volevano al fianco di quello scorbutico, io contrariamente a loro mi sentivo soffocare con lui al mio fianco, desideravo allontanarmi da quel ragazzo. <<No, no e no!>> Obbiettai riuscendo a togliere la mano dalla sua, non avrei sporcato in quel modo la mia reputazione, non me ne fregava niente della fama di Mihai di tutto il resto, quel ragazzo mi aveva ferita nel profondo e non avrei finto di essermi perdutamente innamorata di qualcuno che non volevo. Ero cresciuta in quel modo. <<Non reciterò la parte della damigella innamorata, ve lo potete scordare.>> Sentii uno sbuffo infastidito da parte di Alexei che non fece altro che tendermi i nervi come corde di violino, se non mi voleva lì potevano benissimo scendere da quel jet, rimanere a San Francisco e ordinare al loro conducente di riportarmi a Los Angeles.

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