"Capitolo uno."

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«Un bicchiere di Vodka» si sedette e senza aspettare che il barista finisse l'ordinazione che stava facendo prima del suo arrivò, continuò «Liscia, fai veloce».
Il ragazzo che stava dietro al bancone sbuffò, ignorò la ragazza e servì l'ordinazione del cliente prima di lei, poi chiese ad una nervosa Courtney di ripetere l'ordinazione.
«Ho detto: Una vodka liscia, veloce» ripeté disinteressata la bruna mentre cercava qualcosa nella sua borsa.
Il barista le diede ciò che gli aveva chiesto e non resistette dal fare un commento sarcastico «Cosa hai: carta e penna?» e fece un sorriso di sghembo.
Courtney lo fissò incuriosita «Scusa?».
«Beh sai, ieri hai detto che ti saresti portata carta e penna quando ci saremmo rivisti» spiegò ancora con quel sorriso sulle labbra.
La mora arrossì, «Ehm, ti ho anche detto, perché?». Vide il barista scuotere la testa.
Intanto Courtney tastò qualcosa di cartaceo dentro la borsa e la tirò fuori.
Un quadernetto, un fottuto quaderno con un penna.
Il barista, alzò le sopracciglia, sorpreso. Poi, scoppiò in una fragorosa risata «Vedo che sei di parola, ci vediamo dopo, magari».
Courtney annuì lentamente, ipnotizzata dalle due iridi verdi. Meravigliose.
Oltre al barista simpatico, c'erano anche due ragazzi che si scambiavano i turni durante la notte, lei lo sapeva perché era lì, ogni sera, a bere.
Non si riteneva un'alcolizzata, se avesse voluto, avrebbe smesso di bere.
Un po' come tutti quelli che hanno una dipendenza: pensano di poterne mettere fine quando vogliono e nel modo che più li aggrada. Invece è solo un inganno.

Erano le quattro di notte, Courtney aveva perso il conto di quanti bicchieri di alcol aveva bevuto.
Guardò dentro la borsa, e in quel momento, non le sembrò stupido scrivere una lettera al barman molto sexy di prima.

Vodka Letters.Where stories live. Discover now