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-è una sfida?
   
-potrebbe...
Rispondo con un sorriso malizioso.

Il ragazzo non aspetta nemmeno un secondo per mettere così tanta forza nei suoi muscoli da riuscire a salire sul materassino al primo colpo.
Ci ritroviamo faccia a faccia, a pochi millimetri l'uno dall'altro...

Michelangelo mi mostra uno dei suoi sorrisi più belli, uno di quei sorrisi sinceri di cui o ti innamori o ti innamori, e io come una stupida cado nella sua trappola

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Michelangelo mi mostra uno dei suoi sorrisi più belli, uno di quei sorrisi sinceri di cui o ti innamori o ti innamori, e io come una stupida cado nella sua trappola...
Osservo le sue labbra, il suo viso e i suoi addominali illuminati dal riflesso dei led della piscina, in contro luce riesco a vedere anche le goccioline d'acqua che gli scorrono sulla pelle, i capelli disordinati gli danno un aspetto selvaggio.
Tutte le mie fantasie però vengono interrotte da un ondata d'acqua che lo colpisce in pieno:
è Matteo che vedendoci così vicini si infastidisce e tenta di allontanarci.
Mio cugino è sempre stato molto geloso e protettivo nei miei confronti, specialmente quando ho a che fare con ragazzi più grandi di me.
A pensarci bene credo che abbia fatto bene a "rovinare il momento", in fondo troppi anni di differenza separano me e Michelangelo, sarà meglio non creare situazioni di cui potrei pentirmi.

Per smorzare un po' la tensione creata riprendiamo tutti a giocare, le persone in acqua si dividono in due squadre e iniziano a spingere il materassino da un lato all'altro, mentre io e Miki, sopra questo, cerchiamo di non cadere.
Il ragazzo gentilmente cerca in tutti i modi di proteggermi dagli schizzi e si impegna a non farmi cadere in acqua.
Rimaniamo a giocare ancora un po', poi io e il resto delle donne usciamo dalla piscina.
Non trovando come al solito le mie ciabatte mando mia madre alla ricerca di queste e mi posiziono in piedi sul bordo; vedendomi lì ferma tutti i ragazzi iniziano a infastidirmi, c'è chi prova a bagnarmi e chi vuole farmi rientrare in acqua, Michelangelo invece mi fa una proposta:

-che ne diresti di fare la barlady?
Dice il ragazzo facendomi l'occhiolino.

Una ola accompagna le sue parole.

-una cosa?

-barlady, ti metti sul bordo piscina a farci i cocktail.
Mi spiega.

-anche no. Se volete bere uscite dalla piscina e vi preparate i drink da soli.
Rispondo spedita e dopo di che entro in casa.

Attraverso la vetrata do un ultimo sguardo ai ragazzi, poi avvertita un po di sete mi dirigo verso il frigorifero, cerco al suo interno qualcosa da bere ma non trovo niente che non sia alcolico, quindi mi preparo un bicchierino di gin-lemon.
Lo butto giù tutto d'un fiato e dal fondo trasparente del bicchiere avverto qualcuno avvicinarsi a me e venirmi quasi addosso...

 Lo butto giù tutto d'un fiato e dal fondo trasparente del bicchiere avverto qualcuno avvicinarsi a me e venirmi quasi addosso

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-cosa stai bevendo?

-non sono affari tuoi.
Rispondo sgarbatamente e poi abbassando il bicchiere mi accorgo di star parlando con Michelangelo, sorrido per non sembrare troppo dura.

-bello! Puoi fare anche a me un bicchiere di "non sono affari tuoi"?

-volentieri se ti sposti e mi lasci passare.

Il ragazzo mi blocca tra le sue braccia e il frigo come a farlo apposta.

-e se non volessi?

-mi toccherà usare le maniere forti.
Dico slleticandogli i fianchi.

Ormai libera faccio una linguaccia al ragazzo, poi esco in giardino e mi metto su una sdraio mentre guardo il cielo stellato e sorseggio un altro po' di gin.  

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