Angel With a Shotgun

19.3K 564 276
                                    

Il dolore alla testa era così forte da farlo gemere.

Si premette una mano sulla fronte e la voglia di rimettere gli si fece spazio nella gola, prepotente e bruciante.

Aveva un forte desiderio di prendersi a pugni fino a che il dolore non fosse svanito o fosse svenuto. Solo in quel modo sarebbe stato capace di sopravvivere a ciò che stava passando.

Il sangue gli ribollì nelle vene, come se stesse scorrendo fuoco anziché sangue.

Bruciava. Bruciava tutto.

Si rese conto di avere il corpo a pezzi, la testa pesante e gli arti morti. Muoversi sembrava impossibile. Ed era sicuro di riuscire persino a sentire delle strane voci, voci che gli sembrava di conoscere. Qualcuno lo stava chiamando, solo che non aveva idea di chi fosse e cosa volesse.

Era agonizzante e nessuno lo stava aiutando.

La sua mente iniziava a ribellarsi. Iniziava ad essere nervoso, tutto ciò che avrebbe voluto fare era alzarsi ed attenuare quel bruciore costante. Ma la testa pizzicava come se fosse stato colpito da milioni di aghi miliardi di volte.

Grugnì - o almeno a lui sembrò di farlo - e pregò mentalmente che tutto quel dolore venisse spazzato via. Se dalla sua morte o dalla sua ripresa non aveva importanza. Desiderava solamente che il dolore finisse.

"Harry!" lo sentì più chiaramente adesso. Era l'urlo disperato di qualcuno da qualche parte. Lo ripeté così tante volte che avrebbe voluto urlargli di starsene zitto.

Avvertì una scarica di energia lungo la schiena e si inarcò, colpito da un profondo dolore. Riuscì a muovere le dita, richiamato ancora da quella voce.

"Harry! Harry, ti prego! So che puoi farcela, Harry!" piangeva.
Poté chiaramente sentire quelle lacrime, come se fossero le sue. Sentì una strana sensazione al petto, un dolore sordo che lo colpì in pieno.

Poi aprì gli occhi.

Una forte luce lo accecò, costringendolo a richiuderli per un paio di secondi. Non riuscì a sentire il suo corpo ancora per un po', poi qualcuno lo incitò.

"Sapevo che ce l'avresti fatta" quella voce adesso sembrava sollevata e piena di emozione.

Harry ebbe appena la forza di voltarsi su un fianco e di aprire nuovamente gli occhi, così lentamente da ferirsi. Bruciava ancora dentro e le palpebre sembravano pesargli quintali.

Quando mise a fuoco, tutto ciò che gli si parò davanti furono delle sbarre. Grigie, ferree e rigide.

Gli mancò il respiro per un attimo, avvertendo ancora quella sorta di scossa alla schiena ed una forte sensazione al petto.

Riconobbe qualcuno, ne riconobbe la voce ma non riuscì a dargli un nome.

"Alzati!" gli venne ordinato. Prese possesso della sua visuale e sentì ancora una volta la voglia di vomitare. Aveva lo sguardo minaccioso, la posa rigida e portava degli anfibi neri.

Era bello, pensò. Ma sembrava davvero cattivo. Notò solamente poco dopo il fucile che portava sulla spalla. Aveva lo sguardo ghiacciato di chi non sapeva perdonare.

"Harry Styles, Soggetto 03659, alzati immediatamente" disse nuovamente, la voce dura ed imponente.

Harry sentì una scossa al basso ventre. Strinse le mani in due pugni stretti e finalmente percepì il proprio corpo. La rabbia gli entrò in circolo attivando i suoi muscoli.

Si alzò sulle ginocchia e deglutì, avvertendo un insolito amaro in bocca.

Guardandosi finalmente intorno riuscì a scorgere un'infinità di ... gabbie? Erano in gabbia come degli animali? Posò lo sguardo curioso sulle pareti spoglie, tinte di uno sporco bianco e poi sui volti spenti e piangenti dei ragazzi chiusi dentro.

Angel With a ShotgunWhere stories live. Discover now