Capitolo 3 - Irene che si legge Airin

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«Voleva essere un complimento... Forse mi è uscito un po' male» disse Chloe, umettandosi le labbra. «C'è una cosa positiva, però: è molto divertente vedere le facce di chi ti sottovaluta quando gli dimostri che si sbagliano.»

«Oh, quello è vero: restano sempre a bocca aperta, non sanno mai che dire. Che soddisfazione!» Irene rilassò i muscoli, offrendo un sorriso vispo e fiero. Due passi dopo, però, si fece di nuovo pensierosa. «Secondo te è una cosa stupida? Gli stivali... Forse dovrei lasciar perdere i vestitini. A Roumberg va di moda la pelle, adesso, sai? E questi pantaloni larghi con le bretelle...»

«Se ti piacciono i fiori, indossa i fiori» sorrise Chloe, accostandosi all'ingresso del Baffo Rosso. Non accennò ad aprire la porta, però, dandole le spalle per guardare Irene. «Se qualcuno dovesse trattarti come una fragile bambolina per questo, il problema è suo; e tu puoi sempre rispondere facendogli assaggiare i tuoi brillantini esplosivi!»

«Oh, di quello puoi starne certa!» Irene sollevò il capo con fierezza. Il piccolo naso all'insu e le orecchie un po' a sventola la facevano sembrare un folletto dispettoso. «Grazie del consiglio, allora. Ora ti lascio libera, scusami tanto! Miseriaccia, mi sa che ti ho stordita con le mie chiacchiere, non so starmene zitta.»

«Siamo in due. Lasciarmi stordire di chiacchiere è tra i miei passatempi preferiti: non è qualcosa che puoi permetterti di odiare, se fai la barista!»

«Oh, sei una barista?» Irene si illuminò, puntando l'indice verso una delle vetrate colorate del locale. «Il ragazzo coi capelli bianchi che fa i cocktail, Arroz, è mio amico.»

«Lo sospettavo» rivelò Chloe, piegando la testa di lato. «Ho visto che sei andata ad abbracciarlo, prima. Stavamo cercando di capire se fossi la sua fidanzata oppure no, dato che un mio amico voleva provarci con lui... Ovviamente avevo ragione io.»

«Che cosa buffa!»

Chloe allungò un sorriso birbante. «Che avessi ragione? Così mi ferisci!»

«Ma no!» Irene rise, scuotendo il capo. «Il tuo amico che ci prova con un mio amico e noi che ci incontriamo qui fuori. È buffo, no? Che coincidenza!»

«In realtà non è affatto una coincidenza, se ci pensi: quello è il motivo per cui ti stavo osservando, perciò ho notato che eri uscita e perciò ti ho seguita» obiettò Chloe, picchiettandosi una guancia con l'indice. «Ma no, in effetti non c'entra. È stata la tua voce: ti ho sentita cantare e ho pensato che io avrei voluto provarci con te

Irene le offrì un sorriso incerto, fissandola di sottecchi. Si coprì la bocca con la mano e sbuffò una risata divertita, che lasciò le sue labbra piegate all'insù.

«Provarci con me?» ripeté, incredula. «Non è possibile, tu sei...» Troncò la frase in un sussulto, serrando le labbra mentre abbassava lo sguardo.

«Una ragazza?» tentò Chloe.

Irene però scosse il capo. «Oh, questo è davvero imbarazzante» disse invece, e incassò ancora di più la testa nelle spalle. «È una cosa stupidissima. Stavo per dire che sei troppo bella per me.»

«Sul troppo bella avrei da ridire... Però non mi sembra così imbarazzante» disse Chloe, facendo spallucce. «Pensa se mi avessi detto che sono brutta o, peggio, fastidiosa! "Voglio uscire con te" e tu: "Dev'essere uno scherzo, perché detesto i tuoi capelli. E poi chi tira fuori proverbi jiyani per fare conversazione? Orrore!" Ecco, questo sarebbe stato davvero imbarazzante!»

Irene scoppiò a ridere di nuovo, dondolando il peso del corpo da un piede all'altro. «No, poverina! Sarebbe stato cattivissimo!»

«Direi che un "troppo bella" non sia poi così male, a confronto. Tutto sommato posso sopportarlo.»

Irene liberò un ultimo sbuffo ilare, mordicchiandosi il labbro inferiore con una punta di divertimento mentre la guardava.

«Dovrei tornare dai miei amici, si staranno chiedendo dove mi sia cacciata. Però...» Inclinò il capo, rigirando una delle corte ciocche tra le dita prima di sistemarla dietro l'orecchio. «Sarò qui per cantare anche la prossima settimana. Potrei chiedere ad Arroz di tenerci un tavolo, se ti andasse di...»

«Mi va» la fermò Chloe, distendendo le labbra. «Mi va eccome

Lo sguardo di Irene si illuminò. Drizzò le spalle e roteò per dirigersi alla porta, così da mantenere il contatto visivo con lei mentre la spingeva per entrare. Stava per lasciare la maniglia quando un sussulto la fece saltare all'indietro.

«Sante Stelle!» esclamò. Uno sbuffo di polvere dorata si sollevò dalla sua pelle, svanendo in un rapido luccichio. «Che scema! Non ti ho chiesto come ti chiami!»

«Chloe» rivelò lei, e di fronte al suo sguardo sorpreso aggiunse: «È dunier, sì. Piaceva a mia madre.»

«Ha fatto bene, è molto carino! Almeno è facile da ricordare, non sono brava con i nomi. Io invece sono...»

«Irene che si legge Airin» ricordò con un sorriso. «E non ho intenzione di dimenticarlo.»


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Chloe non si lascia sfuggire l'occasione e non si preoccupa di essere molto diretta 👀 Abituati a questo atteggiamento, non c'è da stupirsi se i suoi amici restino così sorpresi del suo "trattenersi" con Brycen! XD 

Anyway, ditemi se queste due non sono la cosa più cute dell'universo ♥ Adoro la loro chimica!

Conosciamo anche un po' meglio Irene, che sfoggia la sua personalità: vitale, dolce ed energica. She looks like a cinnamon roll and she's actually a cinnamon roll, ma un po' speziato :P La immagino proprio come la polverina del suo Naru: leggera e brillante, ma attento a non farti pizzicare! 

PS: Dato che Reigan10 era curioso di sapere che canzone Irene avesse cantato, vi lascio un video qui sotto per farvi un'idea :3

AirinessWhere stories live. Discover now