capitolo 17- ti ascolto

4.9K 140 19
                                    

"Perché ogni tanto si ha bisogno di essere cercati, non di cercare sempre."

POV CHIARA
Devo oltrepassare il corridoio, le lacrime non le sono più riuscita a trattenere.
Sto piangendo, mentre cammino.
Sento dietro di me il comandante che prova a riprendermi, ma io aumento il passo, quasi mi metto a correre.
Nel corridoio vedo una figura che sta lavando a terra.
Lui alza le testa e nonostante sia sfogato per via delle lacrime, lo riconosco.
<chiattì.> Micciarella.
La sua voce è come un richiamo per il mio corpo.
In questo momento ho solo bisogno di due braccia che mi sorreggano.
Arrivo davanti a lui, lo guardo e poi mi fiondo tra le sue braccia.
Lui mi stringe subito.
Mi accarezza la schiena ed i capelli.
<va tutto bene, shh.>
Io mi sfogo su di lui.
Inizio a piangere. Si sentono le mie lacrime che gli bagnano la maglietta, i miei lamenti, le  mie parole senza senso...
Lui però mi consola, usa parole dolci, inusuali per il suo vocabolario. In questo momento non mi importa più di niente, vorrei solo rimanere così per sempre, se possibile.

POV MICCIARELLA
Oggi è il mio turno di pulire sto corridoio. Già mi sono svegliato male, poi mi hanno messo subito a pulire, mattinata ottima.
C'è Gennaro che sta parlando con un'altra guardia distante da me. Mentre io sono qua a faticare.
Dopo un po' però sento dei passi, qualcuno che sembra stia correndo.
Mi giro verso la direzione da cui provengono e mi ritrovo la chiattilla davanti.
Ha il trucco tutto colato e mi guarda. Distinto mi viene da chiamarla e lei viene verso di me.
Mi si ferma davanti ed io posso guardarla per pochi secondi.
Io non sono una persona romantica ne profonda o, nu sacc, nu poeta. Però si è over che gli occhi parlano, gli occhi della mia chiattilla me stavano ricend tutt cos.
Erano occhi spenti, tristi.
La guardo per poco perché lei mi si butta addosso, mi abbraccia.
Inizia a piangere, sembra disperata.
Io la consolo come posso, dico le prime parole decenti che potrei dire in una situazione come questa.
È che non ho mai consolato qualcuno mentre piange. Non sono capace.
Le accarezzo la schiena e i capelli.
Anche così non riesco a non notare il suo profumo, che potrebbe fare ammattire tutti.

Mentre siamo abbracciati arriva il comandante.
Chiara si sta calmando e non l'ha notato.
Con una mano gli faccio cenno che è tutto apposto e lui si avvicina piano.
<Chiara.> la chiama dolcemente.
Lei si gira e guardandolo abbassa la testa.
<tutto apposto piccrè?> non c'avevo mai pensato a questo soprannome per lei, le sta bene è, ma chiamarla Chiattilla è un altro tipo di soddisfazione.
<mi scusi comandante. Io non lo voglio più vedere, non deve più entrare.> ha la voce rotta.
<È tuo padre.>
<a quanto pare non se ne rende più conto.> Non pensavo avesse una situazione del genere in famiglia.
<Micciarè, te hai finito?>Io guardo Gennaro che ha visto tutta la scena da lontano.
<si, ha quasi finito.> risponde al posto mio.
<vai a prendere un po' d'aria con Chiara e poi continui. Ti va?> La chiattilla si gira subito a guardarmi ed io annuisco al comandante.
<andiamo, vi accompagno.>

Ci porta verso un punto un po' isolato dal cortile, lontano dagli occhi degli altri.
Lui resta lontano, nel posto giusto per lasciarci la privacy ma allo stesso controllarci.
La chiattilla si siede a terra ed io faccio come lei.
Non parla, guarda solo dritto. I suoi occhi sono ancora rossi e gonfi, ma almeno ha smesso di piangere. Il vento le scompiglia i capelli e lei non fa altro che tirarseli indietro.
Mentre la guardo mi accendo una sigaretta e la sua voce mi risveglia dallo stato di trans.
<posso una?> Cosa? Lei fuma? Mi sorprende.
Gliene passo una e la prendo come scusa per iniziare a parlare.
<'azz la chiattilla che fuma!>
<è tipo la seconda volta in vita mia.> le faccio scappare un sorriso.
<te sto portando ind a cattiva strada Chiattì.> sono girato verso di lei e sorrido, tiene un profilo perfetto.
<te mi stai aiutando.> poggia la testa all'indietro.
Tossisce un po' all'inizio, ma è normale.

Anche questa volta è lei a spezzare il silenzio.
Entrambi stiamo guardando davanti a noi, mentre fumiamo.
<la cosa brutta è che pensavo avesse cambiato idea.> penso stia parlando del padre.
<Invece è il solito stronzo. Non le sta bene che non sono più la figlia modello ed ora deve rovinarmi ancora di più la vita.> Continua a fumare senza girarsi a guardarmi.
Si porta velocemente una mano sotto l'occhio per asciugarsi una lacrima solitaria e muove nervosamente la gamba.
Io le poggio una mano sopra essa, per farla calmare un poco.
<nun vale la pena sta accussì pa chello.> ecco che si gira per rispondermi.
<è mio padre.> quanta rabbia e tristezza c'è nelle sue parole.
Nu sacce che rispondere.
<tu almeno hai tuo fratello che ti da forza, io non ho nessuno.>
<nu dicere accussì.>
<Micciarella è la verità. Mia madre sta messa peggio di me, la sto facendo vivere con un peso assurdo addosso, mia cugina non so che fine abbia fatto, i miei amici non si sono fatti più sentire, oggi mio padre mi ha detto nuovamente che sono una puttana...> Non riesce a finire il suo discorso che le si spezza la voce.
<tu tieni alle tue compagne di cella, a Mimmo, Carmine, Cardiotrap, Pino... Tieni pure a me se ti serve.> provo a calmarla.
Non ho mai provato queste cose, ma a vederla così mi fa male il petto. È così fragile che non riesco ad avercela con lei, a fargliela pagare per quella sceneggiata della zoccola.
Ora capisco perché se l'era presa così tanto.
Tutta colpa di quell'essere di suo padre e delle persone che non sono riusciti ad apprezzarla.

eii, oggi vi pubblico un doppio capitolo perche questa settimana sono piena di verifiche a scuola quindi non so se riuscirò ad aggiornare tutti i giorni. Spero vi piaccia questo lato di Micciarella, che con la SUA chiattilla si sta riscoprendo. Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto.
❤️🌊

non cambierò || MicciarellaWhere stories live. Discover now