«Buongiorno anche a te, comunque.» ignoro la sua domanda e continuo a masticare la brioche che ho in mano. Mi osserva attendendo una mia risposta, che anche se svogliatamente arriva dopo alcuni minuti. «Tra circa un'ora. Che c'è, già ci siete stancati di avere la vostra "perfetta" figlia intorno?» gli rispondo in maniera provocatoria, senza degnarlo di uno sguardo e dopo torno a finire la mia colazione.

«Ehi ragazzina, abbassa i toni; ti sembra il modo di rispondere a tuo padre?» questa volta a parlare è la donna seduta di fronte a mio fratello, colei che mi ha fatta nascere, mia madre, che non si preoccupa minimante di staccare gli occhi da quella maledetta rivista di moda.

«Ah intendi l'uomo che mi ha sempre costretta ad essere ciò che non sono, insieme a te tra l'altro, se proprio te lo devo ricordare. Quindi si, mi pare il modo corretto di rispondergli, anzi rispondervi. Sapete cosa? Ho capito che la mia presenza in questa casa non è mai stata gradita, vado a prendere una boccata d'aria in veranda.» esco dalla cucina senza dare il tempo a nessuno dei due per controbattere una risposta e accendo una sigaretta per sciogliere la tensione che mi si è creata addosso. Perfetto, anche il giorno in cui me ne vado di casa devono rompere i coglioni per ogni minima cosa. Ci sarà mai una fine a tutto ciò?

«Me ne dai una?» alcuni istanti dopo sento la voce di mio fratello alle mie spalle, mi volto senza proferire parola e gli passo il pacchetto di Winston blue con dentro l'accendino. Dopo che l'ha accesa ricomincia a parlare: «I nostri genitori sono proprio delle grandissime teste di cazzo, anche quando te ne stai per andare loro hanno sempre qualcosa da ridire.»

Lo fisso intensamente dandogli piena ragione e dopo aver fatto un tiro dal filtro gli rispondo: «Io direi menomale che me ne vado, non ce la faccio più a vivere questa vita. È un fottuto loop continuo che va avanti da anni, se non da quando ci hanno messo al mondo solo per i loro scopi benefici. Non vedo l'ora di essere al college e vivere come ho sempre voluto, forse riuscirò anche a ricominciare da capo come ho sempre voluto, chi lo sa. Ciò che il destino ha in serbo per noi è un mistero che dobbiamo svelare da soli, con tempo e con tanta pazienza.»

«Se loro sapessero la verità penso che ti ucciderebbero, sai che non vogliono che frequenti un college che non sia stato scelto da loro e nonostante ciò vorrei poter venire via con te. Per scappare anche io e stare per sempre al tuo fianco. Come abbiamo sempre fatto, io e te, tu ed io. Solo che non posso.» sciolgo le braccia che stavo tenendo conserte al petto e lo abbraccio, stando attenta a non bruciarlo con la cenere della sigaretta.

Mio fratello è letteralmente l'unica persona che c'è sempre stata per me, senza di lui penso che sarei impazzita da tempo. E' il mio migliore amico e anche se a volte ci odiamo a morte, è l'unico che non voglio perdere. Lui è tutto ciò di buono che la vita mi ha lasciato.

Dopo essermi allontanata da lui e aver asciugato una lacrima che rischiava di scendere dal mio occhio riprendo il discorso: «Sai che ti dico? Vieni a Chicago con me, senza dire niente a loro. Tanto neanche si accorgono se ci siamo in casa o no, se non quando fa comodo a loro. Se dovranno arrabbiarsi con me che ho deciso di inseguire il mio sogno di diventare architetta, lo faranno anche con te se verrai con me. Quindi tanto vale farli ribollire come si deve, no?»

Mi fissa con attenzione, valutando la mia assurda idea e dopo aver buttato il mozzicone della sigaretta risponde: «Ma come faccio? Devo finire l'ultimo anno di liceo e poi non ho la valigia pronta, il biglietto aereo o un posto dove stare. Tu starai al college e io cosa dovrei fare a Chicago?»

«Alec ascoltami, non sei obbligato a seguire le mie folli idee, ma questa al momento mi pare la più fattibile, per ricominciare da capo, insieme. Posso pensare io al tuo biglietto aereo, al fatto della scuola o addirittura al tuo alloggio. Il semestre all'Università inizia la settimana prossima e fino ad allora posso pensare io al resto delle cose. Ti prego, accetta l'offerta. Fallo per la tua sorellona preferita, fallo per me ti prego. So che ti sto chiedendo l'impossibile, però so cosa significa vivere con loro. Fingendo che le cose che ci hanno fatto in passato non siano mai accadute. Tanto a loro basta pagare qualche bella somma profumata ai loro avvocati e agenti migliori per far stare tutti zitti. Ma noi non siamo loro, e mai lo saremo, ricordatelo sempre. Ti sto offrendo una nuova opportunità di vita, ripartire da zero.» dico tutto d'un fiato e lo guardo intensamente attendendo la sua risposta.

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